inutile girarci tanto attorno, Id Software ha segnato la storia del videogioco come ben poche altre opere hanno saputo fare. Franchise che ancora oggi vengono considerati capisaldi del medium del gaming moderno gettano le basi su quanto fatto da dei giovanissimi John Carmack e John Romero, che avevano stravolto i videogiochi su PC con produzioni dal calibro di Wolfenstein 3D, DOOM o Quake. Per quanto davvero in pochi possano ricordare come fosse scaricare su floppy l’esordio dello Slayer di Bethesda, tutti possiamo concordare sul fatto inequivocabile che quei titoli sono le radici degli FPS moderni.
Al contrario di Wolfenstein e DOOM, i cui franchise sono stati preservati ed evoluti nelle loro massime forme, quello di Quake ha subito una serie di rielaborazioni dal retrogusto sempre differente. L’ultima iterazione, Quake Champions, aveva di fatti la possibilità di riportare in auge il genere del classico e frenetico deathmatch, come aveva fatto Quake Arena ai tempi, perdendosi però nel tempo a causa di uno scarso supporto sul lungo termine. Ancora amatissimo oggi, Quake II è stato invece protagonista di un’interessantissima riproposizione su PC che faceva da tech demo alla tecnologia del ray tracing, ma siamo ancora molto lontani da un vero ritorno della serie come lo è stato per gli altri due titoli creati da id Software.
Il modo migliore per riscoprire Quake
Il Quakecon ci ha però dato un primo segnale di ripresa, rivelando non solo l’arrivo di una remastered del primissimo Quake ma anche un rilascio immediato, con non poca sorpresa per gli amanti della serie. Così uno dei titoli che più ha definito il genere degli sparatutto in prima persona può essere provato da tutti i giocatori del mondo su PS4, PS5, Xbox One e Series X|S, PC, Switch e anche Xbox Game Pass. Con un lavoro di riedizione che ricorda molto quello fatto con DOOM, DOOM II e DOOM 3, Bethesda ha riproposto la trilogia classica decidendo volontariamente di omettere il discusso quarto capitolo. Concentrandoci però sulla remaster del primo Quake, le cui migliorie tecniche sono ampiamente più pronunciate, dovremo fare un discorso diametralmente opposto.
Al contrario della trilogia dello Slayer, il primo Quake è stato trattato in modo molto differente da Bethesda, il cui obiettivo era proprio quello di dare nuova vita all’opera. Se ci si fosse fermati sul dare al titolo tante nuove opzioni, illuminazioni migliorate e una risoluzione più odierna, non saremmo affatto rimasti sorpresi, ma ciò che stupisce – al contrario – è il minuzioso lavoro di ripulita generale che ha caratterizzato la produzione. Ve lo diremo subito, senza troppi giri di parole: questa remaster è ad oggi il modo migliore di giocare al primo Quake. Sebbene potreste facilmente scaricare mod per migliorare le texture o i modelli stessi su una vecchia versione per PC, la costante sensazione di pura classicità che questa versione trasuda, l’incredibile quantità di opzioni visive offerte e le tante campagne da seguire, rendono questa edizione davvero unica.
In ordine, la modalità single player è esattamente quello che ci potremmo aspettare, completa della storia originale, le tre espansioni e le due inedite realizzate dal team di Wolfenstein: The New Order e The New Colossus, unicamente per questa versione di Quake. Sin da subito potremo decidere di cominciare qualsiasi campagna, con la possibilità di abbandonare un livello per iniziarne uno completamente diverso di un’altra storia. Inoltre, sono presenti all’appello anche le opzioni di caricamento e salvataggio rapido, che fanno molto bene a produzioni più datate e cui siamo ormai meno abituati, così da rendere le partite meno punitive. Nel complesso, l’esperienza a giocatore singolo si presenta altrettanto funzionante e ancora interessante, soprattutto per gli utenti che non lo avevano ancora provato. Le componenti action coesistono ancora alla perfezione con quelle puzzle, in un crudo equilibrio che continua a sorprendere.
Ad essere davvero interessante è però il comparto multiplayer che permette ora partite sia a schermo condiviso, in locale e online, o anche i classici deathmatch arena. Abbiamo gioito quando Bethesda ha rivelato, con il trailer di annuncio, la presenza di questa modalità proprio perché, da amanti del genere, sappiamo quanto questa particolare tipologia di scontri può ancora oggi divertire e intrattenere. Su console il multiplayer funziona abbastanza bene, mostrando i segni di un chiaro e inevitabile invecchiamento, ma su PC siamo sicuri che riuscirà a dare fede al franchise, magari anche più di Quake Champions. Non lo diamo per certo perché abbiamo testato questa riedizione su PlayStation 4, ma non possiamo certo fare a meno di tornare a giocare il primo Quake su PC, soprattutto al basso prezzo di circa 10 euro.
Quake Remastered è perfettamente bilanciato, come tutto dovrebbe essere
Incredibile anche come il team di sviluppo sia riuscito a realizzare un’edizione che mantenga un frame rate costante sui 60 fps su tutte le piattaforme, inclusa Nintendo Switch. Tuttavia, è bene specificare che su PC questo limite può essere chiaramente superato nel caso in cui disponete di hardware abbastanza performanti, mentre su console (nel nostro caso, su PlayStation 4) abbiamo riscontrato spesso alcuni cali di frame abbastanza evidenti, soprattutto nelle sezioni con più oggetti a schermo. Ricordiamo però come lo stesso avvenne con DOOM e DOOM II, quando dopo il lancio la software house rilasciò degli aggiornamenti per migliorare i fotogrammi al secondo e per aggiungere alcune feature inedite. Crediamo che lo stesso trattamento sarà fatto anche per questo Quake, così come anche per il secondo e terzo capitolo.
Il lavoro effettuato sull’intero processo di riedizione ha però trovato il suo culmine nel comparto grafico, avvantaggiato ora da un’illuminazione più precisa e dettagliata. Tuttavia, spezziamo una lancia e vi diciamo che l’assenza di ray tracing su console old-gen non è affatto un male e che, anzi, riesce a ottenere anche una connotazione con il comparto ludico. Nel primo Quake venivano sfruttate in modo molto intelligente le ombre, al fine di offrire una maggiore varietà al gameplay e al level design: realizzare delle luci troppo accese o delle ombre eccessivamente realistiche avrebbe rischiato di rovinare questo effetto.
Per questo motivo crediamo che la rielaborazione visiva sia tra gli elementi meglio riusciti di questa edizione, proprio perché il team di sviluppo dietro essa ha saputo calibrare correttamente gli effetti grafici senza però snaturare la purezza dell’originale Quake. Il risultato finale, di fatti, è un perfetto bilanciamento visivo che non cade mai nell’errore dell’estremo realismo, che avrebbe distaccato troppo la vecchiaia dei modelli e texture dalle luci più moderne. È l’equilibrio che dona al comparto grafico di questo Quake quel tocco in più di cui aveva bisogno, senza mai sfociare nell’esagerazione.
Di fronte a una sempre crescente quantità di remaster, Bethesda ha dimostrato non solo di avere le idee chiare su cosa è giusto rimaterizzare o ricostruire dalle fondamenta, ma anche di conoscere molto bene le sue produzioni. Proprio per questo motivo dobbiamo riconoscere che quanto fatto con Quake in questi ultimi 18 mesi di sviluppo è davvero pregevole. Il team ha saputo comprendere con precisione quanto poteva spingersi in avanti in relazione all’obiettivo del progetto, che non è fare una semplice remaster o un remake da zero, ma realizzare una riedizione tecnica e grafica che non snatura un classico senza tempo.