Il finale del quinto episodio della Stagione 3 di The Witcher su Netflix ci aveva lasciati con un cliffhanger assai gustoso, con il mistero su chi fosse davvero l’artefice degli esperimenti e della caccia a Ciri. Prima di continuare con la recensione col giudizio generale e il focus sulle ultime 3 puntate, vi invitiamo a recuperare la recensione dei primi 5 episodi.

ATTENZIONE: Nonostante eviteremo di farne, vi ricordiamo che questa recensione può contenere SPOILER sulla Stagione 3 di The Witcher, quindi vi invitiamo a continuare la lettura solo consapevoli di ciò.

L’ultima goccia

Se nei primi 5 episodi c’erano state solo delle avvisaglie e vari tentativi di arginare la situazione, gli avvenimenti di questi tre ultimi episodi – anzi, possiamo tranquillamente dire già dal primo dei tre – daranno ufficialmente inizio alla guerra, con il primo campo di battaglia che, dato il cliffhanger, potete ben immaginare. Infatti viene raggiunto in queste ultime 3 ore un punto di non ritorno importante, dove l’equilibrio geopolitico non sarà più lo stesso, le forze del Nord saranno indebolite, e con Aretuza che sarà teatro di sanguinosi avvenimenti.

Questo finale di stagione sarà anche il momento cruciale per lo smascheramento dei piani dell’antagonista di turno, Vilgefortz, un mago talmente potente (grazie anche alle sue conoscenze arcane), che fa sembrare Rience nient’altro che un galoppino da quattro soldi.

Non andremo oltre nello specifico per quanto riguarda gli avvenimenti importanti di questi ultimi episodi, ma sappiate che tutte le certezze che avevamo fin ora vengono messe in dubbio – come il Witcher stesso – e il susseguirsi degli eventi porterà ad alcuni inevitabili e croccanti colpi di scena.

Un equilibrio da dimenticare

In questo finale di stagione sono molte le cose che accadono, anche se le tempistiche con cui sono stati gestiti gli avvenimenti su schermo sono decisamente squilibrati: diciamo che il tempo a schermo dedicato ad alcuni eventi o situazioni, per quanto importanti, è stato così ridicolmente ampliato da risultare quasi imbarazzante, mentre altre situazioni più concitate e interessanti a livello d’azione, sono state ridotte a un numero di frame – se messi a paragone – davvero esiguo.

Quindi l’equilibrio che crolla non è solo quello del nord, ma anche l’attenzione dello spettatore, soprattutto durante un episodio 7 a dir poco soporifero. Senza che vi diciamo altro a riguardo, sappiate che tale episodio si concentrerà su un solo personaggio per quasi l’intera puntata, perdendo totalmente di vista ciò che sta succedendo in altri luoghi, ad altri protagonisti della storia.

L’episodio 6 è quello dove più verremo appagati dal punto di vista dell’azione, e dove molte delle pedine che abbiamo citato faranno finalmente la loro mossa (prendendosi tutte le conseguenze del caso), mentre l’episodio finale è quello che metterà in moto definitivamente la macchina della guerra, svelando alcune importanti tessere del mosaico.

La fine dello Witcher

L’ultima puntata però è soprattutto anche l’ultima nella quale vedremo Henry Cavill nei panni di Geralt di Rivia, il nostro Witcher che in questo finale di stagione (ma anche un po’ in tutta) compare poco a schermo, e non proprio al meglio della sua forma. Se lo vedremo combattere poco, lo vedremo però pensare molto, e se c’è qualcosa in cui questa chiusura di stagione riesce, è quella di descrivere molto bene il modo in cui il Lupo Bianco si trasforma mentalmente, soprattutto nei confronti di quella neutralità che gli è sempre stata recriminata.

Passiamo però alla domanda che tutti si facevano fin dall’inizio: vedremo il passaggio di testimone tra Henry Cavill e Liam Hemsworth all’interno di questa stagione 3? La risposta è ovviamente “no”. Sembra che molto probabilmente, senza alcuno stratagemma di trama, semplicemente dalla stagione 4 l’attore britannico svestirà i panni di Geralt, e al suo posto li vestirà Hemsworth, scongiurando un po’ le teorie di un multiverso o di mutazioni varie. Molti se lo sarebbero aspettato, ma se è quello ciò che attendevate da questa chiusura di stagione, rimarrete molto delusi.

Il giudizio

Tirando le somme su questa stagione 3, possiamo dire che The Witcher ha mostrato quasi il peggio di sé: avvenimenti che a volte sembrano scollegati tra loro, risoluzioni repentine di situazioni che avrebbero meritato più peso, e annacquamento prolisso invece di scene (o episodi) che potevano risultare meno noiosi. Tutto sembra raffazzonato per raggiungere il punto cruciale cercando di raccontare tutto in poco tempo (e probabilmente è stato così), tanto da far sembrare che sommando il materiale “tagliato” si possa arrivare addirittura a creare un altro episodio aggiuntivo.

Alcuni personaggi inoltre hanno visto i loro ruoli e la loro personalità mutare pesantemente, a volte in modo quasi incomprensibile. Di certo la stagione 4 necessiterà anche di mettere un po’ di ordine in tal senso.

Ci sono comunque alcune note interessanti ed importanti all’interno della stagione, come la crescita di Ciri, la già citata presa di posizione di Geralt sul finale, il chiarimento sul piano di Vilgefortz ,o il cambiamento della distribuzione del potere nei regni del nord, tra Redania, Aretuza e Nilfgaard. Spunti interessanti che però da soli non riescono a correggere gli errori di una regia che porta una sensazione di “sbagliato” ad aleggiare su schermo per tutto il tempo, e che segnano la stagione 3 in modo indelebile.

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The Witcher - Stagione 3

6

Tirando le somme, questi ultimi 3 episodi fanno crollare le aspettative che si erano create, soprattutto dopo gli episodi 4 e 5 che in modo meticoloso avevano costruito tutto (e che arrivati all'episodio 6 ci fanno pensare che sia stato tutto inutile). I colpi di scena ci sono, alcuni interessanti, ma il resto della stagione non è altro che una gestione pessima degli avvenimenti e del tempo a disposizione. Alcune situazioni sono poco chiare, dei personaggi mutano il loro essere e le loro idee senza una spiegazione logica (o quantomeno visibile a schermo), e soprattutto il personaggio che dà il nome alla serie non rende giustizia a sé stesso. Nella sua totalità, la Stagione 3 di The Witcher è la meno riuscita.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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