Recensione

Resident Evil 7: Biohazard – Recensione

La crescita esponenziale delle fonti di informazione e della diffusione di queste ha fatto modo che molti titoli vengano pubblicizzati e conosciuti per le loro caratteristiche prima ancora del loro rilascio. Anni e anni fa tutto ciรฒ era ancora semplice fantasia, ma col passare del tempo, per motivi differenti da persona a persona, abbiamo imparato a scrutare ogni singola sfaccettatura di un video o di alcune foto trapelate in rete, semplicemente per giudicare se valesse o meno la pena acquistare un titolo al day one. In simbiosi con questo stile di vita, รจ stato impossibile per tutti i giocatori di vecchia data non notare come per molti versi Resident Evil 7 si sia rivelato una sorpresa inaspettata, un dietrofront del 50%, che ha fatto rispolverare a Capcom alcuni dei concetti chiave del survival horror. I mesi precedenti al rilascio del gioco sono stati adornati da sorrisi entusiasti e speranzosi, ma anche di perplessitร  espresse col martelletto da giudice in mano, senza effettivamente sapere cosa di preciso dovevamo aspettarci.

In modo atipico per questo brand infatti ci ritroviamo a giocare in prima persona, dicendo addio (o forse arrivederci?) alla terza persona che ha caratterizzato gli ultimi capitoli. Senza fare ulteriori passi indietro perรฒ, รจ bene cominciare a guardarci di fronte, e a riconoscere che cosa รจ stato creato dagli sviluppatori. Siamo nel 2017, รจ normale che l’approccio e la richiesta del medium siano mutati nel corso degli anni e guardandoci intorno ci renderemo conto che anche di come a livello tecnologico le esigenze abbiano subito un’impennata. Resident Evil 7 riesce a fondere tutto questo, dove i maniscalchi di Capcom hanno attinto dalla voglia matta dei giocatori di tornare ad aver paura del buio. Sarร  coi nostri occhi che approcceremo alla terribile magione, prima che con i nostri pad. Un ambiente sudicio e maleodorante nel quale il nostro Ethan (al quale ha prestato la voce un ottimo Renato Novara) arriverร  per cercare delle risposte riguardo la sua amata Mia, credutaย morta per ben tre anni.

Resident Evil 7Fin dai primi minuti di gioco รจ chiaro che il titolo non รจ adatto ai deboli di cuore, con dei jumpscare a fare da antipasto a quella che sarร  a tutti gli effetti una crociata contro ansia e terrore. Avrete paura anche della vostra ombra. Sarร  finalmente realtร , infatti, la cauta ricerca della sopravvivenza: unendo uno sfrenato backtracking volontario fino ai punti di salvataggio ogniqualvolta una coppia di mostri fungini soccomberร  alle vostre cartucce, alla scelta meticolosa delle armi e degli oggetti da portare con sรฉ, con loย spazio libero che non sarร  mai abbastanza. Dopotutto il semplice e quanto mai nuovo sistema di crafting รจ un’arma a doppio taglio, che vi permetterร  sรฌ di gestire gli oggetti in base alle vostre esigenze, ma il numero delle varietร  di tipi di ingredienti da combinare sarร  croce e delizia del vostro zaino. Scordatevi perรฒ di aprire il fuoco ad armi spianate sbandierando il vostro vessillo, perchรฉ ogni singolo proiettile, ogni oggetto curativo e singolo ingredienteย da combinare per crearne altri, sono estremamente preziosi… perchรฉ non sempre basterร  un coltellino per difendervi. Rifioriscono chiari ed indelebili le caratteristiche e alcuni degli oggetti che hanno fatto da matrice negli scorsi titoli, resuscitando nella mente del giocatore una sorta di strano deja-vu, di quelli malsanamente buoni.

I membri principali della famiglia Baker come potete immaginare faranno da boss principali del titolo, dopo aver passato delle parti di gioco a metterci i bastoni tra le ruote… e pensare che in principio volevano facessimo parte della nostra (hem… loro) famiglia, cercando di trascinarci inย una sorta di “Sindrome di Stoccolma”. Ogni angolo potrebbe farvi pensare ad una trappola, ed ogni singolo rumore farvi voltare a controllare piรน di una volta, con un comparto sonoro studiato furbescamente, e parte integrante delle vostre angosce.

Non รจ solamente a causa di inquietanti fasi di gioco vissute in un VHS o di feste a sorpresa improvvisate dalla ridente famigliola che vi ritroverete in guardia in ogni dove, ma anche a causa della giร  citata location, labirintica e con tante porte da sbloccare con chiavi diverse (che chiaramente metteremo in tasca solo dopo aver versatoย sangue e sudore). Ad accompagnare questi meccanismi, c’รจ la necessitร  di risolvere qualche piccolo indovinello, che ci porterร  ad oggetti segreti nascosti decifrando una foto o ad aprire passaggi segreti (in questo caso necessari per il proseguo dell’avventura del malcapitato protagonista).

resident evil 7 2A distoglierci un pochino dall’egregia qualitร  del gameplay, ci sono alcuni lati tecnici. Parliamo di un titolo che sfrutta ilย RE Engine, motore di Capcom al suo esordio che garantisce al gioco i 60 fps. Anche se la fotografia del titolo รจ stata curata in modo ottimo, con uno sfruttamento di luci, ombre ed atmosfera senza il quale un risultato del genere non sarebbe stato possibile, Resident Evil 7 non รจ esente da qualche sbavatura: alcune fasi, specialmente all’aperto, ci metteranno di fronte ad alcuni difetti di texture evitabili o a qualche aliasing di troppo. Con cosรฌ tanta carne al fuoco l’esperienza di gioco non poteva che essere in dubbio, perchรฉ come vi spiegavamo all’inizio, Resident Evil 7 potrebbe significare un nuovo inizio per il leggendario marchio, e le perplessitร  erano molte. Eppure, a conti fatti, i risultati parlano chiaro: il gioco fa paura? Si. Rispecchia i canoni tanto declamati nei primi titoli? Si. La prima persona conferisce maggior immersione come voluto? Assolutamente si.

Un ultimo breve appunto va fatto per la modalitร  VR. L’atmosfera tetra di Resident Evil 7 in realtร  virtuale rende, e anche troppo bene, ma ci sono delle caratteristiche legate al gameplay che al momento non sono al passo coi tempi. Tralasciando la difficoltร  di una configurazione della periferica mai troppo precisa,ย la rotazione base del protagonista รจ limitata ai piccoli scatti, e non permette una sufficiente velocitร  di manovra, anche nelle fasi meno complicate. Certo, l’effetto creato dal visore รจ eccellenteย e soprattutto molto immersivo… con l’unica pecca di vedere le nostre braccia “tagliate” alla base, che va a stroncare qualsiasi sentore di realismo che si era creato. Rimane in tutto e per tutto comunque un’esperienza da fare, a patto che non siate facilmente impressionabili. Motion sickness? Praticamente assente.

Modus Operandi: la recensione che avete appena letto รจ stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4ย del titolo, dopo aver completato la storia principale a difficoltร  normale, ed aver giocato piรน di metร  dell’esperienza in modalitร  VR.

Resident Evil 7: Biohazard

9

Resident Evil 7 รจ un gioco che rispecchia a pieno il concetto di survival horror, che con carattere riesce a riprendersi i riflettori dopo un paio di titoli che ne avevano segnato il nome. L'abbandono della terza persona, il ritorno del buio come chiave delle location e la tensione che torna a farla da padrona, segnano un ritorno in grande spolvero del brand, che oltre a fare marcia indietro per alcune caratteristiche, riesce a tornare attuale grazie alla buonissima resa grafica e all'ottimo gameplay. Di sicuro il miglior punto di ripartenza che ci si poteva aspettare, e sperare.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto piรน del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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