Thor Ragnarok Recensione

Alessandro Cialli
Di Alessandro Cialli Recensioni Lettura da 5 minuti

Ormai il binomio Marvel-Disney è nel pieno della sua maturità, ogni film che esce è una bomba per il pubblico e sicuramente il terzo film della serie, Thor Ragnarok, sarà un successo. Lo dimostra già il teaser, terzo trailer più visto su internet nelle prime 24h dalla pubblicazione, dopo Fast & Furious 8 e It. Andiamo dunque a scoprire questo film, molto atteso e che non tradirà le aspettative degli appassionati del genere.

Il Dio del tuono (Chris Hemsworth) dopo gli avvenimenti di “Avengers: Age of Ultron” è alle prese con una missione solitaria, viaggiando nel cosmo per raccogliere informazioni sulle Gemme dell’Infinito e per riportare l’ordine nei pianeti. Tornato su Asgard si accorgerà che le cose sono cambiate e che Odino (Anthony Hopkins) ha un comportamento estraneo alla sua personalità. In “Thor – The Dark World” infatti nell’ultima scena il pubblico onnisciente sa che Loki (Tom Hiddleston) ha preso le sembianze del padre. Il male incombe e non c’è tempo per alcuna rivalsa, Hela (Cate Blanchett), la Dea della morte, si è liberata dalla sua prigione e sta tornando dal suo esilio, s’impadronirà di Asgard e spedirà il nostro eroe sul pianeta Sakaar, dopo aver distrutto il suo martello. Thor quindi, spoglio delle sue sicurezze, dovrà compiere un viaggio che lo porterà ad utilizzare altre doti oltre la forza, come l’astuzia, e a scoprire il suo vero super potere non potendo più contare sul suo amato martello. Un percorso di maturazione fatto di tradimenti e grandi battaglie. Arrivato su Sakaar verrà fatto prigioniero da una valchiria (Tessa Thompson), un tempo membro dell’esercito di valchirie di Odino che fu bandita da Asgard, ma che adesso lavora per il Gran Maestro (Jeff Goldblum), fratello del Collezionista (Guardiani della Galassia), un essere egocentrico e lussurioso amante del gioco e delle feste, ma anche temibile dittatore.

thor ragnarokIl dispotico edonista organizza un combattimento gladiatorio all’interno della sua arena (panem et circenses) e promette a Thor la libertà solo se riuscirà a battere il loro campione. Giunto nell’arena scoprirà che il suo rivale è un suo vecchio amico, Hulk (Mark Ruffalo), lo scontro tra titani e il grande show hanno quindi inizio. Tutte le trame sono state azionate e ora non resta che godersi la spettacolarità della vicenda. Thor in un viaggio epico contro il tempo dovrà riuscire a tornare sul suo pianeta, affrontare Hela e impedire il Ragnarok, ovvero la fine di Asgard e del mondo intero.

Commedia, azione, colpi di scena e una parte sentimentale, che in Thor Ragnarok viene sempre più messa in secondo piano, sono gli ingredienti del regista neozelandese Taika Waititi, che dirige egregiamente il suo primo film Marvel. Ha cercato di rendere meno cupa la vicenda, aggiungendo un po’ di ironia, cavalcando l’onda di successo dei Guardiani della Galassia. Un film a cui non manca di certo il ritmo, anche se è il più lungo della trilogia, il pregio migliore è come vengono messi in scena i cambiamenti interiori dei personaggi: troveremo Thor e Hulk nettamente cambiati e maturati nella prossima avventura Avengers del 2018, il che è un bene contro la noia e la ripetitività.

Scenografie, costumi, effetti speciali e colonna sonora da “Serie A”, non si discute il grande lavoro e la grande cura che c’è dietro questo kolossal. Avevo dei dubbi con l’accostamento dei Led Zeppelin con il genere, invece “Immigrant Song” funziona e suona la carica in alcuni momenti chiave. Inoltre da segnalare un piccola apparizione anche del Doctor Strange (Benedict Cumberbatch), come i migliori appassionati Marvel già sapranno. Questo a dimostrazione di come il mondo cinematografico che stanno creando sia sempre più interlacciato e ricco di connessioni tra i vari supereroi: una terza fase che sembra davvero essere l’apice di un’epoca in cui gli investimenti vengono ripagati e il pubblico è sempre maggiore.

Thor dopo questo film diventerà un supereroe che acquisterà più fascino rispetto alle precedenti vicende, finalmente un film eroico senza forzature amorose. Unica nota negativa il doppiaggio nostrano, non riesco più a vedere film se non in lingua originale, ma questo è un problema più allargato che riguarda tutto il settore. In coda al film ci sono due clip, come ormai siamo abituati a trovare con questo marchio: non lasciate la sala, la prima è migliore della seconda. Godetevelo in Imax, davvero suggestivo.

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