Vampire the Masquerade Bloodhunt – Anteprima, provato il battle royale

Abbiamo avuto modo di provare Vampire the Masquerade Bloodhunt grazie all'Early Access su Steam, ecco le nostre impressioni in questa anteprima.

Andrea Pellicane
Di Andrea Pellicane Impressioni Lettura da 7 minuti

Il mondo dei battle royale non è certamente spoglio di titoli da giocare, già se si considerano i più classici ormai divenuti veri e propri Game as a Service e particolarmente noti, ma non mancano anche le nuove uscite che continuano a rinnovare il mercato facendo felice chi desidera esperienze diverse dallo standard che viene provato dalla maggior parte degli utenti. Mentre purtroppo molti finiscono velocemente nel dimenticatoio, ci sono titoli che riescono ad applicare i giusti cambiamenti alla formula e a presentarsi con moltissimo potenziale e una vera identità. È stato questo il caso di Vampire the Masquerade Bloodhunt, gioco che abbiamo avuto modo di provare grazie all’Early Access pubblica su Steam e che vogliamo approfondire in quest’anteprima.

La Diablerie è dietro l’angolo

Di storie sui vampiri se ne sono sentite tante, e il mercato dei videogiochi ci ha proposto molte esperienze diversificate e sufficientemente varie, dai più classici giochi narrativi a titoli particolarmente frenetici; ebbene, questo battle-royale va inserendosi perfettamente proprio in quest’ultima categoria. Parliamo infatti di un gioco che mette in competizione decine di giocatori con il fine di scoprire chi sarà a reclamare il sangue dell’ultimo vampiro rimasto in gioco, accaparrandosi la vittoria dopo una sudata partita fra scontri e fughe.

Vampire the Masquerade Bloodhunt

Il titolo riesce per fortuna a essere piuttosto chiaro sin dalle prime fasi, grazie a un tutorial veloce e ben congegnato, che fornisce una rapida infarinatura sulle poche (ma buone) meccaniche presenti. Vuoi per la grafica ottima su PC, anche se il comparto tecnico è ancora da ottimizzare al meglio, vuoi per animazioni e atmosfere davvero curate, è questione di secondi prima che il giocatore riesca a immergersi all’interno dell’esperienza, combattendo con le abilità che le creature offrono. In Vampire the Masquerade Bloodhunt, già nella prima fase di anteprima, troviamo un totale di 6 classi, tutte abbastanza bilanciate ma caratterizzate da abilità uniche e differenze di gameplay che contribuiscono a rendere ogni partita davvero interessante. Con la giusta accoppiata tra famiglie di vampiri e personaggi si riesce fin da subito a sfruttare al meglio la proprio squadra – composta da 3 giocatori – al fine di creare ottime composizioni, dettaglio che in seguito a ulteriori aggiornamenti potrà essere ancora migliorato da parte dello sviluppatore con nuove aggiunte e modalità.

Per quanto riguarda il gameplay, ci troviamo davanti a un’opera TPS con un sistema di shooting alquanto classico, che però presenta delle libertà di movimento invidiabili: fra abilità che permettono di scattare qua e là e arrampicate prodigiose su ogni palazzo, l’adrenalina è quasi sempre alle stelle. La vera battaglia è di solito sui tetti, visto che chi si trova a terra è in perenne svantaggio, per via dei poliziotti che sorvegliano alcune strade e dei molti nemici sempre in agguato con le loro armi per sfruttare la propria posizione al fine di crivellare di colpi le squadre avversarie.

Ottima partenza per il battle royale

Una partita tira l’altra come da tradizione per i battle royale ben riusciti, e la vita dei vampiri è tremenda proprio come nelle leggende, visto che da un momento all’altro ci si può trovare vittima di un assalto alquanto pericoloso. Una volta messi a terra, parte un countdown che al contrario dei classici titoli del genere porta i personaggi a rialzarsi e non a morire, anche perché non appena viene esalato l’ultimo respiro è piuttosto difficile farsi salvare dai compagni, almeno in questa prima versione d’anteprima di Vampire the Masquerade Bloodhunt.

Il dettaglio su cui lo sviluppatore dovrebbe concentrarsi per ora non riguarda per assurdo il gameplay, già in queste prime fasi in grado di ruggire e mostrare la propria identità rispetto alle opere che dominano il mercato, e forse sufficientemente di qualità al fine di guadagnarsi un posto di rispetto in questa giungla, quanto piuttosto la varietà generale. Giocando al battle royale ci si trova spesso infatti a notare una mancanza di contenuti abbastanza grave; chiariamoci, è una problematica del tutto giustificata trattandosi di una prima versione Early Access, ma proprio per questo da considerare in ottica futura.

Vampire the Masquerade Bloodhunt

Dalla presenza di una sola mappa abbastanza piccola alle poche armi utilizzabili – tutte per fortuna valide e ben congegnate, ma comunque ridotte all’osso -, il gameplay rischia con l’accumulare delle ore di diventare particolarmente pesante. È purtroppo presente solamente un singolo pass battaglia per quel che concerne la “progressione”, poco stimolante se acquistato e ancora meno se si sfrutta la versione gratis, visto che si riduce nel completare qualche missione e giocare per ottenere esperienza che non porta fondamentalmente a molto.

Speriamo che con i prossimi aggiornamenti la software house abbia modo d’inserire altre classi, contenuti, e che possa rendere il mondo di gioco ancora più caratteristico grazie a eventi, missioni, e magari interazioni legate alla storia, dato che parliamo pur sempre del World of Darkness. Girare per la lobby e scoprire che i vari PNG offrono solo qualche dialogo quando potrebbero narrare eventi interessanti, notando nel mentre la cura posta per le descrizioni di ogni oggetto e luogo, ci ricorda come il titolo potrebbe offrire un’esperienza continuativa e interessante puntando anche su questo aspetto. Per il momento il risultato è ottimo, e staremo a vedere come lo sviluppo del gioco continuerà nei mesi e negli anni a venire, sperando ovviamente nel fatto che i giocatori possano confidare nel progetto e supportarlo al meglio.

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Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.