La storia di The Last of Us Parte II è di quelle che ti si attaccano addosso, un viaggio spietato nei sentimenti umani capace di emozionare come pochi altri titoli sanno fare. Nel 2020, quando approdò su PlayStation 4, Naughty Dog riuscì a catturare l’attenzione di milioni di giocatori con un racconto di vendetta e di dolore, in cui ogni singola azione ha un peso morale preciso. A distanza di pochi anni è arrivata anche la Remastered su PlayStation 5, un’operazione che in molti hanno giudicato controversa per la rapidità con cui si è passati dalla versione originale a quella “potenziata”. Oggi, però, ci ritroviamo finalmente davanti alla versione PC di The Last of Us Parte II Remastered, un’uscita che permette a tantissimi giocatori di vivere (o rivivere) le vicende di Ellie e Abby su una nuova piattaforma, con migliorie tecniche e contenuti extra degni di nota. Nel corso di questa recensione approfondiremo tutti gli elementi che rendono unica l’esperienza su PC, dalla resa grafica alle novità introdotte, passando per la curiosa (e riuscitissima) modalità Senza Ritorno.
Ritorno a una storia senza compromessi
Per chi non lo sapesse, la trama di The Last of Us Parte II prende piede cinque anni dopo la conclusione del primo capitolo: Ellie e Joel si sono stabiliti a Jackson, un piccolo insediamento che cerca di resistere al mondo post-apocalittico infestato dagli infetti. L’equilibrio, tuttavia, viene spazzato via da un evento traumatico che spinge Ellie a intraprendere un viaggio di vendetta. In questo contesto, emerge la figura di Abby, personaggio chiave che ribalta prospettive e convinzioni. Il gioco si snoda così in una continua alternanza di punti di vista, mostrati con una crudezza e una maturità che lasciano spesso il giocatore con il fiato sospeso e uno sgradevole senso di colpa: The Last of Us Parte II, infatti, non ha paura di costringerti ad agire in modi che spesso non vorresti, rendendoti complice di atti che, in un mondo ostile, sembrano l’unica soluzione per sopravvivere.
Ed è proprio la forza della narrazione a rendere questo titolo un gioiello nel panorama videoludico. Non ci sono sconti, né finali consolatori: la sofferenza, la perdita e la disillusione diventano compagne di viaggio, in un crescendo di tensione drammaturgica che mette in discussione la stessa idea di eroe e di redenzione. Chi ha già avuto modo di giocarlo su console, ritroverà intatta la possanza del racconto e delle sue tematiche, mentre i novizi dovranno prepararsi a un turbinio emotivo senza precedenti.
Cosa cambia su PC: potenza e versatilità
Se la Remastered per PlayStation 5 aveva già messo mano a risoluzione, framerate e supporto al DualSense, la versione PC gode di ulteriori ottimizzazioni e soprattutto di una flessibilità tipica della piattaforma Windows. Prima fra tutte, la possibilità di regolare fin nei minimi dettagli le impostazioni grafiche: dall’anti-aliasing ai riflessi in tempo reale, passando per l’occlusione ambientale e il livello di dettaglio (LOD). L’obiettivo è quello di permettere a un bacino di utenti molto ampio (e con configurazioni hardware diverse) di poter godere dell’avventura senza troppi compromessi.
Naughty Dog ha collaborato con due studi per assicurarsi che gli scivoloni del passato (ricordiamo il tribolato lancio di The Last of Us Parte 1 su PC) non si ripetessero. In particolare, è stata riposta molta cura nel sistema di precompilazione degli shader, adesso dinamico e capace di distribuire il carico di elaborazione tra la fase iniziale e l’esecuzione vera e propria del gioco. Risultato? Ridotti al minimo i fastidiosi stuttering e le incertezze che affliggono spesso i porting, soprattutto quelli di titoli inizialmente concepiti per l’ecosistema console.
Il supporto a NVIDIA DLSS, AMD FSR e Intel XeSS assicura che anche chi non possiede una GPU di ultima fascia possa raggiungere un ottimo compromesso tra qualità visiva e fluidità. In particolare, con una scheda dalla potenza paragonabile a una RTX 4070 è possibile spingersi facilmente verso i 60 fps in 4K (utilizzando l’upscaling DLSS in modalità Qualità), toccando anche picchi di 90 fps disattivando la sincronizzazione verticale. Questo significa poter contare su un’esperienza incredibilmente reattiva, ideale tanto per il single player quanto per le modalità aggiuntive inserite da Naughty Dog.
Chi dispone di monitor ultrawide potrà poi godere della storia di Ellie e Abby in formati ancora più immersivi, mentre l’HDR aggiunge profondità ai colori e ai contrasti, rendendo alcune location – pensiamo a Seattle o alla zona innevata di Jackson – ancor più suggestive. Infine, il supporto al DualSense su PC (tramite connessione cablata) permette di sperimentare il feedback aptico e i grilletti adattivi come su PS5, una chicca che aggiunge ulteriore tensione, soprattutto negli scontri più concitati.
Senza Ritorno: il roguelike che non ti aspetti
Sebbene la sostanza ludica di The Last of Us Parte II rimanga, nella campagna principale, la stessa che abbiamo già avuto modo di apprezzare, la Remastered introduce una nuova modalità chiamata Senza Ritorno, vera ciliegina sulla torta per chi vuole esplorare l’universo di Ellie e Abby sotto un’altra luce.
In Senza Ritorno, la progressione del personaggio assume una veste da roguelike, con location e sfide che si susseguono a ondate, generando una costante pressione sul giocatore. L’unica regola chiave è la morte permanente: una volta sconfitti, si ricomincia da capo. All’interno di questa modalità potremo scegliere diversi percorsi (location differenti da esplorare), affrontare nemici umani e infetti in scenari progressivamente più complicati e potenziare le nostre armi o abilità di crafting, utilizzando tre diverse valute che troveremo in giro o otterremo completando gli obiettivi di ogni missione.
Ma la parte più interessante è la progressione dei personaggi e la struttura a sblocco, che aggiunge ulteriori stimoli: completare determinati incarichi permette di sbloccare nuovi personaggi, costumi, skin e persino piccole variazioni di gameplay. Il divertimento, su PC, si arricchisce di quattro nuove mappe inedite e di due personaggi extra: Bill e Marlene, che vanno a unirsi ai dieci già disponibili e selezionabili dopo aver soddisfatto i requisiti di gioco. Non è un contenuto buttato lì tanto per fare numero: l’idea di Naughty Dog è di offrire una sfida parallela, slegata dalla narrazione principale ma perfettamente ancorata al mondo di The Last of Us. Il risultato è una modalità sorprendentemente solida, in grado di intrattenere per diverse ore chiunque apprezzi le dinamiche da roguelike e desideri misurarsi con un livello di sfida ragguardevole.
Il Free Play della chitarra e altri extra
Un altro extra simpatico che ha fatto la gioia dei fan è la modalità Free Play della chitarra, introdotta inizialmente su PS5 e presente anche su PC, in cui ci si può sbizzarrire suonando diversi brani e strumenti. Nel gioco originale la chitarra era un mero espediente narrativo (peraltro amatissimo e diventato immediatamente virale sui social), ma in questa Remastered trova maggiore spazio con un mini-gioco più completo, una vera e propria “zona franca” in cui divertirsi senza la tensione costante del mondo esterno. E chi ha un controller con supporto touch (come il DualSense) può sfruttare appieno questa feature, ricreando, con un po’ di pratica, canzoni famose o improvvisazioni originali.
Altre aggiunte riguardano i Livelli Perduti in pre-alpha, speciali sezioni separate dalla campagna dove è possibile sbirciare il “dietro le quinte” dello sviluppo, e un set di commenti degli sviluppatori che si possono attivare per ascoltare aneddoti e curiosità direttamente dalle voci di chi ha creato il gioco. Inoltre, i collezionisti avranno di che gioire grazie a numerose skin sbloccabili e alla modalità Speed Run, pensata per gli amanti della competizione contro il tempo.
L’ombra del prezzo e della tempistica
È innegabile che, sin dalla sua prima uscita su PS4, The Last of Us Parte II abbia sollevato discussioni anche in merito alla sua frequenza di riedizioni. Il primo capitolo era già stato riproposto in una veste rimodernata a breve distanza dalla release originale, e questo secondo capitolo ha seguito un percorso simile, arrivando su PS5 in versione Remastered a soli tre anni di distanza dal lancio su PS4. Ora, con l’ulteriore edizione PC, alcuni potrebbero storcere il naso di fronte alla politica di Naughty Dog e Sony, ma è anche vero che l’arrivo su Windows rappresenta il debutto del gioco su una piattaforma fino ad ora esclusa.
Sul fronte del prezzo, non ci sono rivoluzioni: l’edizione PC è proposta a 50€, mentre l’eventuale upgrade dalla versione PS4 su console rimane fissato a 10€. Per chi non l’ha mai giocato, l’investimento vale ogni singolo centesimo, vista la mole e la qualità dei contenuti. Per chi invece lo ha completato su PS4 e poi ripreso su PS5, la scelta di acquistare ancora una volta il titolo su PC potrebbe essere più “da collezionista” o da fan irriducibile, magari allettato dalla prospettiva di vederlo girare in 4K e 60 fps stabili o di provarne la versione ultrawide e la modalità roguelike.