Finalmente. Non per via dell’attesa dalla fine della prima parte della stagione numero 11, né per l’arrivo di questa nuova recensione di The Walking Dead, ma per il ritorno della qualità, quella vera e che ha contraddistinto questa serie AMC in molti frangenti. Prima però, facciamo il punto della situazione. Come dicevamo, ci siamo lasciati pochi mesi fa con la fine del primo terzo dell’undicesima stagione; l’ultimissima (spin-off a parte) della fortunata saga zombie iniziata nel 2010 con protagonista assoluto Andrew Lincoln, che manca ormai dalla nona stagione. I primi otto episodi, iniziati lo scorso ottobre, non sono stati così sorprendenti, anzi… Il ritmo quasi sempre lento, la povertà di contenuti originali, ma soprattutto la parvenza dell’errore di Lost. Vi ricordate? La madre delle serie TV moderne, uscita a partire dal 2004, che all’ultima stagione, la sesta, anziché chiudere le situazioni rimaste in sospeso e dare spiegazioni, ne apriva di nuove, portando i fan alla confusione totale e ad un finale davvero sotto le aspettative.
Sembrava così, nel primo terzo di stagione. Direttamente dai sei episodi extra della decima stagione, quelli prodotti in piena pandemia, si erano aperte le situazioni che abbiamo ritrovato nell’undicesima: l’arrivo definitivo del Commonwealth, la nuova centralità di Negan e il suo incontro con Maggie. Gli ingredienti principali della stagione corrente, non fosse per il nuovo gruppo di villain, quello dei Mietitori, capeggiato da Pope, in cui abbiamo ritrovato Leah, anch’ella personaggio introdotto proprio in uno di quei famosi sei episodi. Insomma, un altro gruppo di villain fini a sé stessi, un po’ come quello dei cannibali di Terminus trovati nelle ormai lontanissime quarta e quinta stagione. Ecco, tra mietitori e rappresentazione del Commonwealth non sempre credibile, i primi otto episodi sono sembrati dei riempitivi senza troppo significato, che di davvero interessante avevano solo le dinamiche di tre coppie: Negan e Maggie; Daryl e Leah; Eugene e Stephanie (di loro neanche troppo a dirla tutta).
Pope è il villain meno longevo della saga
Al finale, Daryl, guadagnata la fiducia del gruppo di parte dei mietitori e di Pope, da infiltrato, ha appena confessato a Leah di essere davvero parte della famiglia del gruppo di Maggie, che li stava per attaccare. Leah uccide Pope, che nel frattempo era impazzito, ma reagisce nel peggiore dei modi alla menzogna di Daryl, dimenticando il loro passato da amanti. Scatena l’ultimo attacco dei mietitori, da nuova leader, contro i suoi stessi uomini ed il gruppo di Maggie, mimetizzato tra centinaia di zombie. Ne nasce una sequenza non troppo credibile, ma che porta a dinamiche davvero interessanti. In questo inizio di nono episodio, premiere del secondo terzo di stagione, il concetto di leadership di The Walking Dead viene messo in discussione, così come lo era già stato in occasione di qualche delirio di Rick in passato. Leah sembra non voler risparmiare nessuno per proteggere quello che rimane nel suo gruppo, così come Maggie, che nonostante una risoluzione diplomatica al conflitto proposta da Daryl, alla fine a sua volta impazzisce, scatenando la rabbia del suo amico Daryl e lo sdegno di Negan, che in conseguenza compie una scelta importante.
In tutto questo, Alexandria combatte ancora contro la grave carestia (per cui il gruppo di Maggie, Negan e gli altri erano effettivamente ancora in missione) e una violenta tempesta che causa più di una falla a cui il gruppo capeggiato da Aron cerca di porre rimedio, naturalmente ostacolato dalla “stupidità” che gli sceneggiatori hanno sistematicamente voluto donare e distribuire in parti uguali a tutti i bambini apparsi negli anni in questo show – arrivati alla stagione 11 di The Walking Dead, andava pur detto prima o poi, in una recensione. Mentre le sorti di Leah saranno ancora da approfondire e mentre finalmente muore un personaggio importante (ultimamente sopravviveva troppa gente), un nuovo grande capitolo sta per iniziare al gruppo di Alexandria, che viene finalmente raggiunto da Eugene, accompagnato da una rappresentanza del Commonwealth, a formare, finalmente, quella chiusura del cerchio che sembrava mancare nel primo terzo di stagione. I due macro-gruppi si riuniscono attraverso l’ultimo degli scenari della serie (in cui ci aspettiamo anche di ritrovare Rick).
La prima recensione di The Walking Dead 11 davvero positiva
Ciò che fa ben sperare, oltre che nella trama, per il buon proseguo della serie è l’attenzione registica che ha avuto questo episodio. Non tanto nei dialoghi o nella recitazione, dove non abbiamo trovato niente di diverso dal solito, ma nella fotografia, molto più attenta che in precedenza e soprattutto, sembrerebbe, priva di quella a volte fastidiosissima color correction “smorta” e del finto rumore video di sottofondo a sporcare l’immagine. Questo episodio, specialmente per alcuni movimenti di macchina, specialmente quello del finale su Maggie, sembrava degno di qualche momento Hollywoodiano. Speriamo ne seguano altri. Il prossimo è atteso per lunedì 28 febbraio, sempre in esclusiva su Disney+.