Fumetti e videogiochi sono da molto tempo considerati – forse anche stereotipati – dei mondi relativamente paralleli, due binari che viaggiano verso la stessa direzione, un percorso che conduce nelle case di moltissimi appassionati. Diventa allora probabilmente difficile trovare un gamer che non legga fumetti, o un amante dei fumetti che non sia anche appassionato di videogiochi, soprattutto quando si parla di personaggi costruiti ad hoc per le pellicole cinematografiche.
Shazam!, film di recente uscita e con l’affascinante Zachary Levi nel ruolo di protagonista indiscusso, ha tenuto indubbiamente conto di tutto questo: rifacendosi alla tradizione portata in auge da iconici prodotti quali The Big Bang Theory o Scott Pilgrim Vs The World (solo per citarne un paio), il mondo che si sviluppa all’interno del lungometraggio è permeato da incontri e scontri con il mondo dei fumetti (dal quale il supereroe proviene) e dei videogiochi, nei quali è possibile trovare altrettanti supereroi moderni e non convenzionali.
Sono diversi, infatti, i riferimenti al mondo videoludico che è possibile trovare nella divertente pellicola uscita lo scorso 3 aprile, e che sta riscuotendo un grande successo nei cinema di tutto il mondo; ma attenzione: se non avete ancora visto Shazam! e volete evitare spoiler e anticipazioni di qualsivoglia genere, vi suggeriamo di non proseguire nella lettura di questo articolo. In caso contrario, vediamo se siete stati attenti e li avete trovati tutti, o se magari ve n’è sfuggito distrattamente qualcuno!
PlayStation Move
Il primo bizzarro riferimento ai videogiochi ci viene offerto fin dalla prima metà del film. Nonostante sia in realtà un dettaglio parecchio difficile da notare al primo colpo, nel corso delle prime scene è possibile intravedere un ragazzino giocare con uno Sharpshooter, una periferica a forma di arma da fuoco che è stata progettata per essere utilizzata con il controllo del movimento Move di PlayStation 3 e per giochi come Killzone 3.
Insolito come riferimento, soprattutto data la ormai scarsa popolarità dell’accessorio e la sua non propriamente semplice reperibilità. Un colpo di genio sicuramente, però, quello di inserirlo all’interno di una scena trafilata della pellicola.
Mortal Kombat
Altro interessante riferimento è quello legato al mondo dei picchiaduro, e più in particolare il primo che è possibile cogliere, è legato al brand di Mortal Kombat. In una scena del film, infatti, è possibile vedere il supereroe Shazam adulto giocare, insieme al fratello adottivo Freddy, a Mortal Kombat X, dopo aver rubato del denaro da un bancomat. Shazam, tra l’altro, usa il personaggio di Raiden, una scelta più che azzeccata considerando che sia Raiden che Shazam possono generare e lanciare fulmini contro i propri nemici semplicemente usando le mani.
Tuttavia, questo non è l’unico riferimento al brand ad assere incluso nella pellicola. Un altro simpatico omaggio è possibile coglierlo più in là nella storia, quando Eugene, altro fratello adottivo di Billy, grida “Finish him!“, espressione iconica ripresa dal violento picchiaduro e che preannuncia la possibilità, da parte del giocatore che ha vinto il secondo round, di chiudere il match con una mossa Fatality.
SHAZAM playing Mortal Kombat which was made by team INJUSTICE which featured SHAZAM…..who was playing Mortal Kombat….. 🙂#InfiniteLoop #FinishedHim @ShazamMovie @NetherRealm pic.twitter.com/MpRTOoUmYh
— Ed Boon (@noobde) April 4, 2019
Street Fighter
Tra i picchiaduro più famosi e apprezzati di sempre sarebbe eresia non menzionare anche Street Fighter, titolo che tra l’altro precede di alcuni anni il sopracitato Mortal Kombat. In questo caso, il riferimento a Street Fighter incluso nella pellicola ci viene nuovamente regalato da Eugene verso però la fine del film.
La sua versione supereroe adulta, ovvero Super Hero Eugene, riceve infatti il potere del tuono di Zeus dal mago Shazam e, mentre la storia sta per giungere alla sua conclusione, dopo aver sparato un fulmine contro uno dei nemici appartenente al gruppo dei Seven Deadly Sins, il ragazzo esclama l’iconica parola “Hadouken!”. Un palese riferimento, questo, all’indimenticabile mossa speciale usata nei combattenti da Ryu e Ken, che esclamano ferocemente il suo nome mentre lanciano le sfere energetiche verso i loro avversari.
Watch Dogs
Mentre Street Fighter e Mortal Kombat sono due titoli relativamente noti anche dai più profani e meno interessati al mondo videoludico, altri riferimenti potrebbero risultare comprensibili solo dai veri intenditori: questo è in effetti il caso di Watch Dogs, videogioco action-adventure firmato Ubisoft. Sviluppato con un sistema open world sulla scia di Grand Theft Auto, il titolo permette al giocatore di tenere sotto controllo informazioni e privacy dei personaggi della storia, avendo la capacità di hackerare i sistemi informatici per manipolare l’ambiente circostante.
Il piccolo e caro Eugene ci regala in questo caso un riferimento al gioco includendolo nella ambigua spiegazione che adotta per capacitarsi di come abbia acquisito alcune abilità da hacker. Buffo e insolito omaggio, a dire il vero, dal momento che tutto l’hackeraggio su cui si basa la storia di Watch Dogs è, in realtà, effettuato dal giocatore semplicemente premendo un unico pulsante – lasciando perciò davvero poco spazio all’acquisizione di hacking skills vere e proprie.
Uplink
In realtà, l’espressione che usa Eugene per spiegare le sue doti di hacker acquisite attraverso il consumo smisurato di alcuni videogiochi, prevede anche la citazione a un altro titolo relativamente conosciuto per lo più agli addetti del settore. Come afferma il ragazzino, infatti: “I’m not really a hacker, I’ve just played a lot of Watch Dogs and Uplink”.
Uplink è a tutti gli effetti un simulatore di hacking, indubbiamente più “utile” per il mestiere rispetto a Watch Dogs, dal momento che permette al giocatore di sfruttare un’interfaccia PC relativamente realistica. Altro caso buffo, però, è che il titolo sia in realtà uscito per PC nell’ormai lontano 2001. Il fatto che il ragazzino sia così giovane e il gioco abbastanza vetusto, quindi, può voler dire solo due cose: è possibile che Eugene abbia deciso di giocare alla più recente versione mobile, rilasciata nel 2012, oppure che il fratello di Billy abbia una forte passione per i vecchi videogiochi, lontani dalla sua generazione.
Iconoclasts
Altro riferimento poco riconoscibile dalla grande massa è indubbiamente quello legato all’omaggio offerto al titolo indie Inconoclasts, rilasciato da Bifrost Entertainment lo scorso 2018 su tutte le piattaforme. Anche se, più che al gioco in sé, il riferimento è in realtà rivolto al suo creatore in carne ed ossa, ovvero allo sviluppatore svedese Joakim “Konjak” Sandberg.
Il padre di Iconoclasts, infatti, appare brevemente per un divertente cameo in una scena del film, mentre ritrovandosi davanti l’eroe Shazam si stringe accanto ad una vecchia signora abbracciando un tenero panda dagli occhi blu. Molti potrebbero domandarsi il perché di un simile stratagemma: la risposta che svela l’arcano è in realtà molto semplice, dal momento che il fratello di Joakim Sandberg è niente meno che il regista stesso del film, David Sandberg, colui che ha ironicamente pubblicato su Twitter un frame dedicato all’inquadratura incriminata.
— David F. Sandberg (@ponysmasher) April 4, 2019
Fortnite
Infine, vi segnaliamo un ultimo piccolo dettaglio sfuggito magari ai gamer più grandi, meno avvezzi ai prodotti modaioli che sono invece tanto in voga tra i videogiocatori con qualche anno in meno alle spalle. In effetti, durante la scena dedicata al “super power testing”, ovvero quando Shazam è chiamato a mettere alla prova i poteri acquisiti, vediamo il supereroe che, in attesa che il fratello Freddy sia finalmente pronto a filmarlo, comincia a ballare la fantomatica Floss Dance.
Uno strambo balletto che, sebbene non sia stato appositamente creato per il noto Battle Royale, è proprio grazie a Fortnite e alla sua emote che ha ottenuto la sua incredibile popolarità (e non solo tra i videogiocatori). Da emote a mini-coreografia cinematografica, dunque, la Floss Dance ha contagiato anche il supereroe dalla livrea rossa e gialla – e chissà, magari nel mondo di Shazam tale passo di danza non è rimasto coinvolto in controversie legali.
Questi, dunque, i riferimenti dedicati al mondo videoludico e inseriti bonariamente nella pellicola di Sandberg. Il motivo per il quale si sia deciso di optare per una strategia del genere rimane tuttora oscuro, ma alcuni fan, oltre a commentare divertiti l’intera faccenda, si sono già prodigati a formulare ipotesi e teorie in merito.
Secondo alcuni, il fatto che il regista abbia incluso così tanti omaggi sembrerebbe essere dovuto al fatto che Warner Bros. abbia messo le mani su molti dei brand inclusi nei cameo: la casa di produzione americana, infatti, non solo ha in passato acquisito i diritti su Mortal Kombat (fatto che risale al 2009), e collaborato con Capcom a molti dei progetti in merito alle sue IP (tra le quali, appunto, Street Fighter: Assassin’s Fist), ma ha anche acquisito i film dedicati a Watch Dogs ed è diventata partner di Sony. Di conseguenza, l’idea di introdurre così tanti riferimenti nella pellicola, sembra possa ricollegarsi a una strategia pubblicitaria volta a beneficiare sia la stessa Warner Bros. che le sue compagnie partner.
Secondo alcuni fan più ingenui, invece, l’idea di inserire le numerose reference all’interno di Shazam! potrebbe essere legata alla grandissima passione che il protagonista Zachary Levi sembra nutrire per i videogiochi. Così riporta infatti un utente: “Levi is a huge gamer. At one point he was inviting people to play on Xbox Live with him, though I can’t remember the exact game. He may have had something to do with some of these references!”. Senza contare che lo stesso attore, in svariate interviste e partecipazioni a diversi talk show, ha dichiarato pubblicamente di aver trascorso, e di trascorrere ancora, molto tempo giocando ai suoi titoli preferiti, e Zelda è tra questi.
A prescindere però da quale sia la verità celata dietro a questo volontario inserimento di grandi e piccoli omaggi al mondo dei videogiochi, il film offre sicuramente delle simpatiche chicche che strizzano volentieri l’occhio a molti gamer del mondo reale, chicche che sicuramente, al cinema, avranno strappato agli spettatori più accorti uno spontaneo sorriso di complicità.