Assassin’s Creed Shadows Recensione su Switch 2, tra compromessi e dedizione

Le avventure di Naoe e Yasuke arrivano anche su Switch 2, giungendo sapientemente ad alcuni compromessi. Ecco la nostra recensione di questa nuova versione.

Lorenzo Ardeni
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Lorenzo Ardeni
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Sono Lorenzo, UX/UI Designer di professione e recensore per passione. Con un amore profondo per le serie di Metal Gear e The Legend of Zelda, da...
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RecensioniAssassin's Creed Shadows
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Assassin's Creed Shadows

Ubisoft e Nintendo portano alle spalle una lunghissima serie di collaborazioni importanti, in quanto la casa di Montreal ha sempre voluto portare i suoi titoli sulle console della Grande N. Non parliamo solo di esclusive, come con ZombiU su Wii U o i più recenti Mario + Rabbids, ma anche della volontà di Ubisoft di fare il possibile per portare i suoi titoli sulle piattaforme Nintendo talvolta sforzandosi su produzioni che in ogni caso avrebbero riscosso un maggiore successo su altre console. Il franchise di Assassin’s Creed è un perfetto esempio di questa volontà, con Black Flag rilasciato in concomitanza con Wii U, seguito da Assassin’s Creed 3 e alcuni porting della stessa era giunti su Switch. Da Unity in poi, tuttavia, si è palesato un cambio necessario di strategia: i titoli della serie cominciarono a schivare Nintendo Switch per via delle limitazioni tecniche fino al capitolo con protagonista Eivor. Con Assassin’s Creed Shadows, però, la situazione è finalmente cambiata.

La decisione di portare l’ultimo capitolo della serie anche su Nintendo Switch 2, di fatti, non è per nulla scontata. Riconosciamo che è stata una scelta coraggiosa, quasi provocatoria, ma che senza dubbio riconferma la solidità tra la casa di Kyoto e quella di Montreal, che non è mai andata a dissolversi. Portare uno dei mondi più complessi mai creati dalla serie su un hardware ibrido significa inevitabilmente giocare con una lunga serie di compromessi, che purtroppo sulle piattaforme Nintendo sono storicamente stati sempre inevitabili.

Sin dall’annuncio a sorpresa si è insinuato in noi un misto tra dubbi e curiosità, dal momento che il processo di porting non sarebbe stato sicuramente indolore. Oggi, abbiamo avuto l’occasione di immergerci estensivamente nel mondo di Assassin’s Creed Shadows per capire se questa edizione si è rivelata un tonfo nell’acqua o un modo credibile e concreto di vivere questo viaggio attraverso l’era Sengoku.

Un tuffo nel passato, al passo con i compromessi

Sin dalle primissime ore di gioco abbiamo potuto scoprire ciò che il porting stava per proporci. Già dalle fasi iniziali infatti abbiamo potuto giudicare la qualità di base della trasposizione: tra queste, possiamo constatare con sorpresa che non solo l’illuminazione Snowdrop è riconoscibile anche su Switch 2, ma in modalità TV la presenza del DLSS contribuisce a conservare nitidezza e coerenza visiva. Le texture risultano però più morbide rispetto alle altre versioni console del titolo e i dettagli lontani vengono spesso attenuati per garantire stabilità.

Assassin's Creed Shadows

Tuttavia è quando Assassin’s Creed Shadows ci apre al suo open world che i compromessi si cominciano a notare, soprattutto nelle situazioni più dense: fumo, particelle e effetti di luce mettono in costante difficoltà il frame pacing e mostrano i limiti dell’hardware. Pur con questi tagli – in ogni caso – l’impressione complessiva resta quella di un porting che prova a mantenere quanto possibile l’atmosfera originale, non a rappresentare una mera versione ridotta. All’effettivo l’impatto complessivo rimane sorprendentemente solido: quello di Assassin’s Creed Shadows su Nintendo Switch 2 è un porting che cerca di restare fedele al materiale di partenza, pur accettando lievi tagli tecnici e compromessi evidenti sì nei microscopici dettagli ma in particolare modo nei momenti più caotici, come i combattimenti con fumo con effetti particellari e un’illuminazione che dovrebbe essere più complessa.

Joy-Con alla mano, tra sorprese e limiti

L’esperienza di controllo è un terreno particolare su Switch 2. Con i Joy-Con, Shadows trova un equilibrio decente: l’HD Rumble di nuova generazione restituisce la sensazione dei colpi della lama che impattano sui nemici. Non è qualcosa che impatta particolarmente sull’esperienza complessiva, ma senza dubbio è un dettaglio che abbiano notato con grande piacere. Il problema, in termini di controlli e combat system, arriva nei movimenti più rapidi: la risposta dei Joy-Con pare non essere precisa quanto un controller tradizionale per via di un ritardo evidente negli input, e finisce ben presto per gravare sulla pura giocabilità. Per questo motivo, in questo caso ci sentiamo di consigliare l’utilizzo di un Pro Controller o relativi per un minore input lag.

Assassin's Creed Shadows

Questo lo si avverte soprattutto nei contrattacchi, che richiedono un tempismo quasi chirurgico, e nel parkour più verticale, dove gli input devono essere puliti. Anche negli spazi ristretti abbiamo riscontrato imprecisioni, magari quando dovevamo salire su una scala o passare al piano superiore. In compenso, ammettiamo che la console offre una sensazione di immediatezza quasi disarmante. La portabilità permette di affrontare missioni brevi, infiltrazioni veloci o sessioni di raccolta risorse anche fuori casa. È uno di quei casi in cui il gioco stesso suggerisce un ritmo più lento e ragionato, e Switch 2 sembra seguirlo senza problemi. Una grande vittoria sono anche caricamenti molto più rapidi del previsto che, a differenza di tanti altri porting che abbiamo provato, non dà mai la sensazione di star aspettando più tempo rispetto le altre console.

Enormi differenze tra TV e portatile

Parlando più nello specifico dell’ottimizzazione, ed entrando in tecnicismi necessari per questo tipo di recensione, diciamo subito che è in modalità TV che si nota una migliore stabilità, un’immagine più pulita e una resa più coerente degli ambienti a media distanza. Le performance rimangono quasi sempre su valori stabili ai 30 fps nelle aree meno affollate, mentre tendono a calare sostanzialmente nelle città più dense e durante gli scontri con più nemici.

In portatile la storia cambia: qui il DLSS ha meno margine d’azione, la risoluzione nativa cala drasticamente e l’immagine diventa più morbida, a volte “plastica” e assai lontana da quanto possiamo vedere con la console collegata alla TV, anche troppo. Per fare un esempio, è come giocare su un PC da gaming con preset al massimo e poi passare immediatamente ai minimi. Non ci gireremo intorno: a nostro avviso si tratta di una differenza tale da rischiare di rovinare l’esperienza, soprattutto per chi gioca tanto in modalità TV quanto in portatile, ma con il passare delle ore si tende chiaramente a chiuderci un’occhio sopra.

Di fatti, crediamo che questo dettaglio rende evidente come il target principale per il porting sia stata la modalità docked. Infatti, dettagli come le texture soffrono maggiormente in portatile e alcuni dettagli ambientali perdono incisività. Eppure, non ci sentiamo di stroncare così duramente la produzione: rimane qualcosa di affascinante nel camminare tra i ciliegi in fiore, con la console fra le mani, quando l’HDR esalta la luminosità degli scenari senza mai rovinare l’impatto visivo ma anzi accentuandolo. Un piccolo successo, se consideriamo che altri titoli di terze parti non hanno goduto della stessa fortuna.

Assassin's Creed Shadows

In questo caso, il problema del display di Nintendo Switch 2 è che le dimensioni chiaramente minori rispetto alla TV rendono a tratti più gravoso il peso di alcune scelte non eccellenti di UI e UX. Nulla di disastroso, è vero, ma qui facciamo un appunto che non è affatto scontato: l’interfaccia cerca di adattarsi per risultare generalmente più piacevole e consona alle minore dimensioni dello schermo. Il passaggio dalla modalità TV a quella portatile fa apparire sullo schermo un pop-up che ci indica che le dimensioni della UI sono state aumentate (e viceversa).

Insomma, si tratta di un piccolo dettaglio quality-of-life che però abbiamo apprezzato molto. Questo, e tante altre piccole accortezze, ci fanno capire come Ubisoft sia stata attenta a portare Assassin’s Creed Shadows su Nintendo Switch 2, non limitandosi a lavorare sull’impianto tecnico e visivo, bensì su quella che è l’esperienza generale del giocatore. E vi assicuriamo che non tutti i team di sviluppo hanno questo tipo di attenzione nei porting per Nintendo Switch 2, come è stato il caso del recente Dragon Ball Sparking Zero.

L’ambizione incontra la realtà

Assassin’s Creed Shadows su Switch 2 è un porting sorprendentemente sincero. Non cerca di mascherare i compromessi, li porta in superficie e li rende parte integrante dell’esperienza adattandoli sapientemente per non snaturare il materiale di partenza. È una produzione che vive sostanzialmente di momenti: alcuni potenti, altri più fragili. Quando tutto funziona, il Giappone feudale riesce ad avvolgere, affascinare e soprattutto raccontare una storia intensa. Quando invece il motore grafico si trova in difficoltà, Switch 2 ricorda al giocatore i confini del suo hardware nel modo più duro. Tuttavia, riconosciamo che è un mondo che rimane in piedi grazie alla capacità di Ubisoft di lavorare con accuratezza, che regge la sua stessa ambizione e che trova nella portabilità una nuova dimensione. Un modo diverso – ma meravigliosamente credibile – di vivere un Assassin’s Creed Shadows, che aveva tutto da perdere e invece è riuscito a ritagliarsi un suo spazio autentico.

Assassin's Creed Shadows
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Sono Lorenzo, UX/UI Designer di professione e recensore per passione. Con un amore profondo per le serie di Metal Gear e The Legend of Zelda, da sempre esploro il mondo dei videogiochi cercando di capire cosa rende ogni titolo unico. Oggi sono piantato su Call of Duty e Super Smash Bros., ma non perdo occasione per giocare classici come Super Metroid o Syphon Filter. Scrivo recensioni con uno sguardo critico, ma sempre con la stessa curiosità che mi accompagna da quando ho iniziato a giocare.