The Ballad Singer – Recensione del libro game creato da Curtel Games

Marco Crippa
Di Marco Crippa News Lettura da 7 minuti
8.5
The Ballad Singer

Chi ha vissuto come me gli anni ’80 e gli anni ’90 avrà sicuramente vissuto il boom dei libri game e via via anche il suo declino: Lupo Solitario, Alla corte di re Artù e La Terra di Mezzo sono solo alcuni degli esempi di libri che hanno appassionato migliaia di giovani lettori, intrattenendoli con storie mozzafiato dove erano loro a scegliere come proseguire. Come già detto poco fa, da metà degli anni ’90, con ogni probabilità per l’arrivo dei videogiochi che permettevano di fare le stesse cose, ma con l’aggiunta di un supporto audiovisivo, i libri game sono andati sempre più scemando, fino quasi a far perdere traccia di loro. Questo almeno fino a qualche anno fa quando, proprio come l’Araba Fenice, sono risorti sotto una veste rinnovata, fondendo il loro stile unico con quello dei videogiochi. Grazie ai tanti successi ottenuti dal genere sia su smartphone che su PC, anche lo studio italiano Curtel Games ha deciso di mettersi in gioco e, dopo una proficua campagna Kickstarter, ha dato vita al suo personalissimo libro game, The Ballad Singer.

Dopo averlo giocato per ore, e dopo avere sviscerato completamente la storia, siamo dunque pronti a parlarvi di questo titolo. Ci avrà colpito? Se pensi di si prosegui a pagina 149, altrimenti vai a pagina 38 (non vi preoccupate, vi basterà continuare a leggere).

The ballad Singer

 

Una storia, mille sfaccettature

The Ballad Singer racconta una storia fantasy che contrappone bene e male allo stesso modo. Grazie all’ausilio di quattro diversi personaggi giocabili (due di allineamento malvagio e due di allineamento buono), quest’opera permette al giocatore di vivere tutte le diverse sfaccettature della stessa storia. Quattro diversi protagonisti generano quattro narrazioni viste da punti di vista completamente diversi, che però si ramificano e si intrecciano tra loro centinaia di volte, intrappolando così il giocatore in una spirale ascendente di curiosità che lo spinge a rigiocare quest’opera per scoprirne di più.

Un po’ come viene rappresentato dal simbolo del Tao, le ragioni che spingono i nostri personaggi non sono mai nette, divise quindi in assolutamente buone o assolutamente cattive, ma in ambo i lati troviamo schemi più profondi che delineano una caratterizzazione straordinaria. Intrighi, desideri personali e sogni di una vita migliore riecheggiano in tutta la narrazione, mostrando al giocatore una visione un po’ machiavellica della vita, nella quale il fine giustifica i mezzi.The ballad Singer

Un libro game dalle vesti completamente rinnovate

The Ballad Singer differisce sotto diversi aspetti dai libri game a cui tutti sono stati abituati finora. La trama viene infatti sviscerata attraverso i bellissimi testi di cui si compone questo libro game virtuale, ma al contempo il gioco fornisce all’utente la possibilità di vivere quest’esperienza in maniera similare all’ascolto di un audiolibro. Tutti i testi sono infatti sapientemente doppiati sia in italiano che in inglese, e il timbro vocale e il tono utilizzato dai doppiatori riesce a rapire il giocatore e a trasportarlo di forza all’interno della storia raccontata. Ad accompagnarci in tutto il prosieguo dell’opera troviamo poi dei bellissimi artwork che aiutano il lettore a comprendere meglio le ambientazioni e le creature che troviamo passo passo nella storia e, ovviamente, a chiudere il cerchio vi è una colonna sonora davvero ben scritta, in grado di rapire definitivamente l’utente che l’ascolta e gettarlo a forza all’interno del mondo di gioco.The ballad Singer

Ma vi è una cosa completamente differente dai libri game con cui tutti noi abbiamo giocato nel nostro passato e questo non è necessariamente né un aspetto negativo, né un aspetto positivo. Ciò in cui The Ballad Singer differisce completamente dalla tradizione sono i combattimenti e le varie prove che ci vengono poste in tutta l’opera. Dite quindi addio alle statistiche del personaggio e ai combattimenti mozzafiato governati dal lancio di un D20: infatti in quest’opera il fattore aleatorio non avrà alcun peso sul prosieguo della trama, ma il vostro destino sarà deciso dalle vostre scelte, che potrebbero portarvi alla morte o a un’epica vittoria. In caso di morte, in base alla difficoltà da voi scelta a inizio partita, vi saranno fornite due diversi opzioni: utilizzare un punto fato e cambiare scelta (sono limitati) o proseguire la storia con un diverso personaggio, andando così a vivere strade alternative della stessa opera. Come anticipato il sistema utilizzato, che fonde in sé elementi tipici delle visual novel con quelli dei libri game, è croce e delizia del gioco, perché se da una parte permette al giocatore di vivere la trama con più serenità, abbandonandosi e lasciandosi trasportare completamente dalla narrazione, dall’altra perde un po’ quel fervore e quell’adrenalina che solo un combattimento vissuto in prima persona con un lancio di dadi può dare. Si tratta sicuramente di una scelta stilistica interessante, ma gli appassionati lettori di libri game potrebbero storcere un po’ il naso davanti a una serie di combattimenti esclusivamente testuali.The ballad Singer

Nulla al mondo è perfetto, nemmeno nelle ambientazioni fantasy

The Ballad Singer non è però esente da piccoli problemi: in tutta l’intera opera troviamo difetti di formattazione dei testi, che mostrano così spazi doppi, se non alle volte tripli, tra una parola e l’altra, e, anche se in casi ben più rari, in alcuni passaggi il doppiaggio differisce dal testo scritto. La verità è che, anche se non si può dire che l’opera in oggetto sia perfetta, quelle appena trattate sono comunque problematiche di ben poco rilievo, che non vanno assolutamente a intaccare la bellissima esperienza del giocatore. I difetti passano infatti in secondo piano di fronte a una narrazione così intricata e ben scritta, che è inoltre arricchita saggiamente da musiche coinvolgenti e da disegni tanto belli, quanto ispirati.

The Ballad Singer
8.5
Voto 8.5
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Il mio debutto nel mondo videoludico inizia verso la fine del 1990 con un bellissimo Commodore 64. Negli anni a venire sono passato da una console all'altra senza mai sdegnare il mio amato PC, ma senza amarne mai una in particolare. Non sono tipo da console war, io compro la piattaforma in base alle sue esclusive così da non dovermene mai pentire.