Miles Morales ha saputo farsi valere e amare da tutti: è celeberrima la sua impresa su console Sony PlayStation 4 e PlayStation 5, mentre il primo capitolo a lui dedicato, Spider-Man: Un nuovo universo, spopolava al cinema forte di un’estetica all’avanguardia e di una storia da eroe vero e proprio. Oggi torna al cinema con Spider-Man: Across the Spider-Verse in quella che sembra essere un’avventura epica e matura allo stesso tempo. Scopriamo insieme cosa si annida sulla ragnatela del nostro eroe.
Essere Spider-Man
Gwen Stacy/Spider-Woman (Hailee Steinfeld) vive la sua esistenza di solitudine presso la sua New York, arrabbiata con sé stessa e con la vita che l’ha messa davanti a scelte e situazioni difficili, come la morte del suo miglior amico, Peter Parker. Gwen continua a pensare ad un altro ragazzo, uno che ha incontrato in un altro universo tempo fa e che non può contattare più: Miles Morales (Shameik Moore). Il nostro Miles vive la sua vita esattamente come Gwen, sebbene nel suo universo Peter Parker non fosse il suo miglior amico, ma dove ne ha raccolto il retaggio diventando Spider-Man per tutti i newyorkesi di quella realtà.
Miles passa le sue giornate diviso tra l’essere uno studente quindicenne, con un padre poliziotto ed una madre infermiera troppo apprensivi, e l’essere in un certo senso il partner di quel poliziotto, nei panni di Spider-Man tenendo il segreto per sé. Miles continua a sognare di rivedere un giorno la Spider-Family che ha incontrato tempo addietro, e più di tutti, obbiettivamente nei suoi pensieri d’adolescente, c’è la bellissima Gwen.
Tutto cambia nella vita di entrambi quando misteriosi personaggi fanno capolino nei loro rispettivi mondi, e quando Gwen trova il modo di raggiungere il nostro eroe. La trama di Spider-Man: Across the Spider-Verse è più intricata di una ragnatela, questo senza dubbio, e non possiamo dirvi altro, eccetto che ci saranno colpi di scena a ogni incrocio dei “fili del destino ragnesco”, tanti Uomini-Ragno nuovi da incontrare ed amare e perché no, anche qualcuno da odiare. Torneranno i vecchi amici, e per Miles sarà un’occasione di crescita enorme.
Spider-Verse
In Spider-Man: Across the Spider-Verse Miles entrerà in contatto con una fitta rete di Uomini-Ragno (ah, anche Donne-Ragno ovviamente!), che combattono fianco a fianco per salvaguardare il destino dell’universo: il leader di questa ragnatela di eroi è Spider-Man 2099 il cui nome comune è Miguel O’Hara (interpretato da Oscar Isaac) i cui poteri variano da quelli dei Tessiragnatele a cui siamo soliti pensare, per esempio crea una ragnatela organica rossa, ha una visione accelerata che gli consente di vedere le cose “a rallentatore” ed agire di conseguenza, possiede aculei retrattili velenosi e artigli retrattili, oltre a forza, velocità, vista, resistenza e agilità potenziate.
Nel film compariranno anche Spider-Man India (Karan Soni) e Spider-Punk (Daniel Kaluuya) che saranno degli “outsider” rispetto alla trama principale ma, come spesso accade, l’influenza che avranno sulla vita e lo sviluppo di Miles Morales sarà incisiva forse più di tante altre. Non andremo oltre circa gli incontri che Miles farà in questo folle e distopico viaggio nel mondo degli Uomini-Ragno, ma possiamo senza dubbio dirvi di godervi il viaggio.
Tutto è possibile
Il motto di Miles Morales in Spider-Man: Across the Spider-Verse è senza dubbio “Tutto è possibile”, e lui ci crede veramente, tanto che sembra trasmettere anche a te che lo osservi, che forse tutto è davvero possibile con l’impegno. Crediamo che sia questo il messaggio di fondo del film, e in questa recensione ci sembrava il caso di mettere la cosa in evidenza.
Parlando dell’estetica, il secondo capitolo del Tessiragnatele nero è molto simile al primo, sebbene qui sia tutto più accentuato e distopico, al punto che ogni mondo toccato dai nostri eroi assume contorni, linee e confini peculiari.
Talvolta l’estetica del film è “pesante”: se siete fotosensibili potreste avere più problemi qui che in discoteca, siete avvisati. Luci ed effetti sono davvero belli ma sarebbe stato meglio dare qualche attimo di respiro extra allo spettatore che, per ben due ore e venti, si gode un bel film con una ritmica battente ed incessante sia dal punto di vista delle nozioni ed informazioni ricevute sia dal punto di vista prettamente visivo.
Spider-Man: Across the Spider-Verse è un gran bel seguito, probabilmente uno dei migliori tra i “secondi film” che si possano girare. Tuttavia il problema reale è che si tratta di un seguito senza fine, ovvero che getta le basi per un terzo film vero e proprio chiamato Spider-Man: Beyond the Spider-Verse . La sensazione che lascia il film all’uscita dalla sala è qualcosa di “incompiuto”, come se fosse il primo tempo di un film che è rimasto a metà.