Severed – Recensione

Alessio Cialli
Di Alessio Cialli - Senior Editor Recensioni Lettura da 12 minuti
7.9
Severed

Dopo che la casa madre ha definitivamente abbandonato il supporto alla sua console minore, accade quello che nessuno sì aspetta, ovvero che alcuni audaci sviluppatori già ben noti nell’ambito videoludico, grazie alla produzione di un gioco divenuto un cult due anni or sono, sviluppino un nuovo titolo che raccoglie in sé bellezza, arte ed un gameplay che finalmente si sforza di utilizzare le tante possibilità offerte da PlayStation Vita. Il nome di questo gioco? Stiamo parlando di Severed! Questo piccolo preambolo lo abbiamo voluto inserire poiché è alquanto anacronistico quello che sta avvenendo ultimamente alla console portatile di casa Sony che, dopo essere stata abbandonata a se stessa, sembra finalmente aver trovato la sua giusta posizione, visto che non solo Drinkbox Studios, ma anche altri ottimi studi stanno producendo titoli di notevole interesse, regalando il giusto appeal alla piattaforma di gioco mobile. Il gioco che poniamo oggi al centro delle nostre attenzioni merita di essere giocato almeno una volta, non solo perché lo studio canadese sembra veramente puntare in alto avendone le capacità, ma perché offre ai giocatori un dungeon crawler in prima persona contenente alcuni spunti RPG e sfrutta, finalmente, l’utilizzo dello schermo touch della piccola PlayStation Vita.

Severed

L’inizio della tragedia

La storia di Severed seppur raccontata in maniera molto semplice e poco complessa è alquanto dark, per certi versi molto dura, riuscendo ad affascinare tutti i giocatori ed in particolare anche chi di questo genere non ne va pazzo. La protagonista del titolo è Sasha, una ragazza che possedeva una bellissima famiglia composta da amabili genitori più un fratellino e che conduceva assieme a loro una vita molto tranquilla, immersa nella più disparata natura. La piccola ragazza un giorno si sveglierà nei resti di quella che una volta era casa sua, con un braccio mozzato all’altezza della spalla e la famiglia totalmente scomparsa. La protagonista del gioco ha un forte carattere che emerge sin dalle prime battute,  non perdendosi d’animo e decidendo di iniziare la sua disperata ricerca della famiglia, in un mondo ormai distrutto da un evento catastrofico e irriconoscibile ai suoi occhi. Girando nella sua casa d’origine incontrerà una misteriosa creatura che le donerà una bizzarra spada vivente con la quale si dovrà fare largo tra i tanti mostri che le sì pareranno di fronte nel difficoltoso cammino. Dopo queste vicende inizia realmente il gioco, che porterà Sasha e con lei il giocatore alla scoperta di cosa si è abbattuto sul suo mondo, e alla disperata ricerca dei suoi familiari spingendosi dentro i tanti labirinti che un dungeon crawler può offrire. La vendetta e la disperazione sono i sentimenti che il gioco riesce ad esprimere attraverso la protagonista che con bucoliche azioni capiamo essere stata depauperata della sua frizzante vitalità che una volta scomparsa lascia il posto ad un grandissimo buco solitario.severedGameplay

In questo bellissimo dungeon crawler i combattimenti sono all’ordine del giorno. Ci muoveremo infatti nel classico stile dei titoli del genere con visuale in prima persona, attraversando le svariate mappe costruite in “blocchi” ai quali potremo accedere con il semplice click della levetta analogica, o semplicemente utilizzando i tasti direzionale, o per i più hipster premendo triangolo per andare avanti. Ogni singolo “blocco” è un piccolo quadretto da esplorare poiché ci sia poca interazione con l’ambientazione qualcosa state pur certo sarà celato e pronto ad essere scovato. In molti “blocchi” del gioco dovremo sferrare attacchi liberi contro dei vasi che ci lasceranno degli oggetti utili per l’evoluzione del nostro personaggio, anche se tra questi è possibile che vi sia qualche trappola che ci farà perdere saluto; potremo raccogliere in seguito dei frutti che una volta mangiati ci restituiranno parte della nostra barra vitale. Oltre a queste minori circostanze, anche in questo gustoso Severed dovremo risolvere tantissimi enigmi, riuscire ad evitare tranelli per niente banali e che diventeranno via via più difficili, quindi non prendete sotto gamba il titolo perché, anche quando sembrerà tutto facile e scontato, vi riuscirà quasi sempre a sorprendere.

Severed

Troveremo poi dei “blocchi” contraddistinti dalla mappa con dei punti interrogativi: in queste particolari situazioni il gioco vi suggerirà di porre maggiore attenzione per scovare meccanismi segreti oppure di muovervi seguendo le istruzioni riportate nei libri situati qualche blocco più in là, cose tutto sommato non incredibili ma che sicuramente riusciranno a divertire molto spesso il giocatore, anche se in alcuni casi si perderà molto tempo per districare complicate situazioni. Il gioco scorre tutto sommato bene: il personaggio principale dovrà essere potenziato nel tempo, e lo si potrà fare sfruttando tutti gli arti i pezzi di cuore e gingilli vari trovati nel lungo percorso. Sasha acquisterà, grazie alle ricompense trovate dopo aver risolto dei tranelli, scovando “blocchi” estremamente segreti o più semplicemente uccidendo i nemici, potenziamenti mirati ad accrescere velocità, attacco e difesa o addirittura potenziare la durata del periodo di recisione, lifesteal e molto altro ancora. Oltre al bellissimo comparto visivo del quale faremo un’attenta analisi a breve, menzioniamo anche un comparto sonoro che senza lode e senza infamia ci trasporta lungo tutto il gioco senza mai risultare troppo ripetitivo e monotono. Questo perché lungo le quasi 8 ore di gioco che servono per arrivare alla meritata fine, la colonna sonora, seppur non caratterizzata da tantissime tracce, non riesce proprio ad emergere; sarà questo perché i giocatori risultano troppo concentrati ad affrontare battaglie incredibili, o sarà per l’impegno richiesto nel risolvere alcuni difficili tranelli.

Un quadro in continua evoluzione

Eravamo consapevoli già dal loro fortunatissimo e amatissimo Guacameleeche i ragazzi di DrinkBox Studios hanno avuto successo dove in molti hanno fallito; soprattutto sono bravissimi nel fare emozionare i giocatori senza l’utilizzo di grafiche fotorealistiche, ma semplicemente sfruttando la potenza stessa dei colori e di uno stile tanto pittoresco quanto affascinante. E’ forse questo il loro più grande merito poiché, come vedremo in seguito, il titolo presenta qualche piccola sbavatura, ma vederlo in azione e giocarci riesce senza ombra di dubbio ad emozionare gli utenti, incuriosendoli con dialoghi minimali e facendoli procedere nella scoperta. E’ chiaro che l’ambiente di sviluppo dei ragazzi di DrinkBox fosse limitato: non è semplice sfruttare al massimo le potenzialità della piccolina di casa Sony, ed è per questo forse che hanno deciso di puntare su uno stile già sfruttato nel loro titolo più famoso, riproducendo atmosfere cartoon spigolose in coppia con dei colori forti e contrastanti, i quali non fanno mai dimenticare al giocatore l’atmosfera noir del gioco. Lo studio canadese ha voluto nuovamente riprendere l’arte ed i colori più utilizzati dal folclore messicano, dove per certi versi grazie alla tavolozza lisergica e lo stile unico dei personaggi, unito agli sfondi e alle ambientazioni desertiche e oscure fanno per un attimo ripensare proprio agli artisti più famosi di quella parte di mondo come Frida Kahlo; artista che, grazie alle sue opere, contribuì proprio alla esportazione del folclore messicano in tutto il mondo, con una parte delle sue creazione basate sul surrealismo e l’immobilismo, due doti che di certo a Severed non mancano.

severedL’arte della spada

Anche se inizialmente il sistema di combattimento del gioco vi riporterà alla mente il simpatico e celebre Fruit Ninja, in Severed sarà completamente diverso. Il titolo sviluppato dallo studio canadese non è poi scontato e semplice come sembra e riveste un ruolo di primo piano lungo tutte le fasi del gioco, soprattutto alla fine. Come vi avevamo anticipato all’inizio della recensione questo gioco riesce a massimizzare e sfruttare le dinamiche meno utilizzate fino ad oggi della PlayStation Vita: in questo caso il gioco vi richiederà di disegnare con il vostro dito sullo schermo la traiettoria dei fendenti della spada di Sasha. Un simpatico escamotage che non solo porta un enorme interattività con il titolo e gli avversari stessi, ma che riesce finalmente a valorizzare il touch della console portatile sottovalutata da molti. La differenza sostanziale che c’è tra il gioco in questione dai titoli che sfruttano un combat system simile è che ogni nemico che affronteremo (e non saranno pochi) sarà caratterizzato da un pattern proprio di attacco e dei punti deboli che, purtroppo, andranno memorizzati, così da riuscire a sopravvivere più a lungo all’interno dei dungeon. Se già avete pensato che questo è un malus, possiamo dirvi sin da subito che non è affatto così, dato che i nemici presenti nel corso gioco, e che riconosceremo lungo i blocchi perché verranno segnalati con una fiammella bianca e nera, ci attaccheranno a 360°. I mostri si divideranno nel corso delle battaglie dietro, davanti e in entrambi lati dello schermo; non sarà così semplice gestirli tutti in contemporanea, anche perché, come detto ad inizio recensione, la nostra protagonista ha perso un braccio.

Tornerà dunque molto utile memorizzare i pattern di ogni singolo mostro così da gestire in maniera intelligente ogni combattimento, subendo il minor numero di danni possibili. Ogni nemico richiede specifiche tempistiche e approcci per essere affrontato, alternando così fasi più frenetiche dove dobbiamo bruciare lo schermo della nostra console a fasi più guardinghe, durante le quali dovremo essere lesti ad aspettare il momento giusto per affondare i nostri colpi. Tutti i nostri nemici avranno una barra che si caricherà, al termine della quale il nemico sferrerà il proprio attacco: se non staremo attenti e veloci ad intercettare con un fendente ben indirizzato l’attacco, subiremo ingenti danni che cresceranno man mano che i colpi andranno a segno. All’inizio del gioco questo non sembra essere un problema, ma più ci addentreremo nell’avventura e più queste situazioni saranno davvero ingestibili: molte volte capiterà di dover affrontare contemporaneamente nemici multipli, e dovremo ruotare lo schermo decine di volte cercando sempre il momento giusto per attaccare o per parare gli attacchi dirompenti dei nostri avversari. Il grande sforzo però richiesto al giocatore sarà giustamente ricompensato ogni qual volta riuscirà ad uccidere un mostro, momento in cui si avvierà un sessione bullet time nella quale dovremo recidere gli arti del mostro per poi raccoglierli e potenziare i nostri equipaggiamenti.

 

Severed
7.9
Voto 7.9
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Senior Editor
Eclettico personaggio, ha iniziato la sua carriera videoludica con un Commodore 64. Si consacra nei titoli Platform, Stealth e GDR. Titolo preferito: Alex Kidd in Miracle World "Sega Master System", gioco più vecchio di lui!