Cinema e TVImpressioni

The Boys 2 – Anteprima, la caccia ai Super continua

Il fumetto fu talmente violento e contro i supereroi che la DC Comics, prima azienda che stampò sei di questi volumi, rinunciò ai diritti rischiando di non far uscire questa perla fumettistica. Fortunatamente la Dynamite Entertainment la prese e permise al fantastico duo Ennis-Robertson di far uscire una tra le migliori storie dei (o meglio contro) supereroi. The Boys, edita in Italia da Panini Comics (6 volumi deluxe comprendono tutta la storia, mentre un numero aggiuntivo è uscito da poco in America e arriverà in Italia nei prossimi mesi), risponde in modo violento e splatter alla domanda “chi controlla i controllori? (who watches the watchers?)”.

Con una seconda stagione pronta ad uscire (il 4 settembre con i primi tre episodi, quelli che abbiamo visto, e poi uno a settimana per il resto della stagione) abbiamo messo le mani su una manciata di ore di questa serie e siamo pronti a raccontarvi qualcosa, ovviamente senza spoiler.

Senza limiti

La prima stagione di The Boys è stata sicuramente un esperimento: tale violenza e tali argomenti – nonostante oggi siano più sdoganati di allora – riescono sempre a far storcere il naso ai puristi. Per fortuna il successo è stato tale da permettere la realizzazione di questa seconda stagione e la programmazione di una terza. Le prime tre puntate di questo The Boys 2 ripartono dove eravamo rimasti, con le conseguenze dello scontro finale: la trama di per sé avanza in modo lineare, ma decisamente in modo più veloce della precedente stagione. Si potrebbe dire che nel primo episodio ci sia più carne al fuoco di quanta ce ne fosse in metà della stagione precedente, come se ora fossero pronti per mettere tutti gli ingredienti della frittata, e non solo le uova.

the boys 2

Se questo può interessarvi, allora vi servirà sapere anche che finalmente, The Boys (quello di Prime Video) inizia anche ad avere un po’ di fegato nel raccontare qualcosa di nuovo (o comunque in ordine diverso): specialmente con Kimiko, sembra che gli sceneggiatori si siano presi qualche libertà per renderla più umana e meno strappa-volti. Proprio lei avrà un mini arco narrativo in questa seconda stagione, quasi a ripescare il modus operandi visto sul fumetto (che a storie lunghe del gruppo intervallava storie brevi sui vari personaggi singoli). Tutto sommato le prime tre puntate sono intriganti, al punto da spingerci a volerne ancora.

Nei panni dei The Boys

La cosa che spicca subito, specialmente dalla seconda puntata in poi, sono le dinamiche del gruppo: differenti dall’originale (almeno al principio), sono capaci di tirare fuori caratterizzazioni davvero ben riuscite, aggiungendo sfaccettature ad ogni singolo umano o super, a tal punto da farci conoscere ancora qualcosa che non conoscevamo. Rimane il sentore di inaspettato (specialmente con Homelander e con la new entry), e spesso tale riflesso verrà accompagnato da sangue, violenza e altro sangue. Nonostante tutto, nulla di esagerato sapendo il concept del progetto, ma anzi molto in linea con le aspettative che i fan dovrebbero avere.

Spiccano le new entry della serie (tra tutti Giancarlo Esposito) e l’attenzione verso i dettagli è maniacale (lo si nota soprattutto nei dialoghi). Mancano ancora 5 episodi per finire questa seconda parte, ma di certo ci aspettiamo molta carne (al sangue) sul fuoco e tante rivelazioni, botte e cambi di status quo. Ovviamente non possiamo trarre un giudizio conclusivo su The Boys 2, ma torneremo a parlarne a stagione conclusa.

the boys 2

Eh ma il fumetto!?

Di solito sono sempre contrario ai paragoni delle opere quando magari nascono su un media e arrivano su un altro: ho affermato sempre come i film del MCU siano coraggiosi a distanziarsi dai personaggi dei fumetti talvolta, e continuerò a sostenerlo. Il problema stavolta – se vogliamo chiamarlo così – riguarda però il concetto stesso del prodotto. Il concetto è molto semplice: le tavole di Garth Ennis e Darrick Robertson (che hanno ispirato questa serie) partono col botto già dai primi volumi. Non si parla di splatter, di sangue o azione (di quella ce n’è a quintali anche nella serie) ma di scontri.

Una delle scene più iconiche che mi ricordo del fumetto mostra un Butcher che, davanti alle chiacchiere di Homelander (che nell’originale è meno calcolatore e più sempliciotto) rimane impassibile, osservandolo in volto con una sicurezza decisamente maggiore di quella vista nella serie. Questo avviene perché i The Boys, per poter essere i controllori dei Super, hanno nel loro sangue il Compound V, che gli conferisce abilità migliorate per tenergli testa. Sebbene capisco come questo non sia necessario per far camminare l’intreccio, rimane però un deterrente: nel fumetto i ragazzacci possono permettersi una sicurezza e una spavalderia che nella serie, almeno fino ad ora, manca. Rintanati, pronti a scappare e sempre spaventati, non sono i personaggi che chi ha letto l’opera originale conosce, e questa differenziazione, nonostante all’inizio possa essere interessante, alla lunga stanca.

Se la differenza comunque non riuscite a notarla, vi basterà vedere il comportamento di Kimiko: pronta a saltare nella mischia, sicura di sopravvivere e sempre pronta a strappare la faccia ad una persona qualunque. Ovviamente questo non è un demerito della serie, ma una critica alla scelta di voler prendere la strada lunga, come la stragrande maggioranza delle serie tv, e non quella breve (ma decisamente più intensa e particolare).

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbe interessarti anche