Potentia: ecco cosa succede quando il clone di The Last of Us arriva su PC

Abbiamo avuto modo di provare a fondo Potentia, titolo uscito su PC che vuole somigliare a The Last of Us; ecco com'è andata.

Andrea Pellicane
Di Andrea Pellicane Analisi Lettura da 7 minuti

Dai meandri di Steam, piattaforma che al giorno d’oggi ospita sia editori famosi che giovani studi di sviluppo in erba, spuntò a giugno dello scorso anno il nome di Potentia, titolo a cura dello sviluppatore Wily Pumpkin. All’epoca si trattò solo di una demo, che passò a dirla tutta particolarmente in sordina, non ricevendo chissà quale riscontro da parte del pubblico. Tuttavia, il gioco è infine divenuto realtà, visto che proprio l’11 febbraio è entrato ufficialmente nel catalogo della piattaforma di Valve.

Le dinamiche sono cambiate però, perché – pur non presentando chissà quale campagna di marketing innovativa – il gioco è attualmente sulla bocca di molti utenti, per una sua particolare caratteristica. Potentia ricorda infatti, senza girarci troppo intorno, la decisamente più nota saga di The Last of Us, iniziata da Naughty Dog per PlayStation 3, sul finire dalla generazione. Se le due esclusive PlayStation dello studio di Santa Monica hanno però scosso fortemente il mercato approdando sulle console PlayStation, questa nuova produzione vuole invece riportare le atmosfere di Ellie e Joel su PC. Ci sarà riuscito? Scopriamo di più nelle prossime righe.

Il tentativo di Potentia

Nel caso in cui un utente avviasse la sessione senza aver precedentemente visto alcun trailer, o le relative immagini di gioco, non noterebbe subito lo sfrontato paragone con l’opera di Naughty Dog che lo sviluppatore ha portato ai nostri occhi. Tuttavia, il disastro è presto detto, e il colpo viene tutt’altro che attutito. Si parte innanzitutto dalle impostazioni grafiche, le quali mostrano diverse lacune già nel menù, facendo da apripista per il disastro, mentre vengono accompagnate da una soundtrack che ha davvero poco di rassicurante. L’audio desincronizzato e decontestualizzato, così come il doppiaggio di qualità infima, entrano poi in pista lasciando posto anche per un comparto grafico che lascia a bocca aperta (nel senso negativo del termine). Con animazioni che fanno ridacchiare l’era della prima PlayStation, la lentezza del personaggio e la narrazione poco udibile – a causa dello sbilanciamento dei volumi -, le fasi più propriamente narrative non riescono poi a farsi apprezzare sia per la pessima scrittura, sia per i sottotitoli a malapena leggibili che spesso cambiano font e si confondono con l’ambiente.

Dopo un pessimo inizio, il giocatore viene portato nelle ambientazioni che, finalmente, fanno respirare da lontano il profumo del mondo dominato dal Cordyceps. Di survival horror c’è però poco, anche se l’horror potrebbe almeno farsi notare prima di iniziare a ignorare completamente le assurdità che il protagonista dice. In ogni caso, ben presto ci si ritrova in uno shooter in terza persona senza alcun piglio creativo accattivante, con un sistema ludico che fa acqua da tutte le parti. Il progetto non vuole neanche essere particolarmente ambizioso, ma fallisce più o meno in tutte le meccaniche che propone, dallo shooting al level design, risultando ripetitivo e spesso ingiocabile, visto che il codice tende ad accartocciarsi su sé stesso e costringe l’utente a morire per poter ricominciare i livelli. L’intelligenza artificiale, che dovrebbe governare le fasi stealth, consiste in movimenti ripetitivi e spesso insensati, che sono facilmente aggirabili, anche se i nemici hanno un raggio visivo spropositato e riescono a individuare spesso in maniera inspiegabile il protagonista. C’è davvero poco e niente da salvare di Potentia, e la sensazione di similarità con The Last of Us non è neanche presente in-game se non, come già citato, per il primissimo approccio con lo scenario.

Copiare non serve, non così

Proporre sul biglietto da visita delle informazioni poco coerenti con il prodotto finale non è sicuramente la mossa migliore per partorire un titolo degno di nota. Come è uso dire, “non esiste pubblicità negativa“, ma nonostante l’opera sia attualmente sulla bocca di tutti, sarà difficile trovare qualcuno che riesca a promuovere, anche solo in parte, l’esperienza presentata da Potentia. Non è neanche chiaro se ci fosse del potenziale dietro il progetto, e se questo potesse in qualche modo offrire varietà sul mercato. Ovviamente, team con un budget basso e competenze limitate dovrebbero prima puntare più in basso, creando prodotti con ottime idee alla base per puntare al successo, gestendo nel migliore dei modi la realizzazione delle stesse, il che implica ovviamente l’offrire un prodotto originale che non si prenda la briga di copiare produzioni di successo. Per fortuna, specialmente con l’arrivo della scorsa generazione, prodotti del genere non sono per nulla rari, e si preoccupano di invadere piacevolmente le nostre librerie di giorno in giorno.

Consideriamo poi che sono molteplici i casi nel mercato di giochi che, prendendo spunto dalle meccaniche di altre produzioni, sono riusciti a offrire esperienze piacevoli, addirittura sorprendenti. Specialmente nel mondo dei multiplayer è piuttosto normale prendere in prestito alcune peculiarità dei giochi più di successo, cercando ovviamente di elevarle al massimo in altri contesti, e di unirle a delle peculiarità che rendano il prodotto su cui si lavora unico, ben distanziato dalla massa. Questo non è ovviamente quello che ha fatto la software house Wily Pumpkin, proponendo un pigro lavoro che non sarà probabilmente neanche sistemabile con eventuali aggiornamenti, e che finirà nel dimenticatoio – com’è giusto che sia – fra qualche giorno.

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Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.