Il Giappone feudale è, senza alcun dubbio, uno dei periodi più affascinanti e misteriosi dell’intera storia dell’umanità; da sempre fonte di ispirazione per libri, anime e videogiochi, il medioevo giapponese è basato sulla netta chiusura dei confini e su una società feudale, coadiuvati dalla presenza delle nobili figure dei Samurai. Affascinanti militari nipponici, essi appartenevano alla nobile casta dei guerrieri, ruolo che li ha portati a creare veri e propri miti e leggende sulla loro figura, tramandate ancora oggi nel lontano paese del Sol Levante. Non è infatti raro, al giorno d’oggi, scoprire di gente incredibilmente affascinata da Shogun e Ronin, da demoni Oni e spiriti maligni, gente cresciuta a pane e Way of the Samurai di Eidos, fantastica serie che ricalca le valorose gesta di questi indimenticati guerrieri. Ed è proprio qui che voglio con piacere introdurre l’argomento madre di questa recensione, un titolo che sprizza Giappone da tutti i pori: stiamo parlando di Samurai Warriors: Spirit of Sanada, spin off della serie principale creata da Koei Tecmo. Scopriamo dunque insieme quanto questo titolo riuscirà a saziare questa voglia di passato che penso di condividere con molto voi lettori.
A lezione di storia
Samurai Warriors: Spirit of Sanada è ambientato nel XVI secolo in Giappone, dove il giovanissimo Masayuki Sanada, per la prima volta nella sua breve vita, affronta il letale campo di battaglia alla ricerca della conquista delle terre di Shinano. Il plot dell’intera vicenda è essenzialmente centrato sulla figura dell’affascinante Sanada, accompagnandolo in un lungo processo di crescita da semplice vassallo a vero e proprio signore della guerra. Non mancheranno figure illustri ad arricchire lo svolgersi degli eventi, tra le quali spiccano vere e proprie leggende quali Hattori Hanzo e Oda Nobunaga; la trama non risulta cosi accattivante e coinvolgente come ci aspetteremmo, ma è indubbio che tutto funzioni abbastanza a dovere e che il percorso di crescita di Sanada, coadiuvato da drastiche scelte e lotte di potere, risulti riuscito e piuttosto ispirato. Non mancheranno infatti numerosi dialoghi pre e post battaglia, con tanto di cutscene, e una vera e propria enciclopedia consultabile al fine di scoprire tutte le sfaccettature che caratterizzano questo fantastico mondo. Purtroppo la lingua risulterà un piccolo ostacolo, visto che il titolo non è stato localizzato in italiano; sicuramente un difetto per i meno avvezzi, ma che siamo certi non scoraggerà tutti quelli che desiderano sapere tutto ciò che riguarda la storia di Samurai Warriors: Spirit of Sanada.
47 Ronin
Il gameplay strizza ovviamente l’occhio alla serie principale, risultando in gran parte identico a Samurai Warriors 4; il titolo è infatti sostanzialmente un musou, con ovviamente tutti i crismi del caso. Si parla infatti di un hack & slash con svariati nemici a schermo, ben visibili sull’utilissima mappa presente a schermo. Come da tradizione, oltre alle semplici combo basate sul button smashing, sono presenti le tecniche musou: queste ultime, anticipate da un primo piano stile anime del nostro eroe, faranno strage di nemici a schermo, facendoli volare via a mo’ di polvere col vento. L’utilizzo di queste tecniche, combinate ai velocissimi Hyper Attack, costituiranno il gameplay del titolo che, seppur all’inizio possa risultare un po’ macchinoso, già dopo qualche ora riesce a divertire ed intrattenere nella sua immediatezza. A concludere il pacchetto abbiamo un ciclo giorno-notte ispirato e funzionale alle vicende: se sopraggiungerà la notte sarà infatti più difficile avanzare in combattimento e vincere i duelli, vista la presenza di ninja avversari pronti a sbucare dal nulla; il rovescio della medaglia sono le fasi stealth presenti in questi frangenti, poco realistiche ed ispirate. A coadiuvare le battaglie campali ci sarà la presenza di un hub centrale, sviluppato sulla falsa riga di un semplice gestionale: dovremo infatti prenderci cura del villaggio Shinada che, inizialmente molto piccolo, svilupperà una vera e propria economia con l’avanzare della storia e la conseguente espansione territoriale. Se all’inizio sarà presente solo un rudimentale fabbro, col proseguire del gioco arriveremo ad avere una cittadina completa e rigogliosa, con tanto di biblioteca, molo e Teahouse; quest’ultima permetterà di reclutare altri personaggi che, se soddisfatti grazie a determinate subquest o tramite regali specifici, non mancheranno di unirsi a noi nelle successive battaglie.
Analisi tecnica
Tecnicamente, purtroppo, Samurai Warriors: Spirit of Sanada non risulta indimenticabile: oltre ad una mole poligonale piuttosto scarna, il titolo soffre (anche su PS4 Pro) di inspiegabili cali di frame rate durante le numerose fasi nel villaggio Shinada. Cali che poi sono clamorosamente assenti nella concitate fasi di battaglia, caratterizzate come già detto da numerosissimi nemici a schermo; un difetto inspiegabile, che possiamo ricondurre solamente a un lavoro di ottimizzazione non proprio riuscito da parte di Omega Force. Ad accompagnare il tutto ci sono poi sfondi piuttosto sciapi e poco caratterizzati, che risultano anche ripetitivi sul lungo periodo. Le animazioni sono forse la parte più riuscita dell’intero comparto tecnico, esagerate e spettacolari al punto giusto; nulla che salvi comunque il quadro generale grafico, che soffre tremendamente della sua natura cross-gen. Il lato sonoro è quello riuscito meglio, dato che riesce nell’intento di accompagnare adeguatamente il giocatore sia nelle fasi più concitate che non; buonissimo anche il doppiaggio in lingua giapponese, ben realizzato e di ottima efficacia. La longevità generale si attesta su buoni livelli, vista la durata della campagna, ma è doveroso dire che la ripetitività di fondo di Samurai Warriors: Spirit of Sanada potrebbe stuccare i non appassionati al particolare genere musou.