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The Elder Scrolls Online Waking Flame – Recensione del nuovo DLC

The Elder Scrolls Online ha una lunghissima storia di successi e insuccessi, accomunati soltanto da un’incessante ricerca, da parte del team di sviluppo, di metodi per continuare a vendere il proprio MMORPG. L’opera di Bethesda e Zenimax ha dimostrato negli anni di esser più che capace di mantenere attiva la sua base di utenti, riproponendo ogni anno delle espansioni o DLC più o meno importanti. Il contenuto aggiuntivo più recente, Waking Flame, è riuscito in qualcosa che pochi altri DLC sono stati capaci di fare: dimostrare i più grandi difetti di The Elder Scrolls Online. Volendosi posizionare come una successione degli eventi di Blackwood, una delle espansioni più riuscite soprattutto per quanto riguarda il comparto narrativo, Waking Flame vorrebbe presentarsi come una side quest di spessore, il cui obiettivo è quello di arricchire la trama dell’arco narrativo de I Cancelli dell’Oblivion. Al contrario, i due dungeon inclusi nel pacchetto sono tanto dimenticabili quanto banali e non riescono mai davvero a far brillare questo DLC; non che ne abbia avuto il potenziale, sia ben chiaro. Se siete curiosi di scoprire come mai queste nuove aggiunte non siano state capaci di centrare l’obiettivo, non dovete far altro che continuare a leggere la nostra recensione di The Elder Scrolls Online Waking Flame.

A cosa serve davvero Waking Flame?

Il problema più grande deriva dalla palese ovvietà di come il team di sviluppo abbia dovuto realizzare Waking Flame non per ragioni creative, avvalorando l’attuale arco narrativo, bensì per motivi economici. La necessità di spremere gli eventi precedentemente avvenuti ha di fatto comportato un prodotto che non ne è neanche lontanamente all’altezza e, ancora peggio, che mette in mostra quanta poca attenzione sia stata riposta nella sua realizzazione. Al fine di smettere di criticare negativamente la produzione senza dei precisi presupposti analitici, è bene esplorare nel dettaglio i due dungeon messi a disposizione, The Dread Cellar e Red Petal Bastion.

Partendo dal considerare che soltanto cercare una partita ha richiesto spesso più di 30 minuti, nonostante abbiamo provato il DLC con un collega, quello che abbiamo scoperto una volta passate le prime porte dei dungeon ci ha lasciato a dir poco basiti: la quantità di bug e glitch presenti è sconvolgente, al punto tale che finiscono spesso per rovinare completamente l’esperienza complessiva. Per farvi un esempio, nella primissima run di Red Petal Bastion, giunti nella stanza del boss finale, quest’ultimo era invisibile e di conseguenza impossibile da attaccare. L’unico modo per completare il dungeon era far morire l’intera squadra e riprovare fin quando non fosse apparso, divenendo finalmente attaccabile. Questo, in un MMORPG come The Elder Scrolls Online, è assolutamente inaccettabile, soprattutto considerando che il semplice trovare una partita ha richiesto una mezz’ora abbondante e molti utenti dovranno rigiocare più volte tale dungeon.

The Elder Scrolls Online Waking Flame

Sebbene sia Red Petal Bastion che The Dread Cellar abbiano mostrato gli stessi difetti, il primo è stato senza dubbio quello più aggravato da bug, seppur sia anche il più originale dei due. Il villaggio dei Cavaliere della Rosa d’Argento fa da palcoscenico a un comparto narrativo poco originale e decisamente già visto nelle precedenti espansioni, seguendo il modello che ha accompagnato gli amanti del grinding fino alla nausea. Presenta però una notevole dose di boss secondari e segreti da scoprire che possono comunque regalare qualche minuto in più di divertimento, soprattutto se si è in compagnia di amici. Non proprio incredibili però i combattimenti con i nemici più potenti e puntiamo il dito soprattutto verso un boss finale anonimo e privo dello spessore che dovrebbe caratterizzare sia l’estetica che il moveset di un personaggio così importante per un dungeon.

The Dread Cellar, al contrario, può vantare di una buona varietà e difficoltà di boss, al punto tale che credevamo di star combattendo quello di fine dungeon per poi scoprire di essere soltanto a metà strada. Qui il livello di difficoltà sale di molto, raggiungendo picchi non indifferenti che richiedono una sinergia di squadra ben bilanciata. Interessanti anche i combattimenti, sempre guarniti con condizioni o situazioni molto particolari. Tuttavia, neanche in questo caso la nostra esperienza è stata esente da bug, costantemente presenti. Boss che non appaiono, porte che non si aprono e giocatori lasciati fuori da portali chiusi e mai più riaperti: ultimamente The Elder Scrolls Online si sta inspiegabilmente riempiendo di questo genere di problemi e, ad essere onesti, ci aspettavamo che il DLC di Waking Flame avrebbe quantomeno limitato i bug. Proprio per questo motivo siamo rimasti sconcertati di fronte a una crescente quantità di questi problemi, che a quanto pare stanno affliggendo molti altri giocatori.

Cosa sta accadendo a The Elder Scrolls Online?

Sia Red Petal Bastion che The Dread Cellar hanno messo in mostra i difetti di The Elder Scrolls Online, che con il passare del tempo divengono sempre più evidenti. D’altro canto, però, dobbiamo ammettere che le ricompense offerte potranno senza dubbio far contenti molti appassionati, data soprattutto la varietà di caratteristiche ed effetti speciali che i drop più rari potranno offrire. Se consideriamo anche delle sostanziose modifiche apportate al sistema Champions, possiamo affermare tranquillamente che l’aggiornamento portato da Waking Flame sia comunque particolarmente importante e tutt’altro che secondario, sebbene siamo sicuri che non tutti i giocatori di The Elder Scrolls Online ne potranno effettivamente trarre vantaggio.

The Elder Scrolls Online: Waking Flame

5.7

Sebbene questo DLC non riesca a far percepire un briciolo di originalità, comprendiamo che ESO non sia sempre la produzione migliore da cui avere aspettative. In passato, Bethesda e Zenimax sono state capaci di presentare espansioni e DLC di grande spessore che offrivano un valore aggiuntivo reale all’enorme MMORPG. Tuttavia, gli ultimi mesi hanno messo in mostra un impegno - purtroppo - sempre minore e che non rende giustizia a cosa The Elder Scrolls Online può essere. La criticità con cui abbiamo valutato questo DLC è quasi da considerarsi come un grido di disperazione: ESO ha un potenziale enorme che se sfruttato può davvero introdurre moltissimi giocatori e mantenere quelli già esistenti. Ma se ci si perde in DLC inutili e poco rilevanti alla trama, una quantità di bug crescente e problemi che l’opera si porta dietro come una triste eredità, allora possiamo considerar segnato già da adesso il futuro del gioco.

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