Rage in Peace – Recensione, Rolling Glory Jam ci fa incontrare… la Morte!

Giuseppe Fragola
Di Giuseppe Fragola Recensioni Lettura da 8 minuti
7
Rage in Peace

Sviluppato da Rolling Glory Jam per conto dell’editore Toge Productions Another Indie, Rage in Peace ci ha semplicemente stregati dal primo istante. Siamo qui a raccontarvi di un incontro particolare… quello con la Morte! (In versione PC).

Timmy, uomo qualsiasi: vita comune, lavoro da contabile, invischiato nel “folle logorio della vita moderna”, come recitava un famoso spot TV. Ispirato al celebre libro di Paulo Coelho, intitolato “Like the Flowing River“, il titolo ci narra di come la vita di Timmy venga improvvisamente stravolta… dalla Morte. Il buon Coelho affermava che chi muore in pigiama è da ritenersi una persona davvero fortunata, perché ciò vuol dire che chi se n’è andato, l’ha fatto mentre dormiva o, al massimo, circondato dalle persone a lui più care, in punto di morte.

Non sapremo mai se il piccolo e sfortunato protagonista di Rage in Peace ha preso spunto da una lettura del libro di Coelho, quel che sappiamo è che durante una giornata qualsiasi, la morte gli si presenta davanti e gli comunica che morirà entro 24 ore, decapitato. Senza sapere esattamente quando, né in che modo, in Timmy nasce un solo desiderio: morire in pigiama, nel proprio letto. Prende così il via, dunque, il titolo sviluppato dai ragazzi di Rolling Glory Jam: una disperata corsa verso casa, cercando di evitare in tutti i modi di morire decapitato. Nella vita reale sarebbe una missione forse abbastanza semplice da portare a termine. Ma non in questo caso, di sicuro!

Rage in Peace

Rage in Peace è un colorato e cattivissimo platform bidimensionale le cui radici affondano totalmente nella (anch’essa “cattivissima”) meccanica “Trial and Error“: non vi è alcuna speranza di poter affrontare questo gioco senza morire nemmeno una volta, perché gli sviluppatori hanno studiato decine di modi folli per far volare via la testa al povero Timmy, senza alcuna possibilità di poter prevedere cosa accadrà a schermo al prossimo salto (o doppio salto). Affilatissimi spuntoni scattano dal basso, dal profondo di una pozzanghera, senza alcun nesso logico (ma per questo lo amiamo, cattivo e folle!). Se va particolarmente male, dovrete vedervela con dei ferocissimi squali, in grado anche loro di spuntare da qualsiasi “macchia” d’acqua presente sul terreno. E che dire delle folli statue Moai (le famose statue dell’Isola di Pasqua), che non vedono l’ora di staccarci la testa venendoci contro con dei velocissimi skateboard (?!)… Non ci è dato sapere perché, né deve importare un accidente al giocatore. In questo titolo si è chiamati a ripetere infinite volte lo stesso livello fino all’agognato checkpoint, per poi ricominciare a morire senza soluzione di continuità, fino a quando ogni singola trappola sarà ricordata a memoria per essere evitata.

Il titolo mostra simpaticamente, e con aria di sfida, il numero di morti fino a quel punto collezionate in alto a sinistra, ed è un numero che farete bene ad accettare veder salire in maniera spaventosa. Ad ogni morte sarà mostrata a schermo una cartella clinica che indicherà causa, data e ora della morte del povero protagonista. Tra un tentativo e l’altro i giocatori potranno tirare un sospiro di sollievo grazie a dei simpaticissimi scambi di battute, non solo con la Morte in “persona”, ma anche con altri folli personaggi, che data anche la durata irrisoria dell’avventura, non vogliamo svelarvi. La modalità “Goldfish” è stata pensata per diminuire il livello di frustrazione che i meno pazienti potrebbero avvertire sin dai primissimi salti: attivando tale opzione, infatti, il titolo metterà a disposizione molti più checkpoint rispetto a quelli posizionati nell’avventura standard.

Rage in Peace

Per avere la meglio su tutti i folli ostacoli mortali di Rage in Peace, la vostra arma principale sarà la memoria. Memorizzare, di volta in volta, il punto preciso che fa scattare una determinata trappola, è semplicemente fondamentale. La seconda arma in vostro possesso sarà quella dei riflessi, perché in molti punti del gioco la velocità di esecuzione richiesta sarà particolarmente alta (ma mai frustrante). L’unico aspetto negativo di Rage in Peace è quello della ripetitività: siccome il gameplay si basa su tre semplici comandi (movimento, salto e doppio salto), il cambiare ambientazione non vi salverà dalla sensazione di “già visto”, nel giro di pochi minuti. Gli sviluppatori, che hanno comunque dato vita a un videogame divertente e sicuramente originale, avrebbero dovuto prendersi un altro po’ di tempo per aggiungere un numero decisamente maggiore di trappole e creature mortali, visto che si ripeteranno molto presto, togliendo parte del divertimento a favore del fattore “noia”.

Lo stile grafico di Rage in Peace vuole senza dubbio alleggerire le tematiche trattate, illuminando lo schermo con decine e decine di colori, che danno vita ad ambienti tutto sommato originali e animazioni fluide e gradevoli, in grado di strappare più volte un sorriso. Troviamo invece, nonostante l’anima bidimensionale del titolo, una piuttosto marcata mancanza di complessità dei modelli proposti: come titolo Indie la cosa può essere accettata, ma anche in questo particolare settore dell’industria videoludica abbiamo visto di meglio. Ottima, invece, la colonna sonora, di una qualità quasi inaspettata per una produzione di questo calibro, in grado di creare immediatamente una “connessione” con il giocatore dall’altra parte dello schermo, non bastasse la già folle tematica, e il modo ancor più folle di trattarla! Il sistema di controllo, che come già detto fa affidamento semplicemente alle direzioni e al comando del salto e del doppio salto, risulta perfettamente calibrato e reattivo. Il nostro consiglio, però, così come quello degli stessi sviluppatori, è quello di affrontare questo titolo con un controller, anziché fare affidamento a una tastiera, a causa dell’elevato ritmo di gioco.

Rage in Peace

Rage in Peace è, in definitiva, una bella sorpresa nel panorama degli Indie. I ragazzi di Rolling Glory Jam hanno centrato l’obiettivo proponendo un platform bidimensionale dai ritmi indiavolati, una trama folle e originale, dialoghi strappalacrime (per livello di comicità), e una cattivissima meccanica “Trial and Error”. La poca longevità e l’alto livello di ripetitività di situazioni di gioco minano in parte un’esperienza che, tirando le somme, vale la pena di essere vissuta (tirando le cuoia un numero infinito di volte!). Mortale!

Rage in Peace
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Voto 7
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Dall'ormai lontano 1997 abbatto Draghi virtuali, salvo Principesse, mando in visibilio gli stadi di mezzo mondo a suon di gol e anniento avversari con ogni mezzo a disposizione (dagli hadouken alle spade infuocate). Non vedo ragione per smettere, quindi continuo!