Tropico 6 – Recensione del gestionale creato da Limbic Entertainment

Marco Pulicanò
Di Marco Pulicanò Recensioni Lettura da 8 minuti
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Tropico 6

Quanti di voi hanno desiderato di diventare sovrano di una nazione indipendente? Se almeno una volta nella vita ci avete pensato, Tropico 6 potrebbe essere il titolo che fa per voi perché si prefigge proprio di appagare questo desiderio. El Presidente è tornato in un nuovo capitolo della saga di gestionali di city-building più controcorrente di sempre, ma che offre al pubblico un’esperienza divertente, ricca di contenuti e piena di sfida. Partiamo dunque con la lettura della recensione, poiché non bisogna mai far aspettare il Presidente, mai!Tropico 6

Tropico 6 riprende lo stile ormai consolidato della saga, ma inserisce molteplici miglioramenti e novità che danno sicuramente l’impressione di avere di fronte un titolo tutt’altro che arretrato, nonostante mantenga uno stampo classico. Ma partiamo dalla presentazione: per chi non conoscesse la saga, Tropico è un city-building gestionale, ma con varie “differenze” rispetto ai suoi colleghi del genere. Se in SimCity impersoneremo il sindaco di una nuova cittadina, nel titolo che oggi trattiamo impersoneremo invece El Presidente, un particolare figuro apparentemente immortale il cui unico scopo è restare in carica, usufruendo di ogni mezzo per far prosperare la propria isola. Questa partirà inizialmente come una colonia degli Alleati e in seguito starà a noi dichiarare l’indipendenza, per procedere poi attraverso le Guerre Mondiali e la Guerra Fredda, prosperando fino all’Epoca Contemporanea. La particolarità del gioco risiede proprio nei mezzi che abbiamo a disposizione per far prosperare la nostra piccola nazione e farci rieleggere per quasi un secolo…Tropico 6

Tropico 6 considera il bianco e il nero della politica: infatti, per ottenere il consenso cittadino e vincere le elezioni, non sarà sufficiente accontentare le numerose “fazioni” che popolano l’isola (spesso in conflitto tra loro, come Capitalisti e Comunisti), preoccupandoci di badare alle esigenze di ideologie spesso contrastanti tra loro; un aiuto esterno e qualche magheggio sottobanco saranno infatti obbligatori a meno che il benessere del nostro stato non sia elevatissimo. E come accade nella realtà, l’usufruire di vie “diversamente legali” quasi mai può essere una tantum, ma diventa per necessità un continuo. Per esempio, se stringiamo un accordo con l’Esercito per intensificare i controlli e in seguito ripetutamente non accontenteremo le richieste dei comandanti stellati, vi sarà la probabilità di un colpo di Stato dal quale sarà veramente difficile difendersi.Tropico 6

Parlando dal punto di vista gestionale, la prima cosa che faremo all’inizio di ogni partita è la firma di una costituzione, all’interno della quale potremo inserire degli articoli per ogni categoria (libertà, propaganda, abitazioni, tasse, commercio etc…) che determineranno il nostro stile di governo: la ricerca dell’appoggio di precise fazioni o l’essere più “amichevole” possibile verso tutti garantiscono lo stesso livello di sfida, cambierà solo il modo in cui dovremo gestirle. Se scegliessimo di favorire i ricchi è naturale che il malcontento tra i poveri possa crescere e con esso il rischio che alcuni di questi entrino nei gruppi di ribelli che vogliono diffondere caos e disordine sulla nostra isola: la nostra abilità perciò sarà nel saper domare tutte le situazioni, scegliendo che parti favorire ma senza incitare i componenti dei gruppi rivali a compiere azioni che potrebbero creare danni. E se questi fossero più ostinati del previsto? Beh, la democrazia qui ci viene incontro, e scopriremo una delle particolarità che rendono il gameplay di Tropico 6 uno dei più assurdi dal punto di vista di micro-meccaniche del genere: nella nostra partita potremo controllare letteralmente ogni persona sull’isola, di cui potremo sapere informazioni “pubbliche” e generali, come per esempio reddito, occupazione, stato sociale e quant’altro. Potrebbe essere che per “esigenze di ordine pubblico” sia necessario indagare più dettagliatamente su qualche soggetto e… BAM! Si scopre che è uno di coloro che fomentano i ribelli! Che fare dunque? Le soluzioni sono molteplici e ognuna avrà effetti diversi: come tipico da regime esiste la reclusione forzata, oppure la progettazione di un “incidente casuale”… ma non finiscono qui, poiché vi sono metodi alternativi, come per esempio fare un favore alla fazione in questione per calmare le acque, passare qualche mazzetta o, perché no, far passare il soggetto in questione per matto e internarlo in manicomio. Naturalmente si capisce che un approccio di un determinato tipo influenzerà in modo diverso da un altro l’evoluzione della vicenda.Tropico 6

Oltre alla modalità sand-box, Tropico 6 come i precedenti capitoli dispone della modalità a Missioni. Queste ci richiederanno di eseguire determinati compiti o raggiungere obiettivi specifici. Le missioni sono particolarmente curate ed è bene giocarle dopo il tutorial, che si rivela divertente e ci fa capire a poco a poco le meccaniche intrinseche del titolo. Spiegare nel dettaglio tutte le possibilità che Tropico 6 ci mette a disposizione sarebbe come voler fare un’enciclopedia sulla Divina Commedia, ma anche il solo elencare tutte le feature presenti nel gioco risulta alquanto difficile. Riassumendo possiamo quindi dire che l’ultimo titolo di El Presidente prende il meglio da tutti quei gestionali vecchio stampo che hanno avuto successo quasi due decadi fa e le ripropone in un titolo moderno, completo e veramente alla portata di tutti, sia chi cerca la sfida che il giocatore più casual.Tropico 6

In Tropico 6 sarà possibile ritrovare molte caratteristiche conosciute all’interno di altri giochi che hanno fatto di esse il loro cavallo di battaglia. La divisione in fazioni ricorda molto Civilization, il sistema di commercio il buon vecchio Patrician, il sistema di costruzione di Sim City… non è copiare, ma apprendere. Quando si riconosce che “qualcuno fa qualcosa meglio di te” non bisogna soffiargli via l’idea, ma studiarla per poterne elaborare una personale che sia decisamente migliore. Infatti Tropico non fa in alcun modo il copia-incolla che si può immaginare, ma riprende delle caratteristiche reinterpretandole in modo personale e soprattutto adattandole a quello che è lo spirito del gioco. Questo dimostra soprattutto la cura che è stata posta nel realizzare il titolo e il fatto che questi sia tranquillamente accessibile da quasi tutti non fa che incorniciare il lavoro ben fatto. Ultimo, ma non per importanza, è un complimento al doppiaggio del gioco, in particolare quello Italiano che molto probabilmente è il migliore tra tutti, interpretando alla perfezione i personaggi con toni che sono a metà tra la commedia e il crime latino-americano; tutto ciò si sposa benissimo con lo stile goliardico del gioco, che ci mette di fronte agli occhi una grande sfida camuffata sotto le spoglie di una grafica cartoonesca e colorata. Con questo noi vi salutiamo, e vi ricordiamo che la libertà è solo un illusione: Viva il Presidente!

Tropico 6
9
Voto 9
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