Pronti per la seconda recensione dedicata a The Walking Dead 11 un po’ più importante delle altre, quella dell’episodio numero 8, Per il sangue, che chiude il primo ciclo di otto episodi e lascia i fan ad attendere ben quattro mesi per il secondo ciclo, che arriverà a febbraio. Continua la narrazione verso l’attesissimo finale della saga, ma ancora non si intravede dove si stia indirizzando, nonostante gli episodi rimasti siano solamente sedici. Nel precedente episodio, Maggie aveva convinto il resto del suo gruppo ristretto di sopravvissuti di Alexandria ad attaccare i Mietitori, il gruppo formato da ex militari comandati da Pope di cui ora fa parte anche Daryl, che ha ritrovato Leah, la compagna conosciuta nel periodo in cui si era isolato dal resto del gruppo cercando Rick e vera proprietaria di Cane.
Negan è ancora il personaggio migliore di The Walking Dead 11
Essendo la missione di Maggie sostanzialmente suicida, Negan l’aveva convinta a sfruttare un piano di attacco “sicuro” utilizzando il metodo dei Sussurratori. Dopo aver insegnato ai compagni a comportarsi come zombie indossando le loro pelli, insieme ad un’orda portata in giro come Alpha aveva insegnato, l’episodio precedente si era proprio concluso con l’inizio dell’attacco al forte dei Mietitori. Il finale del primo terzo di stagione inizia proprio con l’orda che si avvicina, ma con Pope e gli altri che si fanno trovare preparati. Non tranquilli, ma preparati. Daryl, osservando i movimenti dell’orda di zombie, capisce subito che essi siano effettivamente controllati da esseri umani, cioè proprio dai suoi amici, e cerca di convincere Pope a mandare lui ad allontanare il pericolo. Invece, tocca ad un altro Mietitore sacrificarsi ed essere brutalmente ucciso (non è un vero e proprio spoiler: questa scena è talmente telefonata che si capisce dall’espressione di Leah che il tizio sarebbe morto).
Nonostante la banalità della sequenza, si tratta di una scusa interessante per approfondire ancora un po’ il personaggio di Pope, che si dimostra essere un vero esaltato. Cristiano, che con la scusa di agire in nome di Dio si permette anche di compiere sacrifici umani, scopriamo invece che della dottrina cristiana non ha proprio niente. La sua concezione dell’essere umano è quella di essere poco più che una pedina da usare per un disegno più grande, nonostante a sprazzi sembra che tenga davvero al suo gruppo. Interessante è anche lo scambio che ha con Leah, l’unica capace di tenergli davvero testa. Talmente tanto da creare forse il momento più interessante della serie finora, che naturalmente non anticipiamo. Possiamo solo accennare ad una grossa decisione da prendere, una grossa arma in serbo per l’orda ed una confessione da parte di Daryl…
Termina quindi il primo terzo di stagione senza che si chiuda davvero un capitolo, né che ne venga aperto un altro. Sappiamo che se si vuole capire come finisca The Walking Dead 11 e la saga in generale, si debba pensare al Commonwealth, ma neanche in questa recensione possiamo dire come davvero funzioni quella comunità, se nasconde cose positive o negative e, soprattutto, se nasconde personaggi come Rick, che ancora speriamo sia da qualche parte, vivo e vegeto. Un finale medio, senza infamia né lode, che speriamo porti ad un secondo ciclo in salita, disponibile su Disney+ a partire dal 21 febbraio.