Questo Natale 2020 vedremo tornare sul grande schermo – e in streaming – George Clooney con il suo nuovo film, The Midnight Sky. Questa nuova produzione originale Netflix vuole riproporre un ormai classico prossimo futuro in cui la razza umana ha portato il pianeta Terra al limite e ha infine dovuto abbandonarlo per poter sopravvivere, ponendo però l’attenzione su uno scienziato che a differenza di tutti gli altri ha deciso di non partire, ma nel rifugio in cui deciderà di stabilirsi troverà una sorpresa ad aspettarlo.
Due storie parallele
Augustine Lofthouse (George Clooney) è un famoso scienziato che ha ipotizzato il trasferimento della razza umana su di una neo scoperta luna di Giove dato che questa sembra abbia una struttura tale da poter essere abitabile. Gli anni passano, siamo nel 2047 e in uno dei due poli terrestri tutte le persone si apprestano a mettersi in fila per poter prendere uno shuttle che li faccia evadere dal pianeta. Infatti la Terra è ormai vicina al collasso climatico e non più vivibile, per una ragione sconosciuta che non ci verrà mai spiegata totalmente. The Midnight Sky si apre proprio con Augustine Lofthouse che avverte di non essere intenzionato a salire sulla navicella; l’uomo ormai è molto malato ed in più non ha una vera e propria ragione per partire, preferendo piuttosto rimanere in una stazione che fungeva da rifugio per le persone in cerca di riparo nei momenti più tragici e difficili di quegli anni. Passato il primo giorno di completa solitudine ed ecco che però, innanzi allo scienziato, si palesa una ragazzina. La bambina non pronuncia una parola, ma riesce a farsi capire a gesti. Ovviamente Augustine cerca subito di avvisare lo shuttle per dire loro di tornare indietro e poter far imbarcare Iris (questo è il nome della piccola). Purtroppo però dalla radio non giunge alcuna risposta, sembra che la nave sia ormai fuori dai radar del rifugio. I due si mettono quindi a cercare sulla mappa un luogo che abbia un’antenna più potente, e scoprono che c’è una stazione metereologica più a nord, a circa due giorni di distanza usando la motoslitta; da qui, avrà così inizio il loro viaggio.
Il film però non si basa solo sulla narrazione di ciò che sta vivendo George Clooney, ma anche su quello che sta accadendo ad una stazione spaziale che orbita intorno alla famosa luna di Giove. Infatti, contemporaneamente a ciò che sta succedendo ad Augustine, su questa base cinque astronauti stanno svolgendo una missione per conto della Nasa nella quale il gruppo avrebbe dovuto stabilire se potesse essere effettivamente possibile andare ad abitare sul quel simil pianeta. Purtroppo, però, le comunicazioni con la Terra si sono interrotte da circa tre settimane senza un apparente motivo e i cinque iniziano a temere il peggio. Oltre a ciò, la base spaziale entra in contatto con una pioggia di piccoli meteoriti che danneggia alcune parti della strumentazione, evento che costringerà quindi gli astronauti ad uscire nello spazio aperto per cercare di risolvere quella che potrebbe tradursi una una vera e propria condanna a morte, il tutto cercando al contempo di rimettersi in contatto con la specie umana.
Un’avventura molto deludente
Nonostante un cast davvero degno di nota in cui, oltre al già citato George Clooney, spiccano nomi come Felicity Jones e Kyle Chandler, ed una fotografia e comparto sonoro veramente buono, The Midnight Sky pecca proprio nella storia. Non c’è un vero e proprio obiettivo, né una vera fine o scopo raggiunto. Tutta la pellicola non riesce a dare un vero senso alla trama, che arrivata alla fine delle due ore lascia lo spettatore con l’amaro in bocca e l’insoddisfazione per ciò che avrà appena visionato. Oltre a qualche piccola scena in CGI che sarebbe potuta essere fatta decisamente meglio, un altro punto punto a sfavore sono i colpi di scena. Il film non riesce praticamente mai a sorprendere o a lasciare di stucco dato che i cliché sono i soliti visti e rivisti. In sostanza, il film risulta abbastanza noioso e non riesce a coinvolgere abbastanza lo spettatore, finendo con l’essere salvato solo dall’ottima recitazione degli attori e dal comparto tecnico che riesce a tirar fuori delle scene visivamente davvero degne di nota e caratterizzate da una colonna sonora particolarmente azzeccata.