Negli ultimi anni la serie GT è stata la vetrina delle idee più “racing” di Realme: chip all’ultimo grido, ricariche fulminee, design che non passano inosservati. Nel 2024 il focus era stato tutto sul GT 7 Pro con Snapdragon 8 Elite; nel 2025 la casa cinese decide di spiazzare di nuovo presentandoci un GT 7 “vanilla” che, sulla carta, ha zero complessi di inferiorità: debutto mondiale del Dimensity 9400e a 4 nm, batteria da 7 000 mAh, ricarica SuperVOOC 120 W, schermo LTPO da 6,78ʺ capace di picchi da 6 000 nit e, a impreziosire il pacchetto, un reparto AI che tenta di rendere il telefono uno strumento di produttività concreto e non solo un “mostro da benchmark”. La domanda è semplice: il GT 7 riesce a ritagliarsi un’identità propria, o finisce per essere un mezzo passo tra mid e top? Dopo aver passato diverso tempo con il prodotto, ecco la nostra recensione.
Scheda tecnica in breve
Abbiamo già fatto in apertura una panoramica di quelle che sono le caratteristiche primarie del Realme G7, ma ecco esposta nel dettaglio la scheda tecnica del prodotto:
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SoC : MediaTek Dimensity 9400e (1×3,4 GHz X4 + 3×2,85 GHz X4 + 4×2 GHz A720, Immortalis-G720 MC12)
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Display : 6,78ʺ LTPO AMOLED 120 Hz, 1 – 120 Hz dinamico, HDR10+, Dolby Vision, 1 500 nit HBM / 6 000 nit peak
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Memoria : fino a 12 GB LPDDR5X + 512 GB UFS 4.0
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Fotocamere : 50 MP f/1,9 OIS (IMX906) + 50 MP 2× (JN5) + 8 MP ultra-wide; selfie 32 MP
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Batteria : 7 000 mAh, 120 W cablata, 7,5 W reverse wired
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Costruzione : grafene “IceSense” su telaio plastico, Gorilla Glass 7i, IP69
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Audio : stereo, Dolby Atmos; sensore infrarossi
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Biometria : fingerprint ottico in-display
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OS : Android 15 + Realme UI 6 (3 major update promessi)
Design, costruzione e display
Visivamente il GT 7 non spinge sui gradienti cangianti né sui vegan-leather stravaganti: Realme qui abbraccia il concetto IceSense, inserendo un sottile strato di grafene sotto la scocca satinata. Il risultato è un retro che resta fresco anche in stress test da mezz’ora di gioco a 120 fps e, bonus gradito, trattiene pochissime ditate. Il frame è plastico ma solido. i tasti – tutti sul lato destro – hanno un click deciso, e la corona color rame attorno all’isola quad-led è l’unica concessione estetica. Spessore 8,3 mm, peso 206 g: non un peso piuma, ma la distribuzione è centrata.
Il passo avanti più pratico è la certificazione IP69, rara in questa fascia: non è il solito IP68 “immersione occasionale”, ma una resistenza a getti d’acqua ad alta pressione. Tradotto: pioggia torrenziale o lavaggio sotto il rubinetto non fanno paura, e possiamo dire che è una gran cosa.
Sulla carta 120 Hz possono sembrare un downgrade rispetto ai 144 Hz del GT 6, ma parliamo di un pannello LTPO di terza generazione, capace di scendere a 1 Hz e risalire a 120 Hz senza tearing. La risoluzione 1264 × 2780 (450 ppi) è più che nitida, il PWM a 2 160 Hz scongiura affaticamento, e il picco 6000 nit dimostra quanto veloce corra la gara alla luminosità. Il touch sampling a 2600 Hz poi, fa la differenza nei rhythm game e negli FPS competitivi, col segnale arriva al SoC con ritardo quasi nullo.
Software, AI Planner e prestazioni
Realme UI 6 su base Android 15 porta in dote un’interfaccia più pulita: meno app duplicate (solo Browser e Community restano disinstallabili), pulsanti rapidi rivisti, widget smart ridimensionabili. Ma la firma è l’AI Planner: con un doppio tap sul retro il telefono analizza messaggi, mail e social e propone slot calendario per appuntamenti o promemoria. Funziona bene in Gmail e WhatsApp, un po’ meno in Telegram dove a volte interpreta male i fusi orari. Il rovescio della medaglia? Parte dell’elaborazione avviene in cloud Realme, quindi bisogna accettare che snippet di testo viaggino fuori dal dispositivo (crittografati). Chi ci tiene potrà limitarlo dalle impostazioni privacy, ma si perde la magia “pianifica-mi-tutto”.
Per le prestazioni, effettuando uno stress test su Genshin Impact pre-impostato su qualità molto alta a 60 fps, si resta fissi a 58-60 fps per 25 minuti: la temperatura interna tocca 43 °C, ma il retro – grazie al grafene citato – non supera 38 °C, valore che non arde la mano. La memoria UFS 4.0 legge in sequenziale oltre 4 GB/s e aiuta nel caricare mappe pesanti; i 12 GB LPDDR5X possono essere virtualmente estesi a 24 GB con memoria swap, ma onestamente non se ne sente il bisogno.
Fotocamere: promossa la principale, ma l’ultra-wide…
Il Sensore principale 50 MP IMX906 permette scatti diurni con luce piena che restituiscono colori naturali, gamma dinamica ampia e dettaglio sui bordi degni di un top. L’OIS lavora bene al tramonto: tempi di 1/20 s producono foto nitide senza micro-blur. In notturna il Night Mode recupera ombre senza sparare luci, con sharpening dosato, e solo alle estremità si intravede rumore cromatico.
Tuttavia con l‘Ultra-wide 8 MP Realme va un po’ a risparmio: parlandoci chiaro, 8 MP non bastano nel 2025 per linee architettoniche pulite. Di giorno è usabile per social, di notte diventa soft e rumoroso. Sognavamo almeno un JN1 da 50 MP. La camera selfie da 32 MP crea colori piacevoli, con HDR efficace e una gestione del backlight convincente. La registrazione video però è ferma a 1080p e 60 fps (niente 4K frontale). Invece i video? camera principale gira 4K 60 fps con bitrate alto (~55 Mbps); la stabilizzazione ibrida (OIS+EIS) riduce vibrazioni senza jelly-effect. Manca l’8K che in pochi useranno, ma un 4K 30 fps HDR sarebbe stato gradito.
Ultimi dettagli
Su un telefono da 206 g ci aspettavamo una batteria generosa, ma Realme va oltre: 7000 mAh sono una rarità, soprattutto accoppiati a 120 W. Il nostro test misto (Wi-Fi + 5G, 120 Hz forzati, due ore di streaming HDR, un’ora di gaming, social, mail push) si è chiuso con 8 h 50′ di schermo attivo e il 43 % residuo – traducibile in un uso di due giorni per chi è meno intenso. Rendendo di fatto un telefono con una ottima durata. Per quanto riguarda invece gli aggiornamenti, Realme garantisce tre release Android (fino ad Android 18) e quattro anni di patch bimestrali. Samsung e Google offrono sette; OnePlus sei. Nella fascia 600 € non è un problema, ma sarebbe ora di alzare l’asticella per restare competitivi sul lungo periodo.
Il Realme GT 7 è la dimostrazione che non serve rincorrere a tutti i costi il “Pro” per avere un’esperienza flagship. Dove conta – schermo, prestazioni, autonomia – il prodotto c’è eccome, e aggiunge un pacchetto AI che, al netto di qualche dubbio privacy, può diventare davvero utile nella routine. La fotocamera principale fa un passo avanti rispetto al GT 6, il tele 2× regala scatti da social immediati, e le temperature restano sempre sotto controllo.