Redfall – Recensione, la caccia ai vampiri di Arkane ha inizio

Ecco la nostra recensione di Redfall, il vampiresco titolo sviluppato da Arkane Austin e pubblicato da Bethesda, un tripudio di sangue e coop.

Marcello Paolillo
Di Marcello Paolillo Recensioni Lettura da 7 minuti
7.7
Redfall

Redfall ha attirato l’attenzione di molti videogiocatori sin da subito, specie per il fatto che parliamo del nuovo progetto di Arkane, team che ci ha regalato titoli come Dishonored, Prey e Deathloop. La divisione di Austin stava mettendo in piedi quelli che molti hanno erroneamente etichettato come un clone di Left 4 Dead, visto che – gioco finale alla mano – il progetto si è rivelato essere un prodotto di ben altra caratura.

Questo perché, in realtà, è davvero difficile etichettare Redfall senza cadere in fallo: potremo sbrigarcela etichettandolo come un semplice sparatutto cooperativo, ma non sarebbe del tutto corretto, visto che il primo dettaglio del gioco a risaltare è senza dubbio l’atmosfera dalle tinte horror. Aggirarsi per le strade della piccola cittadina sul mare, su di un’isola invasa da vampiri assetati di sangue, non sarà certo una scampagnata. Come da tradizione dei titoli Arkane, il gioco si prenderà tremendamente sul serio, visto anche che molti dettagli della trama li potremo scoprire raccogliendo note e file audio in perfetto stile Biohazard.

Che siano specifici dettagli sul temibile Hollow Man, ossia uno dei Vampire Gods che saremo chiamati a eliminare, oppure generici retroscena sui protagonisti, la storia di Redfall ci verrà svelata ora dopo ora, senza però tralasciare una punta di humor che non guasta mai: i protagonisti e gli altri comprimari del gioco smorzeranno infatti l’atmosfera crepuscolare con battute e dialoghi più leggeri, sempre in perfetto stile Arkane.

L’isola del sangue

A livello di gioco giocato, Redfall è un gioco diviso a metà: l’intera isola sarà un campo di battaglia completamente esplorabile, diviso tra la zona cittadina e una parte rurale più estesa. Essendo di base impostato come un open world, il giocatore potrà quindi decidere se seguire le missioni principali oppure esplorare liberamente il mondo di gioco a caccia di quest secondarie (come la caccia ai Nidi di Vampiri o i rifugi da liberare). Purtroppo, la varietà alla lunga sembra mancare, visto che dopo una manciata di ore molte missioni tenderanno a rassomigliarsi un po’ troppo.

Ovviamente, la quest principale è quella che darà modo di appassionarci maggiormente alla caccia ai vari Dèi Vampiri che hanno portato il caos nella città e sull’isola. A tal proposito, il level design inizierà a essere quello a cui Arkane ci ha abituato coi suoi titoli precedenti, mettendo in primo piano la varietà e le possibilità decisionali: per raggiungere un punto X potremo infatti fare affidamento alle nostre capacità stealth aggirando i vampiri, sfruttare le nostre abilità relativamente all’ambiente circostante, oppure decidere di lanciarci in furiosi combattimenti contro le forze del male.

Redfall

Vero anche che, a livello di complessità generale, siamo ben distanti dalla cura riposta in giochi come Dishonored, vista una semplificazione generale dell’impianto ludico, sebbene i quattro protagonisti cercheranno di diversificare l’offerta.

Layla Ellison è la prima, una studentessa di ingegneria biomedica che è stata internata in una struttura di ricerca dove qualcosa è andato storto, lasciandole intense capacità telecinetiche. Segue poi Jacob Boyer, un ex tiratore scelto militare diventato appaltatore privato, a cui fa capolino Remi de la Rosa, una brillante ingegnere di combattimento che ha trascorso la sua vita in prima linea. Ultimo ma non meno importante Devinder Crousley, criptozoologo e aspirante inventore dotato di armi di sua creazione.

Avere a disposizione vari personaggi nella campagna, assicura del resto anche due poteri speciali e una Ultimate, che si ricaricano col tempo una volta usate. In single player le sinergie tra i poteri dei personaggi saranno in ogni caso molto meno importanti rispetto al gioco online cooperativo. A ciò va sommata la possibilità di equipaggiare ogni personaggio con tre armi di qualsiasi tipo, oltre a uno slot speciale per la cosiddetta Reliquia di Sangue, in grado di dare bonus alla salute totale e ai tempi di utilizzo di oggetti specifici. Non manca inoltre la possibilità di potenziare i quattro eroi con i punti abilità ottenuti a ogni aumento di livello, maggiorando così le caratteristiche speciali di un personaggio o personalizzando l’estetica dei vestiti e degli accessori.

Il gunplay di Redfall è abbastanza tradizionale, e si fonda interamente sull’utilizzo combinato di armi da fuoco e poteri speciali: le sparatorie funzionano sempre piuttosto bene, così come la varietà di armi non manca mai (tra fucili a pompa, fucili d’assalto e pistole). A ciò vanno aggiunte bocche da fuoco speciali come lo spara paletti o il cannone a raggi UV (in grado di pietrificare i nemici). Ovviamente, essendo i nostri avversari principali dei temibili succhiasangue, ficcargli un paletto nel cuore per eliminarli definitivamente sarà cosa buona e giusta. Non mancheranno anche avversari umani come i cultisti, oltre a numerose tipologie di vampiri in grado di muoversi molto velocemente.

Per quanto riguarda la questione grafica, Redfall non è di certo un gioco che farà gridare al miracolo per quanto riguarda il comparto tecnico. Durante il nostro test giocato su una Xbox Series S abbiamo notato brevi cali di frame rate (anche se nulla di grave), con una qualità delle texture sicuramente non in grado di spremere a dovere l’hardware di casa Microsoft.

Un po’ un peccato, visto che il gioco si attesta su un livello “medio” che sembra essere ben al di sotto di prodotti esteticamente e graficamente sicuramente più ricercati come ad esempio anche il recente Deathloop. Nonostante ciò, il gioco è tradotto in italiano, nonché doppiato (molto bene) nella nostra lingua, cosa questa che farà la gioia di chi non mastica troppo bene l’inglese.

Redfall
7.7
Voto 7.7
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Da anni critico del settore, ha scritto e scrive attualmente su diverse testate online dedicate ai videogames e al cinema, passando anche per i fumetti. La carriera di Marcello inizia nel 2003 e da allora non si è più fermato: dopo essersi fatto notare sui primi siti di settore, è arrivato a firmare articoli per le più importanti testate web italiane, oltre che per la carta stampata. Pavo non è il suo nome anagrafico: è il suo nome vero.