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The Boys – Anteprima dei primi 3 episodi della serie di Eric Kripke

Se c’è un elemento che spesso sa definire la qualità di un’opera fumettistica di qualsiasi genere, sono sempre e solo gli autori: in molti fumetti americani dei personaggi riescono a sopravvivere o meno alla morte (editoriale) grazie esclusivamente al gruppo formato da scrittore, disegnatore e colorista. Tra i tanti nomi del panorama contemporaneo, ce n’è uno che è sinonimo spesso di violenza: badate bene, non parliamo di quella fine a sé stessa, ma di violenza come mezzo per raccontare storie taglienti, pungenti, intriganti. Parliamo di Garth Ennis, penna già vista su The Punisher, su tante opere originali, e anche su questo The Boys, che dal 26 luglio arriverà su Amazon Prime Video (e che è stato rinnovato già per una seconda stagione).

Eravamo 5 amici al bar

La premessa di The Boys (il fumetto) è molto semplice: il mondo è pieno di supereroi, al punto che per l’azienda Vought è un business multimiliardario fatto di film, gadget, apparizioni pubbliche e quant’altro. Se l’idea lampante è che il denaro può macchiare anche il più puro degli uomini, allora pensate cosa può fare a degli esseri dotati di poteri che non sono per niente puri. In questo modo Garth Ennis descrive una società supereroistica diametralmente opposta a quella idealizzata sui fumetti Marvel e DC Comics, inserendoci all’interno orge, omicidi, insabbiamenti, vizi e quant’altro. A cercare di arginare questo problema ci pensano questi The Boys, che (sempre nel fumetto) già dai primi capitoli si trovano a dover risolvere dei problemi con dei super fuori di testa (e questi problemi, tendenzialmente, si concludono sempre con l’omicidio).

La premessa della serie tv è la stessa, semplicemente più diluita: il fumetto, preso come media, permette un ingresso più veloce di personaggi e vicende che invece un’opera audiovisiva deve razionare per poi servirla allo spettatore. Per questo motivo i vari personaggi inizieranno ad incontrarsi tra di loro col tempo, arrivando ad essere inseriti di volta in volta. Sebbene questo alteri un po’ il ritmo del prodotto, seppur le strade percorse tra fumetto e serie siano diverse sotto molteplici aspetti, molti risultati e punti focali rimangono identici, offrendo una nuova prospettiva ai lettori dell’opera originale e, allo stesso tempo, un prodotto adeguato per la TV.

La storia è raccontata sotto due punti di vista: da un lato abbiamo Hughie, normalissimo ragazzo (che nel fumetto aveva le sembianze di Simon Pegg) che vedrà la sua vita stravolta per una serie di avvenimenti, dall’altro abbiamo Starlight, supereroina neofita che si scontrerà con il muro dell’illusione idilliaca dei Sette, supergruppo (tipico dei fumetti).

Una trasposizione fedele

Abbiamo potuto vedere soltanto i primi 3 episodi in lingua originale, ma per ora The Boys è una trasposizione fedele all’opera originale, ma non per le dinamiche, bensì per i concetti: i vari personaggi infatti posseggono una propria anima che, a scanso delle piccole variazioni sul tema, si trova molto in sintonia con quella su carta stampata. Abbiamo quindi Karl Urban nei panni di Billy Butcher, capo del gruppo, Jack Quaid come Hughie, Tomer Kapon sarà il Francese (chiamato nella serie Frenchie), Laz Alonso il gigantesco Latte Materno e infine, ciliegina sulla torta, Karen Fukuhara come la Femmina. Sebbene nelle prime tre puntate non sia ancora comparso, con molta probabilità sarà presenta anche il membro extra del team, Terrore, il cane di Butcher. Dal lato dei supereroi invece troviamo un Patriota fantastico, che indossa il volto di Antony Starr (e canzona un po’ Superman), la “Wonder Woman” della serie (chiamata Queen Maeve) interpretata da Dominique McElligott, e l’oscuro Black Noir, interpretato da Nathan Mitchell (sebbene non se ne veda ancora il volto).

Ci sono altri eroi affianco a questo trio classico come A-Train (Jessie Usher) e The Deep (Chace Crawford). Tutti quanti sono gestiti da Madelyn Stillwell, che gestisce l’azienda e che è interpretata da Elisabeth Shue.

Tanti i richiami al mondo dei supereroi: ognuno di essi rappresenta degli stereotipi già visti nei fumetti Marvel e DC, che però diventano qui quasi parodistici, colorandosi di una violenza senza precedenti. La serie, trasponendo tutto ciò, presenta delle scene molto violente, gore e talvolta al limite del reale, lasciando sempre uno stato ansiogeno (più grande a seconda di quanto conoscete la serie). E quando gli eroi si comportano come bambini viziati che vogliono tutto senza pensare alle conseguenze, mentre un manipolo di persone strambe e violente cerca di ridurli (e spesso ammazzarli), chi è dalla parte del giusto?

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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