Red Dead Redemption II: Rockstar spiega come ha reso realistici i cavalli

Giacomo Zanoni
Di Giacomo Zanoni News Lettura da 2 minuti

Red Dead Redemption II è decisamente l’uscita di maggior successo degli ultimi mesi. Ha stupito i giocatori con l’accuratezza nella realizzazione di un open world credibile ed estremamente immersivo, grazie anche alla sensazione di incontrare personaggi e animali vivi all’interno del mondo di gioco. Un elemento estremamente centrale e per l’appunto vivo all’interno del titolo di Rockstar Games è caratterizzato senza dubbio dai cavalli. Le cavalcature sono un riferimento costante durante tutta l’esperienza in game, motivo che ha spinto gli sviluppatori a prestarvi particolare attenzione durante la realizzazione. Red Dead Redemption II

Coerentemente al periodo storico in cui Red Dead Redemption II è ambientato, i cavalli dovevano asservire allo scopo di vero e proprio mezzo di locomozione facilmente accessibile alla maggior parte della popolazione. Ne consegue che i molteplici utilizzi dell’animale comportassero diverse reazioni e movimenti del cavallo e dell’equipaggiamento trasportato. Per questo gli animatori volevano un’idea di movimento continuo, ma che lasciasse libertà alla cavalcatura, non lasciando il pieno controllo di queste azioni al giocatore. A spiegarlo è stato Phil Hooker, technical director di Rockstar, che al The Guardian ha raccontato come lo sviluppo dei cavalli sia stato “una collaborazione tra codice e animazione, e quel codice è coinvolto e creativo“.

Alastair MacGregor, technical audio director, ha poi spiegato come abbiano passato molto tempo a registrare il rumore degli zoccoli con diversi ritmi di andatura e su diversi tipi di terreno, o il fruscio dell’animale che passa tra l’erba. Lo stesso è stato fatto per realizzare i suoni di un cavallo che trasporta un uomo armato, il quale deve riprodurre il tintinnio delle armi o degli altri oggetti trasportati. Insomma, l’attenzione ai dettagli ha coinvolto anche i fidati amici dei cowboy nei più minimi particolari ed è innegabile che i risultati siano stati strabilianti.

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Videogiocatore dall'età di cinque anni, passo le giornate a leggere fumetti e libri, a volte mi cimento nella scrittura. Adoro i giochi di ruolo e qualsiasi altra cosa in grado di narrarmi storie e farmi viaggiare stando comodamente seduto.