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Red Dead Redemption II: analisi del trailer dedicato al gameplay

Nella giornata di ieri abbiamo avuto modo di vedere il tanto atteso gameplay di Red Dead Redemption II. Il titolo Rockstar Games ha sicuramente monopolizzato l’attenzione di tutta la scena videoludica, e tra poco più di due mesi finalmente lo vedremo sugli scaffali. Il primo capitolo, uscito ormai 8 anni fa, lasciò un profondo senso di vuoto a tutti gli appassionati, che adesso però possono finalmente riempire. L’ambientazione western sicuramente non è molto usata nei videogiochi, forse poco apprezzata e giudicata non molto appagante. Ma per Rockstar questa regola non vale, poiché come da tradizione qualunque cosa che tocca diventa oro.

Alzare l’asticella

Questo forse è il vero mantra della casa di sviluppo poiché ogni sua produzione rappresenta l’elevazione degli standard qualitativi. Un nuovo metro di paragone, una sentenza per tutte le software house che, nonostante il loro duro lavoro, vedono l’attenzione del pubblico solo dove il sole illumina sempre e costantemente. Nel trailer facciamo nuovamente la conoscenza di Arthur Morgan, nuovo protagonista che viene fatto evadere da un’angusta prigione. Come contestualizzato all’interno del video, siamo nel lontano 1899 nel pieno dell’incremento industriale americano. I piccoli villaggi iniziano a diventare delle vere e proprie città, e lo sviluppo tecnologico si fa sempre più preponderante. Bastano pochi secondi per accorgersi che Red Dead Redemption II non è come gli altri giochi, basti pensare che anche nel gameplay sfrutta riprese molto cinematografiche, rendendo quanto accade su schermo tutto più evocativo e accattivante. Nonostante un impatto grafico notevole, le informazioni rilasciate da Rockstar sono ben altre, ovvero tutto quello che si concentra su uno sviluppo di un mondo vivo che reagisca in vari modi indipendentemente dagli stimoli del giocatore.

Red Dead Redemption II non vuole essere il classico open world che siamo stati abituati a vedere negli ultimi anni, vuole essere qualcosa di diverso, profondo e interattivo. In un contesto storico che vede anche l’imporsi della gang, farete parte della grande famiglia di Van Der Lind. L’opera multimediale vi spingerà a vagare tra zone aride, paludi, montagne, foreste, piccole e grandi città e tanto altro ancora. La varietà delle location non è solo estetica poiché, come detto in precedenza, il mondo è più vivo che mai, soprattutto intorno al giocatore. I vari personaggi che incontrerete nascondono storie e segreti, il vostro comportamento avrà un certo peso nei loro confronti. Infatti, la cosa più interessante, è vedere come l’approccio non si basa solamente sulle pistole ma anche sulla diversificazione dei dialoghi. Il protagonista può interagire con i vari NPC in modi diversi: minacciare un testimone che ha assistito a un omicidio, decidere se intervenire o meno in alcuni casi specifici o usare la parola per uscire da alcune situazioni scomode. Anche uccidere qualcuno potrebbe causarvi alcuni problemi nel corso del tempo, meditate bene su ogni singola azione. Sul piatto servito dagli sviluppatori non c’è solo un sistema di scelta, ma c’è da sviluppare una sorta di ideologia d’onore interamente incentrata sulle azioni di Arthur.

La famiglia che si sceglie

Sempre più spesso ho sentito dire che la famiglia non si sceglie, ma non è questo il caso. Infatti la software house si è anche concentrata su una narrazione che, come nel suo predecessore, fosse centrale nello sviluppo della storia. Nel vecchio capitolo il legame chiave era quello di Marston e la sua famiglia naturale, in Red Dead Redemption II questo temine lo intendiamo dando spazio alle gang, unico nucleo a cui, dovete davvero tutto, poiché fondamentale nell’economia di gioco. La gang dunque si occuperà di costruire accampamenti man mano chi vi sposterete per fuggire dalle autorità: questo rappresenta una sorta di hub dove incontrare gli altri membri della combriccola. Passare del tempo con loro vi garantirà una maggiore intesa oltre che a sbloccare meccaniche, missioni e attività extra.

Come detto da Rockstar stesso, l’accampamento sarà il posto ideale per riposare, ascoltare le storie dei vari NPC e usufruire di minigiochi secondari come le carte. Ovviamente una famiglia non si mantiene da sola, proprio per questo motivo è stato svelato un sistema di caccia che sarà preponderante nel titolo. Questo vi servirà per recuperare cibo e risorse, poiché la sopravvivenza del gruppo dipende da questo. Aiutare i vostri “familiari” li renderà più felici e inclini al supporto, ma per queste meccaniche bisognerà aspettare per ricevere nuove informazioni.

Esplorare è bello

Il focus sul sistema di caccia ci ha dato modo di scoprire un ecosistema davvero vario, ricco di predatori e animali differenti. Se riuscirete a ferire un cervo per esempio, potrete seguire le sue tracce fino al momento giusto per ucciderlo. Dopo non vi resta che caricare la carcassa sul vostro cavallo e portarla all’accampamento. Ovviamente delle volte è sempre utile pensare alle proprie tasche, vendere le carni e le pelli degli animali cacciati può fornirvi soldi, utili soprattutto per comprare armi o essere sperperati nei saloon o in altre attività ancora non annunciate. Parte integrante delle occupazioni saranno comunque le armi da fuoco, che la casa di sviluppo ha ricreato caratterizzando ogni minimo dettaglio, dalla cadenza del tiro al tempo di ricarica e tanti altri. Ritorna in grande spolvero anche il Dead Eye, che sarà approfondito però in un’altra occasione.

L’unico fedele alleato che vi accompagnerà senza sosta per tutto il corso dell’avventura sarà il vostro cavallo. Ovviamente ce ne saranno di diverse tipologie e aspetti, oltre ad avere comportamenti e bisogni differenti. Ricordatevi che i corsieri sono nobili creature, dunque vanno trattati con rispetto. Man mano che progredirete nella storia aumenterete la vostra affinità con lui, così da potergli fare eseguire degli ordini specifici senza la paura di essere disarcionati. I puledri non serviranno solo per migliorare l’esplorazione, ma anche per portare i vostri oggetti e gli animali morti. Oltre alla gang, dunque, avrete anche un amico a quattro zampe a cui affidarvi.

In conclusione possiamo dire che Red Dead Redemption II sia qui per migliorare tutto quello fatto dal suo predecessore. Alcuni fan si sarebbero aspettati una produzione più simile a GTA, invece Rockstar ha tenuto le distanze dalla sua creazione, continuando a dare alla saga di RDR un’anima ben distinta. Le informazioni ricevute sono molte, ma l’idea che la casa di sviluppo ci ha raccontato solo una parte delle meccaniche di gioco ci fa sobbalzare dalla sedia. In attesa del secondo trailer che sveli altre componenti del gameplay, le nostre prime impressioni sull’opera sono più che positive.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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