Il mercato degli sviluppatori indipendenti è un posto pieno d’insidie e pericoli, in cui è possibile trovare delle vere e proprie perle del settore come dei titoli creati semplicemente per il gusto di divertire il suo pubblico. Quest’ultima possiamo tranquillamente considerarla la filosofia dietro i lavori di Tero Lunkka e Valkeala Software, autori di opere dal calibro di The Sperminator: Rescuing Tzar Vlad, Gangsta Sniper 3: Final Parody o Run Naked Woman Run. Quest’oggi siamo, invece, qui ad analizzare l’ultimo prodotto creati da questi autori, un’opera che tenta di fare da parodia dell’attuale situazione politica Nord Americana. In parole povere, stiamo parlando dell’acclamato, almeno stando alle recensioni degli utenti su Steam, e chiacchierato Save Daddy Trump 2: The Final Triumph.
Un nuovo e oscuro presidente
Può sembrare strano nella mente di voi lettori, eppure l’opera in questione possiede effettivamente una sua narrativa che si collega al capitolo precedente del 2019. Sono anni che il presidente Trump regna con giustizia all’interno di Peaceland, ma un essere di nome Corrupt ha preso il comando del paese insieme al suo esercito di soldati corrotti e malvagi. Appena insediato, non perde tempo e rapisce immediatamente il precedente leader, costringendo così la figlia Kiki Trump a partire in una nuova avventura alla salvezza del suo amato paparino.
Come facilmente intuibile, la trama non vuole assolutamente prendersi sul serio, preferendo creare un contesto e un mondo pariodistico altamente sopra le righe. Purtroppo la narrativa si ferma al suo incipit, e a dir la verità tutta la seguente storia la scopriamo leggendo il manuale o la descrizione fornita dagli sviluppatori. Il prodotto non presenta alcun genere di filmato che mostra il suo contesto, dimostrando così un’occasione sprecata per poter analizzare a fondo il mondo di Peaceland. Creare anche solo delle piccole introduzioni e conclusioni a ogni livello avrebbe certamente offerto maggior carattere al pacchetto, purtroppo nello stato attuale si è preferito rimanere in una certa mediocrità in questo lato. Per lo spirito intrinseco del prodotto alcune piccole scene mal dirette, animate o perfino doppiate avrebbero aumentato il carattere generale di Save Daddy Trump 2: The Final Triumph.
Con il potere delle armi e dei soldi
Il vero cuore pulsante dell’opera non è però la trama, bensì il suo semplice gameplay. Prendendo il controllo della sopracitata Kiki, il giocatore si muove all’interno di una serie di ambientazioni con un basilare set di mosse da poter sfruttare. La nostra eroina è in grado di camminare, saltare, abbassarsi e perfino attaccare i nemici attraverso apposite armi sparpagliate in ogni angolo dei livelli. Quest’ultime sono sostanzialmente due: l’imperfetta ma potente spada insieme al sempre preciso e debolissimo arco. Come forse avete intuito, il nostro equipaggiamento risulta estremamente sbilanciato tanto che il giocatore è invogliato a completare Save Daddy Trump 2: The Final Triumph con solo la più giocabile delle due. Nel caso foste comunque dei veri temerari, sappiate che l’arco utilizza delle munizioni che si sprecano molto velocemente e non sono semplici da trovare.. Il motivo non è dovuto tanto al grado di difficoltà dell’avventura, volutamente molto bassa, bensì al fatto che si trovano in alcuni pallini gialli sparsi per la mappa che possano includere praticamente di tutto. Purtroppo non esiste modo d’identificare se al loro interno è presente o le pozioni per rigenerarsi o qualche altro genere di diavoleria, almeno che non vi ricordiate cosa ognuno contiene ogni volta che avete coraggio di rigiocare un livello. Ci sono comunque dei lati positivi, visto che grazie all’enorme presenza di questi pallini il giocatore si trova sempre strapieno di pozioni da non aver mai reali problemi nel corso dell’intera avventura.
L’esplorazione rimane comunque un’attività molto importante per l’economia generale del prodotto, infatti il compito dell’eroina di turno è quello di trovare l’area in cui il boss tiene prigioniero l’ormai ex presidente. Non mancano comunque i collezionabili, qui compiste da delle pile di denaro sempre protette in maniera altamente discutibile. Questo aspetto risulta certamente il punto cardine dell’esperienza ludica offerta dal team di sviluppo, seppur le mappe sono fin troppo piccole e vuote. Infatti, in ognuna di esse è possibile notare la fine con un muro non proprio invisibile. In ogni caso, nel nostro cammino incontriamo una vasta serie di nemici comuni principalmente divisi in due tipologie: gli spadaccini e gli alfieri. Purtroppo l’IA di ognuno di essi è praticamente inesistente, che non solo effettuano sempre gli stessi attacchi ma che se li cammini attorno possono tranquillamente non accorgersi della presenza di Kiki. Nella nefasta situazione in cui attaccano il giocatore, non solo è facile non essere colpiti ma basta semplicemente allontanarsi un minimo per far stoppare qualsiasi genere di ostilità. La nostra eroina ha comunque un piccolo svantaggio, composto da un indicatore di stamina che si esaurisce ogni volta che attacchiamo fin troppe volte. Bisogna però ammettere che questo non è un problema, visto che si ricarica fin troppo velocemente tanto che uno se ne dimentica molto presto della sua effettiva presenza. Nota di disonore va perfino per i cosiddetti scontri finali di fine livello, che a dir la verità è sempre il solito boss riproposto ogni singola volta. Questo è l’unico combattimento obbligatorio per poter salvare Trump, e oltre a durare sempre meno di un minuto diventa ben presto prevedibile comprendere ogni suo singole pattern di attacco.
Non prendiamoci in giro
La recensione non può essere completa senza la giusta menzione dedicata agli aspetti artistici, tecnici e sonori. Questa importante esclusiva Steam si dimostra facilmente gestibile anche per un PC di fascia bassa, aumentando così l’accessibilità offerta dall’opera in questione. L’art style si rivela invece un’accozzaglia di cose che tentano di amalgamarsi tra loro, ovviamente senza riuscirsi. Le ambientazioni, il design dei nemici e della protagonista così come gli elementi dello scenario sembrano provenire tutti da giochi diverso l’uno dall’altro, dimostrando come gli autori hanno buttato giù qualsiasi cosa che li è passato per la testa. Questo rende Save Daddy Trump 2: The Final Triumph un prodotto senza una reale direzione artistica, e non può che essere un lato positivo in questo specifico caso. Non siamo però soddisfatti con la colonna sonora, di una qualità fin troppo pessima che non vi biasimiamo se partite alla salvezza di Trump con il volume mutato. Gli effetti sonori vari tentano poi di essere divertenti, ma alla fine risultano fastidiosi.
Tutti gli elementi che abbiamo descritto fino a ora vanno a evidenziare un gioco mal sviluppato, realizzato in fretta e senza alcun genere di criterio logico. Bisogna comunque constatare che proprio questo è il compito che si sono dati gli sviluppatori con questo gioco, e a quanto pare è riuscito in pieno a colpire il pubblico su cui puntano. L’avventura non richiede neanche troppo tempo per essere completata, risultando così un modo molto semplice per guadagnare qualche buon achievement di Steam. Inoltre, il team di sviluppo sta aggiornando il prodotto inserendo nuovi livelli giocabili, offrendo così una scusa per tornare sopra di tanto in tanto. In parole povere, chiunque spenda quel santo euro per aggiungere Save Daddy Trump 2: The Final Triumph alla propria libreria di giochi sa a cosa va incontro.