The Caligula Effect 2 – Recensione, fuga dal mondo virtuale (di nuovo)

The Caligula Effect 2 punta a raccontarsi tramite un gameplay tradizionale ma ripetitivo, nonostante un po' rivisitato, ecco la recensione.

Sara Pandolfi
Di Sara Pandolfi - Editor Recensioni Lettura da 6 minuti
5.5
The Caligula Effect 2

The Caligula Effect non è certamente uno dei giochi tra i più indimenticabili della scorsa generazione ma, nonostante tutto, il team di FuRyu ha deciso di dare al franchise una seconda opportunità, pubblicando The Caligula Effect 2, che analizziamo oggi in recensione. Sarà riuscito questo sequel a migliorare la struttura di un gioco che, tutto sommato, partiva da basi piuttosto interessanti? Scopriamolo andando per gradi.

Trama ispirata, ma non coinvolge

Cominciamo parlando della trama di The Caligula Effect 2, sottolineando che non sarà estremamente necessario giocare il primo capitolo per comprendere lo svolgimento dei fatti, ma consigliamo in ogni caso di farlo prima di passare a questo, in quanto i due giochi condividono tra loro personaggi e avvenimenti che possono essere compresi pienamente solo mettendo mano anche al titolo del 2016.

La storia, come nel precedente capitolo, ci vede prigionieri di un mondo virtuale, “Redo”, del quale solo noi (protagonista liceale di genere maschile o femminile rigorosamente muto) e pochi altri eletti avremo la consapevolezza.

Ad accompagnarci nel nostro viaggio all’interno di questa vera e propria simulazione della realtà avremo X, una bambola virtuale desiderosa di opporsi a Redo,  l’ideatrice del freddo mondo virtuale: grazie ai poteri di X saremo capaci di fronteggiare con l’uso di varie armi i nostri nemici, ossia coloro che sono “caduti vittima” della simulazione: compagni di liceo, impiegati, e altri abitanti della città.

La trama principale dell’esperienza (che ci terrà impegnati per una durata di circa 40 ore, come il suo predecessore) vi sarà assai familiare se conoscete il primo capitolo, ma anche i neofiti si troveranno di fronte ad un gioco senza particolari colpi di scena.

I personaggi, forse ad eccezione di X, non ci sono sembrati particolarmente caratterizzati, diventando per la maggior parte dei veri e propri stereotipi viventi: l’originalità è pressoché assente anche per quanto riguarda il character design, a parte solo pochissime eccezioni.

Da sottolineare, in ogni caso, che tutti i personaggi principali risultano essere ben doppiati (anche se rigorosamente in giapponese) e che, comunque, sono presenti sottotitoli in lingua inglese (come titoli di questo genere ci hanno ormai abituati da anni), con la lingua italiana è invece del tutto indisponibile.

Un gameplay inutilmente complesso

Lato più originale di The Caligula Effect 2 è sicuramente il gameplay. In questo non ci riferiamo ovviamente all’esplorazione dell’Overworld, dato che si tratta di un semplice controllo del personaggio in terza persona, con la possibilità di raccogliere oggetti, attivare meccanismi, sferrare calci ai nemici distratti, o di impegnarsi nel completamento di semplici missioni secondarie. L’originalità sta infatti nel combattimento.

Lo stile tipicamente “statico” dell’RPG vecchia scuola cede il passo ad un sistema al limite del gioco di strategia, dove tempismo, posizionamento del personaggio nel “campo di battaglia” e combinazione nella scelta di tempo e modalità con i nostri alleati, saranno la prassi.

Abbiamo però trovato che tale struttura fosse, almeno nelle fasi al di fuori delle boss fight, praticamente fine a sé stessa: una complicazione che certamente denota una certa cura da parte del team di sviluppo, ma che non trova utilità pratica in gran parte degli scontri.

Coloro che hanno giocato il primo capitolo della serie troveranno il gameplay sostanzialmente invariato, mentre coloro che si avvicinano al franchise per la prima volta potrebbero, almeno inizialmente, andare in confusione di fronte ad una vagamente utile profondità dello stile di combattimento. Trattandosi inoltre di un titolo piuttosto longevo, vi renderete presto conto di essere di fronte ad un sistema capace di annoiare dopo poco tempo.

Uno stile grafico “d’altri tempi”

Passiamo ora ad uno degli aspetti che in assoluto ci ha convinti di meno: lo stile grafico. The Caligula Effect 2 è un JRPG d’altri tempi, ma in senso fortemente negativo. Scenari scarni e squadrati, animazioni legnose, cutscenes praticamente prive di un’impostazione cinematografica (che si sarebbe invece ben sposata con il mondo 3D e dalle proporzioni realistiche) ed espressività facciale dei personaggi praticamente assente. Sommando tutto, il risultato è un  gioco vecchio di almeno due generazioni sul lato tecnico.

Anche la colonna sonora ci è sembrata, purtroppo, molto poco ispirata e piuttosto ripetitiva. Avendo giocato la versione per PS5, possiamo fare una considerazione per quanto riguarda i trofei: la maggior parte potranno essere ottenuti proseguendo nella trama, mentre gli ultimi richiederanno il completamento di alcune missioni secondarie. Tutto sommato, un gioco non difficile da platinare, per quanto ci impiegherete diverse ore.

The Caligula Effect 2
5.5
Voto 5.5
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Editor
Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande N.