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The Falcon and The Winter Soldier – Recensione dell’episodio finale

Siamo giunti alla recensione dell’episodio conclusivo della serie, esclusiva Disney +, The Falcon and The Winter Soldier che in 6 episodi da circa 50 minuti l’uno ha raccontato alcune vicende avvenute in seguito alla sconfitta di Thanos in Avengers: Endgame. I Marvel Studios hanno puntato i riflettori su Sam Wilson/Falcon (Anthony Mackie) e Bucky Barnes/Soldato d’Inverno (Sebastian Stan), seguendoli mentre rivelano un mondo spezzato e con forti conflitti sociali. Il sesto e ultimo episodio della serie è disponibile su Disney + da oggi, venerdì 23 aprile.

Attenzione: questa recensione contiene informazioni riguardanti la trama dei primi 5 episodi di The Falcon and The Winter Soldier, vi invitiamo a continuare la lettura in maniera consapevole.

Abbasso le barriere

Durante i 5 anni del “blip”, ossia la scomparsa di metà della popolazione mondiale causata da Thanos, i sopravvissuti avevano ricreato un equilibrio. Molte barriere tra popoli e classi sociali erano state abbattute, lasciando il posto a un’integrazione e una collaborazione profonde e necessarie per il ripristino dell’ordine. In seguito agli avvenimenti di Avengers: Endgame, il ritorno di tutti coloro che erano scomparsi ha avuto importanti conseguenze, prima tra tutte la creazione di nuove barriere, in sostituzione delle vecchie che erano state abolite. I Flag Smasher (Spezzabandiera), guidati dalla giovane Karli Morgenthau (Erin Kallyman), hanno l’obiettivo di riunire tutti i popoli sotto un’unica bandiera, come suggerito anche dal loro motto: un mondo, un popolo.

Karli ha dimostrato di dare grande importanza alla sua missione, e di essere disposta a tutto pur di portarla a termine. Ha vissuto da vicino la sofferenza degli emarginati e, grazie al suo carisma, ha fatto sposare la sua causa a molte persone in tutto il mondo. Il siero del supersoldato che le scorre nelle vene ha rafforzato il suo potere e allentato i suoi scrupoli, ma non è riuscito a renderla un’assassina priva di emozioni. Sente da vicino il dolore delle persone, sebbene questa consapevolezza non basti a fermarla. Nell’episodio finale, Karli si scontra con persone che condividono la sua missione, ma non appoggiano il modo in cui la sta portando avanti. Sam e Bucky avrebbero potuto essere alleati potenti, e sono in grado di metterle i bastoni tra le ruote in modo pericolosamente efficace, ma si rifiutano di affiancarla nei suoi atti di terrorismo, seppur comprendano il motore che la spinge.

Karli

Nel sesto episodio, gli scontri tra fazioni non mancano di certo. Karli e i Flag Smasher colpiscono le più importanti personalità del panorama politico americano, tentando di smuovere le acque e far sentire la propria voce. Dall’altra parte, Sam e Bucky tentano di porre un freno alle azioni della ragazza e riportarla sulla via della ragione. Non vorrebbero combattere contro di lei, ma non possono tollerare che vengano commessi altri omicidi in nome della sua causa. Bucky, in particolare, ricorda ancora con orrore le azioni commesse mentre era sotto il controllo dell’Hydra, impotente e spietato, e non può dimenticare il volto di coloro che sono morti per causa sua. Per Karli potrebbe essere diverso?

A te, Captain America

Il ruolo di Captain America è stato sofferto per l’intera durata della serie TV. John Walker/U.S. Agent (Wyatt Russell) è stato investito di un titolo e un ruolo che non è riuscito a rispettare, trasformando il simbolo sul suo costume in un’ossessione. Nel quarto episodio ha perso il controllo, uccidendo a sangue freddo uno degli alleati di Karli per vendicare la morte del suo migliore amico e compagno di battaglia, Lemar Hoskins/Battlestar (Clé Bennett). In seguito all’omicidio, l’America lo ha privato del ruolo di Captain America e lo ha sollevato da tutti i suoi incarichi. Nella scena post credits della puntata 5, John viene mostrato mentre costruisce un nuovo scudo con l’inconfondibile decorazione firma di Steve Rogers. Poco importa se il metallo non è vibranio, quello che conta è continuare a vestire i panni di Captain America per trovare Karli, la principale colpevole della morte di Lemar.

Il vero scudo di Steve Rogers è nelle mani di Sam, che ha deciso di tenerlo e imparare a maneggiarlo. In un dialogo con Isaiah Bradley (Carl Lumbly), un supersoldato che ha visto la stessa patria che lo ha creato imprigionarlo e privarlo di ogni cosa, è emerso il vero volto dell’America del dopoguerra, pronta a sfruttare i suoi uomini per poi liberarsene quando non sono più utili. Sam è pronto per sostituire Steve Rogers nel ruolo di Captain America, ma il Paese non accetterà che a indossare il simbolo che lo rappresenta sia una persona di colore. Il piano di Karli, però, è ormai avviato, e Falcon non intende chiedere il permesso per utilizzare lo scudo e sostituire John Walker, che ha dimostrato di essere totalmente inadatto al ruolo. Possiede tutte le carte per giocare una mano vincente, ed è arrivato il momento di piazzarle sul tavolo.

Il cerchio si chiude

Nell’ultimo episodio, tutti i nodi vengono al pettine. I veterani dell’universo Marvel, i conoscitori delle storie a fumetti e coloro che hanno osservato con attenzione (nemmeno troppa, in realtà) le puntate precedenti della serie, avranno sicuramente intuito chi si cela dietro l’identità di Power Broker, il responsabile della proliferazione del siero del supersoldato. Questo enigmatico personaggio è pronto a rivelarsi e prendere parte alla battaglia finale, ma quale sarà la fazione per la quale combatterà?

Anche John Walker raggiunge il luogo degli scontri, impugnando il suo nuovo scudo e indossando ancora il costume di Captain America. La sua sete di vendetta è molto forte, ma di fronte alla necessità di aiutare chi è in pericolo quale sarà il sentimento che prevarrà? Dopotutto, prima che gli venisse affidato lo scudo di Steve Rogers, era riuscito a guadagnarsi il rispetto dell’America grazie ai suoi meriti in guerra, e i suoi valori potrebbero non essere del tutto annebbiati dall’ossessione e dalla rabbia.

Sam Wilson Falcon

L’episodio 6 è una degna conclusione della serie, ma il produttore dei Marvel Studios, Nate Moore, ha discusso sulla possibilità di una seconda stagione. Alcuni punti interrogativi rimangono senza risposta, come avvenuto anche per la serie WandaVision, ma i due spettacoli sono profondamente differenti. Secondo Moore, non è possibile tornare al mondo creato da Wanda, ma per The Falcon and The Winter Soldier la musica cambia. Ci sono diversi progetti in corso d’opera, idee per proseguire con la trama e darle una nuova spinta, e i Marvel Studios sono favorevoli alla realizzazione di nuovi episodi. Non ci resta che goderci l’episodio finale e aspettare nuove conferme.

The Falcon and The Winter Soldier

8

L'episodio conclusivo della serie è un inseguirsi di scontri e sentimenti contrastanti. Desiderio di vendetta o di rivalsa, brama di potere, tentativi di concludere la propria missione e fedeltà a importanti valori morali si alternano e si intrecciano. I personaggi ricevono il giusto epilogo, anche se alcuni punti avrebbero meritato un approfondimento maggiore. La puntata scorre rapida e fluida, l'ambientazione costruita per il finale è in linea con le atmosfere cupe del resto della serie e i protagonisti rimangono fedeli a sé stessi e alle proprie ideologie.

Martina Lembo
Cresciuta a pane e videogiochi, la sua passione per il mondo videoludico è nata negli anni '90 e si è sviluppata, un pixel dopo l'altro, a partire dalla sua prima cartuccia, Pokémon Giallo (che tutt'ora custodisce gelosamente). Laureata in Fisica e specializzata in Tecnologie Avanzate, è una lettrice accanita, adoratrice del MCU, divoratrice di film anni '80, amante dei giochi di ruolo e da tavolo, e cosplayer occasionale. Non resiste al fascino del vintage. Potrebbe capitarvi di vederla setacciare il web alla ricerca di cartucce originali per Atari 2600.

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