A differenza del resto del mondo, in Giappone le sale giochi sono ancora molto frequentate e in ogni quartiere delle città più grandi si può trovare anche più di un intero palazzo dedicato completamente a questi tipi di giochi arcade a gettoni. Tra le varie tipologie di cabinato che vi si possono trovare, uno dei generi che continua a essere popolare ancora oggi è il “gioco di ritmo“, un genere di titoli che dagli anni novanta ha conquistato il suolo giapponese e internazionale grazie al suo modo unico di coinvolgere i giocatori, che dovranno completare svariate azioni andando a ritmo con la canzone scelta. Da Beatmania a Dance Dance Revolution, i rhythm game si differenziano l’un l’altro soprattutto grazie al dispositivo con cui si suoneranno o balleranno i vari brani musicali, e a partire dai primi anni del 2000 si è fatto strada un particolare cabinato che faceva uso di un grosso tamburo tradizionale giapponese: Taiko no Tatsujin.
Dal suo primo debutto nelle sale giochi, il titolo musicale di Bandai Namco ha conquistato sempre più pubblico ed è riuscito ad approdare anche su moltissime console nel corso delle generazioni, riuscendo ad arrivare anche su Nintendo 3DS con due capitoli che a partire dallo scorso 3 dicembre sono stati racchiusi in un’unica collection per Nintendo Switch, chiamata Taiko no Tatsujin: Rhythmic Adventure Pack. Vi ricordiamo che la serie ha già fatto il suo debutto sulla console ibrida della grande N grazie a Taiko no Tatsujin: Drum ‘n Fun, che abbiamo già analizzato nella nostra recensione.
Un viaggio spaziotemporale a ritmo di musica
La caratteristica principale della serie “Rhythmic Adventure” è stata sicuramente l’inserimento di una modalità storia, che ha fuso un classico gioco di ruolo giapponese al tipico gameplay di Taiko no Tatsujin. Nelle due avventure presenti in questa comodissima collezione controlleremo i tamburi Don e Katsu, che dovranno cercare di sconfiggere la banda di cattivoni di turno viaggiando nelle varie epoche storiche e in lungo e in largo per il pianeta. Come il più classico dei JRPG, in entrambe le avventure bisognerà esplorare varie zone e città, imbattendosi spesso in incontri casuali nei quali dovremo sconfiggere i nemici a ritmo di musica. Il party della nostra avventura sarà inizialmente formato dai personaggi secondari che daranno inizio alla trama (come per esempio succede con Tocky nel primo capitolo e con Tia e Popo Kaka nel secondo), ma nel corso dell’avventura potremo anche allargare il nostro gruppo reclutando alcuni nemici, impressionandoli con le nostre doti musicali.
La trama di base è molto semplice e a tratti banale in entrambi i titoli, ma comunque è stata una gran bella aggiunta per questi giochi che, rimanendo fedeli alle loro versioni arcade, fornivano anche su console soltanto la “Taiko Mode“, che permette semplicemente di scegliere e suonare una canzone presente nella lista alla difficoltà selezionata. Parlando di difficoltà, il gioco ha una curva d’apprendimento molto veloce, anche perché di base i tasti da premere saranno sempre e solo due, ma se già alcuni brani possono risultare ostici in difficoltà facile o normale, la vera sfida inizia con la difficoltà difficile, dove ci sarà una minuscola pausa tra una nota e l’altra, diventando poi quasi impossibile se non per i veri esperti e veterani del gioco in difficoltà “Oni” (‘demone’ in giapponese).
Taiko no Tatsujin più immersivo che mai
Come accennato poco sopra, di base il gameplay sarà molto semplice. Andando a tempo con la canzone, bisognerà premere a tempo un tasto che corrisponde alle note rosse (il “don” dei tamburi, ossia la parte centrale), mentre un altro tasto corrisponderà alle note blu (il “ka” dello strumento, ossia il bordo del tamburo). Ogni tanto, però, compariranno dei simboli speciali, come per esempio le note giganti, che prevedono la pressione di due diversi tasti rossi o blu, i palloncini e i festoni, che dovranno essere gonfiati o scoppiati premendo ripetutamente una nota precisa, o infine i “Drum Roll” nei quali bisognerà premere quante più note possibili in un determinato lasso di tempo.
Ciò che però rende davvero unica la versione per Nintendo Switch è la diversità dei vari stili di gioco che offre. Infatti, oltre all’utilizzo dei tasti, si potranno usare i Joy-Con come vere e proprie bacchette del taiko, battendole verso il basso per le note rosse e ruotando il polso per quelle blu. Con questo particolare stile di gioco vi assicuriamo che il gameplay diventa ancora più divertente e immersivo, soprattutto per gli appassionati del genere, e sarà davvero difficile smettere di giocare. Purtroppo però potrebbe capitare che la precisione del motion control non sia sempre perfetta e che scambi un ‘don’ per un ‘ka’, inficiando negativamente nella vostra performance (in questi casi vi consigliamo di fare un bel respiro e di tornare al classico controllo con i semplici tasti). Infine, si potrà anche giocare con il touch screen della console, ovviamente soltanto in modalità portatile, ed è anche compatibile con la periferica a forma di taiko, purtroppo venduta separatamente.
Il vero pregio di Taiko no Tatsujin: Rhythmic Adventure Pack sta anche nella lunghissima lista di tracce musicali e canzoni, che tenendo conto di entrambi i capitoli permettono a questa collection di arrivare all’enorme numero di più di 130 brani disponibili, riuscendo a soddisfare tutti i palati musicali del pubblico giapponese e non. Infatti, oltre alla classica sequela di brani J-Pop presente in ogni rhythm game nipponico, in entrambi i titoli presenti in questa edizione troveremo anche tracce musicali e medley dedicati al mondo dei videogiochi, componimenti di musica classica di autori celeberrimi e addirittura sigle di anime e serie televisive. In entrambi i capitoli la scelta è molto variegata, anche se forse “Rhythmic Adventure 2” presenta un catalogo musicale molto più variegato e di qualità, nonostante la scelta di brani lirici e classici sia molto inferiore rispetto a quello di “Rhythmic Adventure 1”. Dalla “Cavalcata delle Valchirie” al tema principale di Kirby, dalla sigla de “L’attacco dei Giganti” a un medley dedicato a Phoenix Wright… insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti!