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Redout – Recensione

Uno dei primi titoli che giocai in assoluto sulla mia PlayStation 3 fu WipEout HD ed era l’ormai lontano 2011, ma da lì fu subito passione a prima vista. Non conoscevo ancora bene il mondo del gaming su console, di certo avevo ben presente i grandi nomi come quello di Kratos nella serie di God of War (mentre vedevo mio cugino giocare su PlayStation II) o quello di Altair in Assassin’s Creed, passando per Gran Turismo nel mondo di simulazione automobilistica e Call of DutyCrysis per gli FPS più di successo, ma niente che mi potesse far pensare al mondo di quelle corse così futuristiche, che avrebbero poi conquistato fin dai primi momenti per sempre il mio cuore. Dopo oltre 100 ore di gioco piene in poco meno di un mese, alla conquista di quell’agognato Platino, il più difficile che io abbia mai ottenuto, misi da parte definitivamente questo titolo, se non per qualche partita occasionale per rispolverare i vecchi ricordi. Aver trovato Redout nella libreria Steam è stato dunque un vero e proprio tonfo al cuore. Nell’arco di questi 7 anni, approcciandomi in lungo e largo nell’immenso panorama videoludico, e vedendolo trasformare sotto molti punti di vista, ho sentito la grande mancanza di un titolo di questo genere, ed è proprio in questo contesto che il team tutto italiano 34BigThings ha scelto di realizzare un nuovo e piccolo capolavoro. Redout nasce con l’intenzione di essere un omaggio a mostri sacri delle corse quali F-Zero, WipEout, Rollcage e POD. Andiamo dunque a scoprire e ad analizzare ogni dettaglio di questo titolo, alla scoperta di un “indie ma che poi tanto indie non è, visto che sembra più un titolo tripla AAA” (tanto per citare alcuni pareri di colleghi all’interno dello staff di Game Legends).

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Una realtà tutta italiana

Redout è stato progettato per garantire una nuova esperienza di guida veloce, tosta e soddisfacente, imbevuta di quella vertigo che è l’essenza del genere racing arcade. Come si presenta allora questo titolo a chi si approccia per la prima volta ad un genere come questo? Di certo, la prima importante osservazione da fare è che i ragazzi torinesi di 34BigThings sono riusciti a dare una vera e propria anima a Redout, che non si presenta così come una scopiazzatura delle vecchie glorie, ma riesce ad offire elementi originali, rinnovati e soprattutto al passo con i tempi. Il gioco è stato pensato infatti anche per una non più così lontana realtà virtuale e, se attualmente è disponibile solo per PC, si prepara già ad arrivare su PlayStation 4 e Xbox One. Già, perché deve essere chiaro che il gameplay che caratterizza questo tipo di arcade racing deve essere affrontato esclusivamente con un Pad in mano. Nonostante abbia esordito su PC via Steam, l’uso della tastiera è altamente sconsigliato, risultante scomoda e poco fruibile, in quanto è un’esperienza di gioco che nasce esclusivamente per joystick, ed è per questo motivo che volutamente non inserirò questa caratteristica tra i punti negativi della recensione, in quanto in questo caso il computer fisso da gaming diventa, come i vecchi fan già ben sanno, un mero strumento per portare a più videogiocatori possibili la realtà che Redout vuole offrire, diventando così (il PC) una piattaforma di gioco alla pari delle console casalinghe di Sony e Microsoft.

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Semplicità è sinonimo di armonia

Il titolo non prevede un tutorial iniziale, dunque chi si trova ad affrontare un simile genere per la prima volta, potrebbe sentirsi un po’ scoraggiato, ma con il nostro controller in mano siamo pronti ad entrare in questo mondo, e già dal menù principale sembra di sentirsi già a casa. In uno stile molto classico e pulito, avremo fin da subito la possibilità di cominciare a cimentarci con la Carriera per diventare il miglior pilota di Redout, e che ci farà muovere i primi passi per conoscere piano piano le varie meccaniche di gioco. Di per sé infatti, la struttura è molto semplice: ci sarà da scegliere tra sei scafi di classe 1 (per cominciare) presenti nel nostro garage, con caratteristiche ben diversificate tra loro e adatte per situazioni diverse e stili di guida differenti. Avanzando di livello, avremo la possibilità di acquistare le varie versioni potenziate che si sbloccheranno proseguendo nel gioco, fino alla classe 4, l’ultima, per un totale di 13 navi disponibili e ottenibili. In più, ogni classe sarà ulteriormente potenziabile, con piccole ma significative migliore.

Successivamente si passa alla scelta dei Powerups da abbinare al proprio veicolo, bonus finalizzati per migliorare le prestazioni in gara. Avremo a disposizione due slot da riempire, il primo utilizzabile per il Powerup attivo (che dovremo attivare manualmente durante la corsa) e l’altro per quello passivo, che offre vantaggi permanenti. Ogni Powerup poi potrà essere a sua volta ulteriormente potenziato, per un totale di quattro livelli: inutile dire che più sarà alto il loro livello, più la loro influenza in gara sarà significativa. Più avanti vedremo come in molti eventi saranno la chiave di svolta della corsa. Nel riquadro in alto a destra invece, avremo la possibilità di monitorare costantemente il nostro avanzamento nella Carriera, tenendo d’occhio il livello, la classe della nave attuale (necessaria per accedere ad alcuni tipi di evento piuttosto che ad altri) ed infine il proprio budget, che sarà l’unica fonte di denaro per ogni miglioramento che vorremmo apportare per cercare di essere più competenti nei vari tracciati. Inoltre, di tanto in tanto ci verranno proposti dei contratti che, rispettando determinate condizioni, ci faranno fruttare denaro e/o comodi Powerups gratuitamente.

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Pronto a diventare il vero campione?

Giungiamo al vero cuore di Redout: gli eventi, che ci porteranno alla scoperta di straordinari scenari, tra salti mozzafiato e velocità davvero da capogiro. Ogni evento sarà accessibile, come avrete intuito, con una determinata classe della nave, non potendo dunque pretendere di gareggiare con uno scafo di quarta classe in un evento riservato solo a quelli da due. Questo permette di rendere ogni gara unica nel suo genere, per difficoltà e prestazioni. Il comparto offerto da Redout è davvero vario: avremo un totale di 10 modalità di gara, che piano piano affronteremo nella nostra scalata. Diamo una rapida occhiata a ciascuna di esse, dalle più classiche a quelle inedite.

– Prova a Tempo: Sarà necessario battere il tempo record, non ci sarà nessun avversario e nessuna distrazione: soli contro il cronometro

– Velocità: Una Prova a Tempo in cui sono piazzati dei turbo extra sulla pista. Rimanendo al di sopra della velocità indicata, saranno poi sottratti secondi dal proprio tempo finale.

– Sopravvivenza: Si avrà a che fare con molti ostacoli piazzati lungo il tracciato. Non c’è respawn e bisogna coprire più distanza possibile prima che il tempo si esaurisca.

– Instagib: Una Prova a Tempo senza seconde chances: i danni sono considerevolmente aumentati e non c’è respawn.

– Corsa: La più classica, per gareggiare verso il traguardo finale. In questa modalità sarà consentito l’uso dei Powerup.

– Corsa pura: Una corsa classica, ma senza stavolta l’ausilio dei Powerup. Sarà utile per allenare le dinamiche di guida fondamentali.

– Corsa Arena: Una gara senza respawn e il primo a completare la gara, o l’ultima nave sopravvissuta, vince.

– Eliminazione: Ad ogni giro, l’ultimo concorrente viene eliminato.  Sarà importante trovare un giusto equilibrio tra velocità e resistenza.

– A punteggio: Una lunga corsa a punti. Colpire turbo, rimanere tra i primi, registrare giri record e non esplodere sono modi per totalizzare un numero maggiore di punti.

– Boss: Un lungo evento Gara che si svolge sui cinque tracciati dell’autodromo di ogni località, collegati tramite portali.

Le varie modalità metteranno a dura prova le proprie capacità di adattamento, dovendo affrontare continuamente situazioni diverse: si andrà da gare molto rapide, in cui ciò che conta sarà unicamente la velocità, ad altre più lunghe, dove sarà fondamentale mantenere alta la resistenza dello scafo, per poter arrivare fino al traguardo finale. Sarà allora fondamentale la scelta di ogni singolo Powerup, che vi garantirà prestazioni diverse in base alle vostre esigenze in un determinato evento: potrete aumentare l’efficienza della stabilità sul percorso, oppure puntare tutto sulla velocità durante un inseguimento. La modalità Carriera offrirà 75 eventi da dover affrontare in tutto il gioco; alcune modalità spiccano meno di altre, risultando leggermente migliorabili, perché meno dinamiche e più macchinose, anche se alla fine potrebbe trattarsi di questione di gusti.

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Una guida ad altissima velocità…

Andando ad analizzare l’HUD di guida, avremo modo di controllare costantemente la nostra velocità… e quando vedrete di che numeri parliamo, capirete di quanto si andrà effettivamente veloci, ma tranquilli perché non è solo che l’inizio! Proseguendo con il gioco, si arriverà ad essere il doppio più veloci di come siamo partiti. Troveremo anche il classico indicatore della salute e della barra d’energia, necessaria per attivare il turbo e i vari potenziamenti equipaggiati e, oltre ai dati relativi al cronometro, anche un grafico in alto che mostrerà le varie distanze in gara tra i partecipanti. L’unica nota che si potrebbe fare è la mancanza di una minimappa che possa mostrare anticipatamente il percorso, per poter prevedere le curve e impostarne mentalmente in anticipo la traiettoria ideale. Problema però che in parte viene risolto dalle innumerevoli segnalazioni lungo la strada per le curve a gomito o improvvisi zigzag,  grazie anche a delle barriere di contenimento (guard rail) disposte su quasi lungo tutto il perimetro della pista, il cui colore indica se siamo in avvicinamento ad una curva (diventando di color rosso), una lieve deviazione (colore arancione) o tratta rettilinea (color verde). Iniziando a memorizzare giro dopo giro le varie mappe, e lasciandosi aiutare dalla segnaletica, è possibile comunque anticipare i punti più critici e cercare di superarli nel migliori dei modi.

Durante la corsa potrebbe capitare che vi appoggiate, soprattutto in curva, a queste barriere che, oltre a diminuire nettamente la vostra velocità, vi faranno perdere anche un po’ di salute. A differenza però di WipEout, in cui i punti vita persi erano irrecuperabili, se non attraverso qualche sporadico bonus lungo la strada, qui per recuperare la salute “basterà” viaggiare a velocità sostenuta, senza entrare in conflitto lungo il  tragitto con avversari o lungo le varie barriere; tra i vari Powerups troveremo le giuste soluzioni per facilitare il rigeneramento delle condizioni del proprio scafo. Altro aspetto su cui Redout si distacca dai suoi ispiratori, è la mancanza di armi e/o potenziamenti ottenibili lungo la pista; potremo solo sfruttare dei Turbo piazzati nel circuito per ottenere una leggera carica durante la nostra corsa, ma niente per mettere in difficoltà gli avversari se non con i Powerups di partenza.

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…e la giusta scelta dello scafo farà la differenza!

Le navi a disposizione saranno adatte ad ogni esigenza e stile di guida, da quelle più resistenti ma meno veloci, a quelle che sacrificano un po’ di aderenza a favore dell’accelerazione e velocità max. Il consiglio che possiamo darvi è quello di trovare uno scafo che scenda a compromessi, riuscendo a garantire un’ottima struttura, stabilità e velocità. Nonostante graficamente siano impeccabili, con un design davvero futuristico e avvincente, gli scafi sono un po’ scarni di dettagli e particolari. Anche qui, tutto risulta essere molto pulito e semplice, ma nulla vieta (magari in un prossimo aggiornamento) che il team scelga di aggiungere qualche ulteriore rifinitura. La guida, per chi è poco abituato a corse di questo tipo, potrebbe risultare un po’ macchinosa e poco fluida. In realtà, presa un po’ la mano, noterete come smetterete di carambolare tra una barriera e l’altra, riuscendo a fare dei percorsi più o meno puliti. Un altro consiglio che mi sento di dare, è quello di andare nelle Opzioni e a Schema di Controllo, selezionare su Arcade. Questo importante metodo di guida inserirà l’utilizzo degli aero-freni, che permettono di avere un controllo totale del veicolo, senza i quali sarebbe impossibile raggiungere determinate prestazioni.

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Alla caccia della medaglia perduta

Redout, come affermato dagli stessi sviluppatori, è un titolo che a livello di difficoltà è molto esigente. Non sarà una passeggiata neanche rientrare tra i primi tre, figuratevi arrivare primi in un evento. Per avanzare però è necessario conquistare almeno la medaglia di bronzo in qualche evento, per poter sbloccare nuove gare e nuovi tracciati. La medaglia d’argento, con un po’ d’impegno, si otterrà senza troppi problemi, magari con la giusta grinta e concentrazione. La medaglia d’oro invece, in molti casi rimarrà soltanto un miraggio; anche quando penserete di avere la volta buona, all’ultima curva potreste essere superati, mandando in fumo il vantaggio costruito sugli avversari per tutta la durata della gara. Questo è dovuto da un particolare algoritmo realizzato dagli sviluppatori, in grado di adattare la difficoltà degli altri partecipanti al vostro stile di guida. Se infatti vi ritroverete nelle ultime posizioni, è possibile notare come il sistema rallenti leggermente gli avversari davanti, ma nel momento in cui vi ritroverete in testa alla corsa, ecco che sarà per voi impossibile vincerla in solitaria, dovendo affrontare fino all’ultimo metro, gli avversari dietro di voi, che diventeranno leggermente più veloci per riuscire a darvi del filo da torcere. Dovrete avere un controllo assoluto della nave e una conoscenza pressoché totale della pista, avendo ben chiaro ogni metro del circuito per poter effettuare il giro più pulito possibile; con i giusti Powerups, tanti tentativi e un po’ di fortuna, dovreste essere in grado di puntare anche al titolo più alto.

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Viaggi da sogno

I circuiti di gioco con cui avremo a che fare non saranno moltissimi, parliamo di 20 piste raggruppate in quattro ambientazioni diverse, scopriamole insieme:

Cairo

– Calima: sfrecceremo attraverso l’ex quartiere finaziario, dirigendoci fuori città verso il deserto.

– Khamsim: affronteremo le curve strette dell’antica Medina e ci innalzeremo sopra le catapecchie dei bassifondi.

– Simoom: correremo attraverso i bassifondi e in uno stretto canyon di roccia, prima dell’ultimo salto sopra le piramidi.

– Sirocco: sfideremo le tempeste di sabbia del vasto deserto e sfrecceremo attorno ad un’enorme oasi.

– Ghibli: un circuito impegnataivo che presenterà molti avvitamenti e un lunghissimo rettilineo, dove raggiungeremo velocità oltre i 1300 km/h.

Alaska

– Autostrada: ci tufferemo in una gigantesca caverna ghiacciata per poi scalare un iceberg prima dell’allungo finale verso il traguardo.

– Explorer: ricco di rettilinei, impareremo a controllare l’inclinazione della nostra nave e affronteremo saliscendi a tavoletta.

– Airborne: un tracciato spettacolare tra salti e passaggi stretti all’interno di un cimitero di navi.

– Vertigo: uno dei circuiti più tecnici della lega, con tantissime curve strette e uno spin finale da brivido.

– Centrifuga: un circuito impegnativo, abbondante di G orizzontali e negativi.

Abruzzo

– Ponte: un tracciato lungo e veloce che presenta curve ampie, curve a S e alcune sezioni vorticose.

– Colline marittime: gareggeremo lungo la costa, in una sezione tubolare e attraverso i boschi, con un paio di salti d’intermezzo.

– Strada di montagna: ci arrampicheremo su per la montagna, al di sotto dell’enorme albero, per tuffarci poi in una incredibile sezione sottomarina.

– Passaggio rapido: curveremo tra gli alberi, intorno e attraverso la palude, prima degli ultimi due lunghi salti.

– Unmanned: in questo tracciato sarà difficile dire da che parte è il cielo e da che parte la terra! Un ultimo salto finale tra le radici giganti, vi metterà spesso in difficoltà se affrontato a velocità massima.

Volcano

– Falangi: navigheremo attraverso la baia, gareggeremo nel cratere vulcanico, tornando indietro per tuffarci infine sott’acqua.

– Deep Dive: ci tufferemo all’interno del vulcano e scopriremo il complesso minerario abbandonato che giace al suo interno.

– Tour sotteraneo: un viaggio lungo e pericoloso che ci condurrà nel cuore della montagna.

– Camera magmatica: un circuito sghembo e accartocciato su sè stesso, costruito interamente nella camera magmatica del vulcano.

– Inferno: un lungo tracciato che corre lungo la costa, con una breve sezione sottomarina, e faremo i conti con il salto più esagerato di Redout!

A folli velocità, ci immergeremo in ambientazioni spettacoli e sensazionali; sarà un vero e proprio bagno di colori, attraversando le verdi foreste dell’Abruzzo, fino ai roventi fiumi di lava nel cuore di un Vulcano non definito. Tra lunghi salti, avvitamenti e rettilinei rapidissimi, sarà davvero difficile nei primi momenti mantenere la concentrazione e non perdere la testa in qualche parte del tracciato, trasformandosi in un’occasione in più per ammirare ogni dettaglio degli scenari realizzati. Durante la Carriera inoltre, avremo la possibilità di scegliere su quale tracciato gareggiare, salendo di livello e arricchendo il nostro budget. La vera chicca sarà imbattersi in lunghi e faticosi eventi Boss (vedi sopra), che ci permetteranno di attraversare in un singolo evento ognuno dei cinque tracciati di un unico autodromo, collegati tramite portali in punti volutamente impegnativi. Qui le parole d’ordine saranno calma, concentrazione e precisione. Avremo davanti gare di oltre quindici minuti, con lunghi ed interminabili giri che metteranno a dura prova la nostra resistenza.

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Fluidità costante 

Il motore grafico utilizzato vanta del nuovissimo Unreal Engine 4, che offre supporto a Steam VR, Oculus Rift e HTC Vive, con un frame rate fino 200 fps, dunque non si risentirà in nessun caso di una perdita improvvisa di frame. In più  gli sviluppatori hanno scelto di utilizzare un approccio del tutto particolare ma funzionale: un basso numero di poligoni a fronte di effetti grafici di ultima generazione, per mantenere la giusta fluidità del gioco, anche perché a oltre 1000 km/h sarà già davvero impegnativo non perdere di vista il tracciato, figuratevi il panorama intorno! Redout raggiunge abbastanza velocemente i 60 fps a dettagli massimi, con un PC con i5 a 2,6 GHz, 8GB di RAM e GTX 960, ma per arrivare a frame rate di 120 servirà sicuramente una piattaforma più potente. Personalmente, ho provato il titolo con un i5 4690k a 3,5 Ghz, 8GB di RAM e una R9 280x Vapor-x, raggiungendo un frame rate oltre i 100, riuscendo a godere in pieno della fluidità del titolo con impostazioni settate al massimo.

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Oltre il muro del suono!

Il comparto audio che accompagnerà ogni singolo tracciato è davvero sensazionale, alla pari dei vecchi titoli cugini: tracce ad alto ritmo che vi trasmetteranno la giusta dose di adrenalina per affrontare ogni curva della vostra gara. La scelta è stata accurata, le caratteristiche del tracciato sembrano infatti riflettere quelle delle note di sottofondo: nei tracciati innevati dell’Alaska saremo ad esempio accompagnati da una delicata e cristallina voce femminile, o nel Volcano (l’ambientazione che mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta) da una musica molto pungente ed emblematica. Una OST sicuramente degna di nota, da mettere negli stereo delle proprie auto… purché ci si trattenga dal desiderio di spingere sull’acceleratore a suon di techno! I veterani ricorderanno le musiche di Ed Rush e Optical che ci hanno accompagnato in WipEout; se non allo stesso livello, quelle di Redout saranno in grado di trasmettere le stesse intense emozioni.

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Ehi, c’è nessuno?

La modalità Online è ben curata, ma poco popolata al momento, trovandoci ancora nei primi giorni dal debutto ufficiale. Un ottimo punto d’incontro per tutti gli appassionati del genere che hanno voglia di sfidarsi per conoscere e superare i propri limiti. Si avrà la possibilità di realizzare corse avvincenti fino a 12 giocatori, scegliendo il numero dei giri e l’ambientazione più adatta. Peccato però manchi una modalità per giocare in locale, permettendo così a due utenti sulla stessa piattaforma di gareggiare contro! Ulteriori migliorie o aggiunte dal team sviluppatore potrebbe far popolare i server, soprattutto in vista del futuro arrivo su PlayStation 4 e Xbox One.

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Tirando un po’ le conclusioni su Redout, i ragazzi 34BigThings sembrano aver curato ogni minimo dettaglio. Oltre infatti alle piccole note già affrontate nel corso della recensione sugli aspetti discutibili, Redout è un titolo che funziona, e anche bene. La sua fruibilità è massima (con un Pad in mano) ed è possibile capirlo fin dal primo momento. Avviato il gioco, sarà un continuo di “pronti, partenza e via!”, dove l’unica cosa che conta sarà soltanto arrivare al traguardo ad ogni costo, e magari anche davanti ai propri avversari. La difficoltà proposta è un’ulteriore nota di valore, che però è possibile analizzare da due punti di vista: se da una parte si rischia di mettere a tacere il divertimento senza numerosi tentativi per perfezionare la propria guida, dall’altra potrebbe diventare frustrante a chi ha semplicemente voglia di gareggiare ogni tanto e proseguire nel gioco senza troppe ambizioni. Con costanza e determinazione Redout sarà regalarvi tante soddisfazioni.

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9.3

Redout arriva in grande stile dopo anni di silenzio, per rendere omaggio ai grandi maestri degli arcade racing WipEout e F-Zero. Il team italiano 34BigThings ha realizzato il futuro delle corse futuristiche e antigravitazionali, offrendo un'esperienza di guida veloce, tosta e soddisfacente. Sterza, scarta e usa il turbo in uscita da una curva per avere il controllo completo della nave, nel tentativo costante di conquistare quell'oro così irraggiungibile! La difficoltà proposta metterà a dura prova le vostre abilità, la vostra tenacia e la vostra costanza. Frutto della tecnologia Unreal Engine 4, sarà una totale immersione in un bagno di colori.

Mariano "xTheDeathx" Bonaccorsi
Avvicinatosi al mondo videoludico tenendo in mano la sua prima console, una PSP Slim & Light, xTheDeathx inizia la sua vera avventura solo nel 2011 su PlayStation 3 e come cacciatore accanito di trofei. Riempita la sua bacheca di Platini, continua la sua avventura anche su PC sotto il nick di WhiteBlackDeath, tra un pad e una tastiera in compagnia di amici e tanto sano divertimento.

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