Parlare di un franchise come quello di The Legend of Heroes non è affatto semplice, soprattutto vedendo come è diviso in vari archi narrativi che comprendono oltre trent’anni di storia videoludica. La serie creata e sviluppata dal team giapponese Nihon Falcom è un vero e proprio punto di riferimento per i più accaniti fan dei JRPG e, in questo 2020 sempre più caotico, è arrivato da noi il quarto capitolo della saga di Erboria. Stiamo parlando di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV, titolo uscito originalmente nel 2018 in Giappone e che, grazie alla localizzazione realizzata da NIS America, vedrà rilasciato nel mercato occidentale il 27 ottobre 2020. La data è attualmente valida solo per la versione PlayStation 4 dell’opera, quella di cui abbiamo usufruito per la seguente recensione, ma è previsto anche una futura release dell’opera su PC e Nintendo Switch in un periodo non specificato del 2021.
Un viaggio di generazione in generazione
Quando i fan parlano allegramente di questo quarto e ultimo capitolo di Trails of Cold Steel, non ironicamente lo definiscono come “gli Avengers della Falcom”. Questo perché nell’opera ci ritroviamo a vivere non solo le nuove disavventure della vecchia e nuova classe VII, ma perfino i personaggi di videogiochi storici dal calibro di quel Trails in the Sky del 2004. Questo sicuramente può risultare come disorientante per qualcuno che decide di approcciarsi per la prima volta alla serie con questo gioco ma, a dir la verità, può essere considerato come un difetto di qualsiasi episodio della saga. Probabilmente gli sviluppatori sono a conoscenza di queste difficoltà in termini d’accessibilità e, infatti, nel menù principale è possibile assistere a dei riassunti degli eventi principali di ogni gioco facente parte dell’arco narrativo di Erboria. Da notare poi che, per rinfrescare la memoria, nell’opera ci vengano spiegati i dettagli dei precedenti, inserendoli sia come flashback visivi che attraverso alcuni dialoghi tra i personaggi. Questo rovina in parte la narrazione, ma aiuta di gran lunga il videogiocatore che magari ha dimenticato qualche dettaglio qua e là.
In The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV sono passate due settimane dal cliffhanger del terzo capitolo e Juna, Kurt e Altina si risvegliano da un apparente coma. I tre ragazzi scoprono che, dopo la dura battaglia avvenuta alla fine dello scorso gioco, hanno perso la maggior parte del loro potere. Il loro compito sarà quindi quello di allenarsi per riottenere la forza perduta così da poter salvare l’istruttore Rean Schwarzer dai cattivi di turno. In tutto questo, figura anche la complessa situazione in cui versa la loro nazione, ovvero l’impero di Erboria, sempre più in procinto di affrontare una sanguinolenta guerra contro la repubblica di Liberl. Purtroppo non possiamo affrontare ulteriormente la trama ideata da Hisayoshi Takeiri, ma sappiate che presenta una buona sceneggiatura come da tradizione del franchise. Il modo in cui viene raccontata non è certamente tra i più spettacolari, presentando dei filmati statici che ricordano il lavoro di una produzione a medio budget della generazione a 128 bit. Questo comunque è sempre stato un problema della serie in sé, ma un’evoluzione a fine era PlayStation 4 non avrebbe certamente guastato, visto che ci ritroviamo in situazioni dove osserviamo dialoghi dalla durata di oltre trenta minuti. Per concludere il discorso, bisogna comunque segnalare che è presente un adattamento nella sola lingua inglese, seppur caratterizzato da un vocabolario di semplice comprensione.
Un gameplay variegato ma familiare
The Trails of Cold Steel non è conosciuto esclusivamente per la buona scrittura sia della storia che dei personaggi protagonisti, ma anche per il suo possedere una struttura ludica che attinge a piene mani dal passato. A differenza di franchise più blasonati come Final Fantasy che sono diventati pian piano sempre più action, la serie diretta da Takayuki Kusano rimane ancorato al sistema classico del gioco a turni. Quindi ci ritroveremo ad esplorare il mondo di gioco, suddiviso in città e dungeon, dove in quest’ultimi troveremo i nemici che gireranno liberamente nella mappa. Infatti, a differenza dei classici incontri casuali, qui è possibile vedere e perfino oltrepassare le creature che ostacolano la nostra strada. I combattimenti agli occhi di molti potrebbero non essere come ci si aspetterebbe, poiché strutturati secondo le regole base del genere, tra attacchi e magie utilizzabili, ma al contempo arricchiti da svariate peculiarità che rendono il tutto più variegato e dinamico.
La nostra squadra è composta da un massimo di quattro personaggi da utilizzare in battaglia, e i loro turni possono essere visualizzati in alto a sinistra dello schermo. Ogni nostra azione è però determinata non sono dalla distanza da cui ci troviamo dal bersaglio, ma perfino dai tre specifici parametri BP, EP e CP. Il primo ci permette di effettuare degli attacchi di gruppo e aumentare le caratteristiche degli eroi per qualche turno, la seconda è quella che ci permette di utilizzare magia ed evocazioni mentre, infine, il CP ci permette di effettuare delle mosse speciali di vario genere. Il giocatore deve quindi fare attenzione a tutto quanto, visto che ogni nostra azione modifica sostanzialmente il turno di un personaggio rispetto ai suoi compagni e dei nemici. Per permettere di caricare questi parametri è possibile non solo combattere con i più comunissimi attacchi, ma perfino proteggere i propri alleati attraverso le azioni link. Quest’ultimi sono praticamente obbligatori, ottenibili collegando due determinati personaggi del gruppo e aumentando così il loro grado di amicizia. Questo ha effetto nei combattimenti, visto che se magari un eroe viene colpito quello a lui collegato potrebbe vendicarsi con un attacco all’assalitore. Ovviamente, è possibile sfuggire ai combattimenti non obbligatori così come utilizzare varie tipologie d’oggetti. I nemici, inoltre, possano subire vari effetti come la confusione o la sonnolenza in base alla tipologia dei nostri attacchi, soprattutto se daremo la giusta attenzione alle statistiche. Infatti, le diverse tipologie di avversari possiedono specifiche debolezze che potremo sfruttare a nostro vantaggio. Queste le scopriremo solo nel caso in cui li analizzeremo grazie alla dolce Altina o con qualche particolare oggetto.
Il gioco che fa felici gli speedrunner
Quello che vi abbiamo appena descritto è il combat system, che ovviamente è il secondo cuore pulsante della produzione. Ma prima di esso c’è comunque una parte di preparazione dei personaggi e di esplorazione del mondo, anch’esse fondamentali per la struttura dell’opera. Il roster a disposizione può essere equipaggiato non solo con le classiche armature (da non cambiare con i costumi che sono il vero e proprio vestiario) o le collane, ma perfino con dei particolari cristali chiamati Quartz. I Quartz sono particolari gemme che permettono di dare delle abilità fondamentali ai nostri eroi, così come le magie che possono utilizzare durante e fuori dai combattimenti. Come abbiamo precedentemente accennato, l’esplorazione si divide invece in due parti principali: i dungeon e le città. Nei dungeon, che a dir la verità sono considerati tutti gli ambienti in cui è possibile imbattersi in dei mostri, è possibile non solo affrontare i pericoli e completare la missione principale di turno, ma affrontare anche varie sfide secondarie. Tali sfide possono riassumersi in compiti affidateci dagli NPC, ma anche in dei forzieri argentati che ci offrono uno scontro più difficile del solito con determinati personaggi.
Le città, invece, risultano sicuramente il momento di tranquillità per i nostri eroi. Oltre a poter recuperare le forze nelle taverne, comprare il necessario nei negozi e potenziare il nostro equipaggiamento o armamentario, qui sarà anche possibile scoprire maggiori elementi della lore e partecipare a diversi minigiochi. Quest’ultimi risultano molto semplici nella struttura, ma anche un buon diversivo dall’immensa longevità di questo The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV. Infatti il titolo non è assolutamente di breve durata e presenta un viaggio di circa 70-80 ore per essere completato, con tanto di finali alternativi. Forse è per questo che nel prodotto è presente una vera e propria modalità speedrunner, che permette di velocizzare di gran lunga il gioco in ogni sua fase. A dir la verità è possibile perfino far andare in automatico i combattimenti, ma questo rovina di molto il divertimento del prodotto.
Tutto quello che vi abbiamo appena descritto potrebbe però sembrare molto familiare per gli appassionati del franchise, perché effettivamente è così. Visto che questo prodotto è uscito originalmente un anno dopo rispetto a The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III, con tanto di sviluppo realizzato in contemporanea, sembra di giocare a una vera e propria espansione del terzo episodio del franchise. Per questo motivo non si riesce a notare alcuna differenza nel modo di giocare, sentendo una certa ripetitività che potrebbe colpire presto l’utente. Con questo non vogliamo certamente essere fraintesi, l’ossatura del combat system rimane ottima e accessibile ai neofiti grazie alla sua immensa personalizzazione. La stanchezza comincia però a farsi sentire, oltre a essere leggermente sbilanciato, con i più esperti del genere che potrebbero trovare l’intera esperienza fin troppo semplice.
Sembra di giocare un anime
Quando abbiamo citato il fatto del cosiddetto “anime style” non si stava esagerando, perché anche solo dall’ottima opening di apertura sembra davvero di star giocando una qualche serie animata giapponese. I modelli e il mondo di gioco rispecchiano soprattutto questa caratteristica, con il PhyreEngine che riesce a splendere proprio nell’ossatura dei personaggi. Il team di sviluppo è riuscito a riprodurre fedelmente i disegni degli artwork, rendendo davvero piacevole agli occhi le principali figure dell’opera. Purtroppo non possiamo dire lo stesso degli ambienti di gioco, in cui notiamo effettivamente che il motore operato è abbastanza vecchiotto. Pare, insomma, di star giocando a qualche remastred di un titolo per PsVita o della scorsa generazione, e questo è un vero peccato. Bisogna però apprezzare come, almeno nell’edizione PlayStation 4 da noi testata, non siano presenti cali di frame rate, bug, glitch o sbavature di sorta, dimostrando ormai come il team sia diventato esperto nel lavorare con l’engine in questione. Per finire, i nemici semplici risultano piuttosto generici e anonimi, a differenza di quelli principali che presentano design sempre più variegati ed esagerati.
Il doppiaggio giapponese risulta azzeccato, con tanto di mosse speciali urlate come i più classici shonen ci insegnano. Purtroppo non possiamo dire lo stesso di quello inglese, in cui alcuni personaggi possiedano delle voci decisamente poco professionali. In ogni caso è possibile modificare il tutto in qualsiasi momento dalle opzioni, e perfino mutare tutti quanti se si vuole ascoltare esclusivamente la stupenda colonna sonora della produzione. Quest’ultima risulta, infatti, uno dei punti cardine di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV, dimostrando ancora una volta come i compositori di Nihon Falcom conoscono alla perfezione il proprio lavoro. Le tracce qui inserite sono perfette, adatte a ogni situazione e capaci di rappresentare al meglio il tono epico delle vicende narrate.