E’ da sempre risaputo che i titoli di guerra ricoprono un ruolo speciale nel cuore dei videogiocatori; vuoi per il fascino di certi periodi, vuoi per la bellezza delle armi e soprattutto per la possibilità di videogiocare qualcosa di impossibile e immorale nella vita reale, i titoli di stampo bellico hanno scritto un lunghissimo e piuttosto vasto percorso nel mondo videoludico. A partire dagli anni ’90 il tema di guerriglia è stato infatti centrale nelle produzioni: a partire dai primi Commander & Conquer sino ai Call of Duty e Battlefield odierni, i giochi bellici hanno spaziato sotto vari generi come l’RTS strategico e l’FPS o TPS, passando ovviamente per qualche ibrido di indubbio valore come il mai dimenticato Commandos. Oggi vi parleremo però di un sottogenere che questo filone principale ha creato, forse aiutato anche dal fascino della figura nei racconti e da qualche produzione hollywoodiana: stiamo parlando della figura del cecchino e del nuovissimo Sniper Ghost Warrior 3, terzo capitolo del brand centrato sulla regale figura dello sniper. Saranno riusciti i promettenti CI Games ha creare il videogame di sniping definitivo? Scopriamolo insieme!
American Sniper
La storia del titolo narra le vicende del tiratore scelto Jonathan North, un marine entrato nel Joint Special Operations Command; Jon è stato duramente addestrato, come ben intuibile già nel prologo delle vicende, a compiere missioni di altissimo rischio in modo silenzioso, letale e rapido: è proprio questo infatti il duro lavoro del cecchino, difficoltà che la storia del titolo cerca in tutti modi di farci capire e provare, purtroppo con risultati quantomeno altalenanti. Il nostro marine viene infatti inviato nella lontana Georgia, con l’obiettivo di destabilizzare le celle separatiste locali; in realtà il nostro Lodestar, nome in codice di Jon, ha un obiettivo piuttosto personale e speculare rispetto a quello affidatogli dall’intelligence statunitense: il suo scopo è infatti quello di salvare il proprio fratello, rapito in una precedente missione nel confine Russo-Ucraino.
E’ proprio da qui che nasce una spaccatura all’interno del personaggio di Jon: da un lato troviamo il soldato patriottico e fedele ai dogmi della propria nazione, dall’altro troviamo un uomo innamorato di suo fratello, pronto a qualunque cosa pur di riportarlo a casa sano e salvo; è questo il punto focale delle vicende, intorno al quale si snodano numerose missioni divise in quattro capitoli. Capitoli che vedono inoltre numerose missione secondarie e di contorno, col fine di approfondire al meglio i ben congegnati personaggi secondari di Sniper Ghost Warrior 3. Quello che purtroppo manca è il mordente nel canovaccio principale: una serie di poco riuscite cutscene fra una missione e l’altra ci accompagnano infatti al finale dell’opera, tutto sommato giusto ma piuttosto scontato; nel mezzo un’opera poco riuscita a livello recitativo, con un buon background di base che soffre di una mancanza di peso a livello di storia e plot twist.
La bilancia della giustizia
Volendo riassumere brevemente il gameplay di questo Sniper Ghost Warrior 3, si potrebbe parlare di un ibrido fra l’open world di Far Cry e l’approccio del tanto criticato Metal Gear Solid V: The Phantom Pain; il titolo CI Games ci offre infatti una Georgia vasta e credibile, ben realizzata geograficamente parlando e colma di piccoli accampamenti e insediamenti nemici da localizzare e catturare. L’approccio è poi, in linea teoria, piuttosto vario e soddisfacente: sarà infatti possibile studiare letteralmente la geografia della mappa, con tanto di droni per segnalare i nemici, evidenziatori di tracce, gestione del vento e delle condizioni atmosferiche e tante altre piccole cose; il tutto funziona piuttosto bene, dando al giocatore la sensazione di poter variare sensibilmente approccio in base alle possibilità offerte.
Il problema di fondo del gameplay è purtroppo lo scarso bilanciamento che il titolo offre, pecca che va a minare gran parte delle cose buone dette finora; approfondendo la questione, sappiate che il titolo offre tre modalità di gioco: cecchino, fantasma e guerriero. Se la modalità cecchino è la più riuscita, gratificante e utile ai fini del videogioco, le altre due lasciano parecchio a desiderare a causa di alcuni difetti principali. La modalità fantasma è in sostanza quella di uno stealth game: occorrerà stare attenti a luci, rumori, usare il silenziatore e rendersi invisibili all’occhio delle fazioni rivali; il problema è che tutto ciò viene rovinato da una IA piuttosto scarna e basilare, che castrerà gran parte delle soddisfazioni e della gratificazione ottenuta. La modalità guerriero invece permetterà di attaccare a testa bassa manco fossimo uno dei protagonisti dei Mercenari di Stallone: oltre a essere una scelta piuttosto incoerente in uno sniping game, il gunplay risulta piuttosto grezzo e poco soddisfacente, facendoci optare molto spesso per l’ottima modalità cecchinaggio; un vero peccato, perchè purtroppo i difetti sopracitati minano seriamente alla varietà promessa dalla mappa e dal sistema di gioco. Due piccole cose per concludere questa sezione: la presenza dei punti esperienza e le scelte ad inizio missione. Concludendo missioni ed obiettivi sarà infatti possibile guadagnare punti da spendere nei tre alberi delle abilità corrispondenti ai tre possibili approcci: purtroppo le scelte sono piuttosto limitate e basilari, che di fatto non aggiungono nulla o quasi al gameplay. Le scelte ad inizio missione sono invece una delle cose più riuscite a livello di bilanciamento: come succedeva coi vecchi Tenchu PS1, l’inventario sarà limitato e occorrerà fare scelte oculate ad inizio missione: sarà infatti necessario scegliere numero di proiettili, armi, medikit e vari gadget in modo oculato e limitato, rendendo questa piccola sezione manageriale determinante ai fini della missione successiva.
Anche l’occhio vuole la sua parte…
Sniper Ghost Warrior 3 sfrutta l’ottimo CryEngine, famosissimo motore grafico famigerato per la sua grande potenza; il titolo offre degli scorci della Georgia veramente suggestivi, grazie ad un ottimo level design, a degli effetti particellari ben realizzati e a un ciclo giorno notte suggestivo e credibile. Purtroppo neanche qui il titolo è esente dai difetti, con spesso volti e personaggi non realizzati a dovere e con animazioni poco fluide e grezze rispetto ad altre produzioni; questa altalenanza è spesso evidente nella produzione, segno di come Sniper Ghost Warrior 3 abbia subito in corso d’opera numerosi cambiamenti di regia e scelte. Nella media invece l’audio di gioco, con un buon doppiaggio in lingua inglese e una colonna sonora senza infamia nè lode, con quale picco positivo nelle situazioni più drammatiche e sentite della trama. La longevità è invece piuttosto buona: parliamo infatti di circa 15 ore necessarie al solo completamento della campagna di Sniper Ghost Warrior 3, che possono facilmente aumentare se andiamo a completare gli incarichi secondari e a raccogliere i numerosi collezionabili.