Sex Education 2 – Recensione della serie Netflix

Con gli occhi puntati contro dopo la prima stagione Sex Education 2 arriverà il 17 gennaio su Netflix: ecco a voi la nostra recensione!

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 4 minuti
7
Sex Education 2

Tolto l’elemento sorpresa, spesso alcune serie tv si trovano davanti lo scoglio del dover stupire i propri spettatori. Il risultato? Ovviamente disastroso. La differenza talvolta è data semplicemente dalla scrittura: una buona caratterizzazione dei personaggi e dei rapporti interpersonali può riuscire a creare quel collegamento capace di trasportare empatia dalla serie a chi la vede. Sex Education 2 riparte da una premessa molto interessante e prova a raccontare un proseguo valido e altrettanto interessante: ci saranno riusciti?

Crescere fa schifo

Nonostante la prima stagione c’avesse lasciato con un cliffhanger interessante, la seconda riparte un po’ lentamente, mostrandoci le conseguenze di quel finale. Più leggera del dover seguire un andamento “classico”, la serie scansa l’ostacolo procedurale dovuto al “caso settimanale” e punta invece a raccontare una storia consecutiva (favorendo maggiormente il binge watching della serie). Ritroviamo quindi Otis, Eric, Adam, Ola e Maeve, e con loro tanti personaggi già visti e un paio di nuovi: se alcuni di questi permetteranno a dei personaggi di crescere e andare avanti con la propria vita, altri invece fungeranno da veri ostacoli per lo sviluppo di rapporti che forse i fan della serie vorrebbero vedere. Sebbene il meccanismo sia abbastanza comune nel corso delle varie serie tv, gli sceneggiatori di Sex Education riescono tuttavia a rendere l’avanzamento interessante e mai scontato, compito davvero arduo.

Acquisiscono grande importanza anche i personaggi adulti: tra tutti il preside della scuola (con i suoi problemi familiari) e Jean, madre di Otis, con la sua relazione con Jakob e quello che ne consegue. In 8 puntate da circa 50 minuti, questa seconda stagione quindi diventa un’estensione naturale della precedente, rendendo non poco complicata l’attività di Otis e Maeve, ma soprattutto mostrando cosa significa crescere da vari punti di vista. Se quindi le relazioni iniziano a diventare più complesse, la sessualità inizia a mostrare il carattere delle persone e ciò che effettivamente desiderano. Altre informazioni rischierebbero di rovinarvi l’intreccio, ma di certo va sottolineato come un po’ di questa magia sia rovinata dal voler tirare alcuni fili troppo per le lunghe.

Dietro al sesso

Tutto il discorso legato al sesso e alla crescita diventa inoltre un eccellente parco per poter raccontare tematiche importanti (ovviamente legate al sesso): proprio questa chiave di lettura diventa il punto focale della serie, quell’unicità che assieme alle vicende dei personaggi (e alla loro caratterizzazione) rende Sex Education 2 un valido proseguo. Se la bussola quindi punta dritta verso il percorso giusto, qualche sbandata si presenta verso le ultime puntate, con delle sottotrame praticamente inesistenti e una forte voglia di voler “allungare il brodo”.

Prendendo come esempio proprio lo stesso Otis e il suo rapporto con Ola, l’evoluzione che questo subisce sembra artificialmente dilatata, con la relazione qualche volta dimenticata e poi frettolosamente portata allo step successivo. Forse alcune dinamiche si sarebbero potute concludere nella prima metà della stagione, lasciando spazio a qualche personaggio poco “utilizzato” o approfondito (come il padre di Otis, Remi).

Sex Education 2
7
Voto 7
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.