I tre moschettieri del volante, Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James “Capitan Lento” May, sono tornati a sfrecciare su rombanti bolidi costosissimi ed altri decisamente meno blasonati, oltre che su veicoli improvvisati e tutto ciò che abbia un motore e che possa in qualche modo spostare l’essere umano da un punto “a” fino ad un punto “b”. Sarà questa la stagione del consolidamento del programma, The Grand Tour di Amazon per permettere a tutti di dimenticarci del passato e sfrecciare verso un futuro migliore? Forse si e forse no.
Ripartire in tre
Jeremy Clarkson ci fa da anfitrione e proprio all’inizio della puntata inaugura una sorta di carosello nel quale sono visibili diverse avventure e sventure che i nostri eroi non più tanto giovani hanno vissuto in questo ultimo anno di lavoro; di tempo ne è passato, decisamente di più rispetto al divario che è intercorso tra la prima e la seconda stagione, ma sembra che ce ne aspettino delle belle. Abbiamo potuto vedere in anteprima il primo episodio, dove si riparte in quarta con una generosa “sfida” che vede protagoniste tre muscle car americane:
- Ford Mustang RTR Spec 3
- Camaro Hennessey The Exorcist
- Dodge Challenger Demon
La prima delle tre “ragazze”, la Mustang, monta un motore V8 da 5 litri con comodi 700 cavalli di potenza, mentre la più esotica delle tre, la Camaro, è equipaggiata con un V8 Supercharged che sviluppa 1000 cavalli di potenza; ultima ma non per importanza troviamo la Dodge Demon che risulta quasi sconosciuta ai più qui nel Bel Paese ma che vanta un V8 da 6200 litri, sviluppa una potenza di 808 cavalli ed è disegnata per le Drag Race (ovvero le corse sul dritto da un quarto di miglio, Dominic Toretto di Fast and Furious apprezzerebbe) ed è un vero demone in quella specialità. Dopo una serie di prove e test (che non vi sveleremo) nella città dei motori, Detroit, i ragazzi tornano in studio più carichi che mai, soprattutto di sarcasmo.
Oltre al servizio lungo, nella puntata Jeremy Clarcks si ritroverà a bordo di un 4 litri V8 da 789 cavalli: stiamo parlando della nuova McLaren Senna, vettura dedicata al famoso pilota da corsa leggendario, capace di far correre più veloce qualsivoglia mezzo di locomozione gli si mettesse tra le mani.
Tornati alle origini
Questa prima puntata parte in sordina per la terza stagione che, già dalla precedente, ha smesso di essere del tutto “itinerante” ed ha permesso ai ragazzi di stabilirsi in Inghilterra. Torna prepotente il “Il Viale Della Chiacchierata”, una sorta di siparietto in cui i tre protagonisti dello show si divertono a parlare come fossero al bar sotto casa, dissacrando e stravolgendo ogni sicurezza sul mondo dei motori. Manca invece l’ospite famoso che, sebbene nella prima stagione morisse sempre (naturalmente per finta), nella seconda invece raddoppiava, proponendo una sfida tra due celebrità pronte per guidare su pista delle Jaguar. La puntata è in generale un pochino sotto tono e non si può fare a meno di dire che è stata una puntata tutto sommato sedentaria, almeno in studio, dove sebbene i tre eroi riescano a tenere banco con battute interessanti, non si respira quella magia tipica che c’era sia nel vecchio Top Gear, sia nelle precedenti stagioni. Non ci sentiamo di bocciare la puntata ma nemmeno di promuoverla a pieni voti. Che sia questo un ritorno alle origini dunque? Del resto l’episodio si rifà molto alle vecchie puntate del programma che li ha lanciati; presto per dirlo, per ora il risultato è medio e non alto come ci si aspetta da Clarkson, Hammond e May.