Le tre grandi tendenze che stanno cambiando l’industria dei videogiochi sono le seguenti: una tecnologia migliore, gli ambienti in stile metaverso sempre più in voga, nuovi e adeguati modelli di monetizzazione.
Con l’aumentare della concorrenza, la scala diventerà ancora più importante, dal momento che i grandi giochi sono costosi da realizzare e richiedono un vasto pubblico globale per avere successo. Anche una buona gestione del franchising e il coinvolgimento dei fan diventeranno più critici che mai, spingendo le aziende leader a metterlo al centro delle decisioni.
Il successo nel settore dei giochi per il biennio 2023-2024
Il successo richiederà di trovare e mantenere i migliori talenti creativi e tecnici, una sfida in un settore che sta perdendo sviluppatori a favore di aziende tecnologiche più grandi. Parliamo di quello che nell’ambiente è stato già definito come il salto di qualità per il contesto del gaming e la sua definitiva consacrazione su scala planetaria. In effetti visti anche i numeri che ha realizzato e ottenuto il contesto videoludico, possiamo anche parlare di un vero e proprio sorpasso e controsorpasso, ai danni di altri settori considerati affini o limitrofi, come gli audiovisivi, libri di svago, cinema e piattaforme di streaming. Non solo dato che ad esempio realtà come quelle di Apple Tv+ o Netflix, stanno già pensando di creare una libreria interna dedicata alla sezione giochi e con contenuti interattivi multimediali.
Il futuro dell’industria dei videogiochi sembra abbagliante
La domanda dei consumatori è in crescita, la tecnologia avanza rapidamente e nuovi modelli di monetizzazione stanno decollando. L’analisi di Bain prevede che le entrate globali per i giochi potrebbero crescere di oltre il 50% nei prossimi cinque anni. Il punto d’appoggio dei giocatori nei mondi virtuali, chiamati collettivamente metaverso, è molto più avanti rispetto agli altri consumatori. Tutto ciò suggerisce che il gioco prenderà il tempo dei consumatori da altre forme di media e sarà la piattaforma fondamentale per altre esperienze media e non media, diventando una parte sempre più importante della nostra vita quotidiana.
Sarà un modello vincente di lunga durata?
C’è spazio per il successo in tutto lo spettro, dai giochi immersivi ad alta risoluzione (come Red Dead Redemption 2 e Horizon Forbidden West) ai giochi a basso costo, indie e pixel art (come Stardew Valley e Among Us). L’ubiquità dei telefoni cellulari significa che anche i giochi casual free-to-play attireranno numeri enormi e aggiungeranno entrate significative ai mercati. Tuttavia, è probabile che i grandi giochi del mondo virtuale, giocati da meno giocatori ma più coinvolti su più piattaforme, contribuiscano maggiormente ai profitti del settore, come è avvenuto con i giochi da casinò come il blackjack online, senza contare tutti quei giochi che consentono opportunità di monetizzazione attraverso microtransazioni all’interno dei giochi e attraverso altre esperienze multimediali, eventi virtuali e commercio.
In che modo gli sviluppatori e gli editori di giochi dovrebbero prepararsi a sfruttare al meglio questa opportunità? Dal 2019, oltre 240 miliardi di dollari di investimenti sono stati riversati nel settore da capitale di rischio, private equity, fusioni e acquisizioni (M&A) da parte di giganti della tecnologia e dei media e solidi investimenti da parte delle società di gioco tradizionali. Proprio come abbiamo visto con le società di streaming video negli ultimi anni, dove investimenti fuori misura hanno generato un’ondata di contenuti, questo è il momento per le società di giochi di scommettere in grande e passare al livello successivo.
Videogames: tra presente, passato e futuro
Ora, se da un punto di vista di strategia, possiamo evidenziare quelli che sono i tratti distintivi dell’offerta videoludica del futuro, sotto una cornice critica e analitica, vediamo come anche per il gaming, vi sia una certa tendenza alla nostalgia, all’industria che guarda al passato, in chiave vintage e se possibile di revival e rivisitazioni. Del resto non è lo stesso per altri settori come l’industria delle autovetture, oppure il design, il mondo della moda, senza per forza dover entrare nel magmatico settore della musica contemporaneo, del cinema e delle serie tv. Una tendenza che si traduce spesso con un ripescaggio di vecchi titoli, che hanno fatto la storia e in qualche caso anche la fortuna per il mondo dei videogiochi. Nintendo, Taito, Atari, Sega, Namco, Capcom: la lista sarebbe lunghissima, forse interminabile, ma può comodamente stare sotto una definizione che ha messo d’accordo almeno due generazioni di fruitori e appassionati, cioè il Retrogaming, la cultura per gli arcade gaming degli anni Ottanta e Novanta. Quando erano le sale giochi e le prime console a dettare la linea guida da seguire.