Un nuovo studio commissionato da YouTube fa emergere una serie di dati interessanti che intrecciano mondo dei videogiochi e mondo del lavoro: scopriamo insieme tutto ciò che è stato ricavato.
L’indagine, portata avanti da Censuswide, ha fatto emergere come il Il 64% dei recruiter intervistati affermi di aver lavorato con gamers e ritenga che questi riescano spesso a trasferire le competenze apprese nel gaming sul posto di lavoro.
Al contrario dalle aspettative, però, solo 4 giovani su 10 citerebbero il gaming tra le loro passioni in un CV, complice l’idea che si tratti di un passatempo “infantile”.
I recruiter individuano diverse doti che figurano essere “tipiche” del gamer: problem solving, pensiero strategico e capacità di adattamento e ragionamento sotto pressione sono le più quotate.
Per l’occasione è stato preso in considerazione anche il parere di Mathew Barr, Senior Lecturer in Computing Science all’Università di Glasgow, che da anni studia le competenze acquisite dai gamer:
“Non sorprende che i gamer abbiano compreso il legame tra gaming e lavoro. Il gaming può aiutare a sviluppare importanti capacità occupazionali, come comunicazione, intraprendenza e adattabilità.”
“Per decenni ci è stato detto che praticare uno sport di squadra, ad esempio, è una buona cosa. Lo stesso si può dire dei videogiochi di squadra. Infatti, nel mondo digitale il tipo di cooperazione online richiesta dai videogiochi è forse più rilevante che mai.”
I gamer quindi, contro ogni aspettative più “chiusa”, risultano essere a tutti gli effetti un valore aggiunto all’interno di un contesto lavorativo.