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PomPom: The Great Space Rescue – Recensione, il potere delle piattaforme

Il videogioco è probabilmente il media d’intrattenimento che si è evoluto più velocemente negli ultimi tempi, arrivando ai giorni nostri alla presenza del 4K, ray tracing e così via. Rimanere al passo con la tecnologia è sicuramente affascinante, eppure la mente umana delle volte preferisce tornare indietro, per vivere quei momenti che sembrano più “semplici e puri”. In parte questo è quello che abbiamo riscontrato nella nostra recensione di PomPom: the Great Space Rescue, la prima opera di TOMO Camp che è ora disponibile per PC attraverso Steam. Un ritorno al passato che però vuole offrire un proprio spessore, in un platform 2D dove il giocatore non controlla il protagonista bensì le piattaforme.

Un piccolo criceto all’avventura

La storia del gioco è semplicemente un pretesto per far partire le vicende che il piccolo protagonista deve affrontare. Questo è un criceto come tanti che vive felicemente con un bambino di Hoshi quando, un giorno, quest’ultimo trova sei particolari gemme all’interno del proprio giardino. Una situazione che prende le attenzioni di un misterioso gatto pirata e la sua banda, che decidono non solo di rubare le misteriose pietre colorate ma perfino di rapire il povero e innocente ragazzo. In un momento così pericoloso, il piccolo criceto PomPom prende coraggio e decide di partire all’avventura per salvare la situazione. Inizia così un viaggio composto da una serie di mondi da esplorare, nemici da sconfiggere e tante piattaforme da costruire.

PomPom

La narrativa segue una struttura semplice e lineare senza includere personaggi dalla forte caratterizzazione o qualche genere di drammaticità dei dialoghi. Gli stessi filmati sono semplici e diretti, in un’ispirazione di quella stessa atmosfera respirata in molteplici “mascotte platform” dell’epoca delle console 16 bit. In generale l’intero prodotto vuole essere un rimando ai primi anni ’90 del gaming, sia nello stile artistico che in quello del gameplay. Nelle prime schermate di gioco viene richiesto, infatti, di scegliere se utilizzare una grafica più moderna o in uno stile in pixel art.

Una scelta che non modifica niente a livello di gameplay, però determina l’intera atmosfera respirata dal giocatore dall’inizio fino ai titoli di coda. Bisogna dire che entrambe le scelte non sono affatto male, con texture che risultano in entrambi i casi in uno schermo pieno di colori e di una certa definizione stilistica. Lo stesso non possiamo dire della colonna sonora che, per quanto cerchi di prendere sulla nostalgia gli utenti, risulta monotona a causa di un continuo ripetersi del ritmo. Un vero peccato, visto che ancora oggi vengono prodotte delle musiche in quello stile che risultano davvero ben realizzate e composte.

Il controllo dell’ambiente

In questa recensione abbiamo constato come il piatto forte di PomPom sia il suo gameplay, che però non è quello del classico platform a due dimensioni. Riprendendo il concetto di classici dal calibro di Mario & Wario, il giocatore assiste all’avanzata automatica del protagonista mentre deve far comparire il terreno attraverso gli elementi forniti dagli sviluppatori. Il risultato è una collaborazione del criceto e dell’utente, dove il primo deve raccogliere gli oggetti che il secondo può utilizzare per creare un passaggio sicuro al piccolo eroe. Il compito non è affatto semplice visto che PomPom si muove in automatico, lasciando quindi poco tempo al giocatore di pensare a come raggiungere sano e salvo la fine del livello.

PomPom

Fortunatamente ci sono diversi strumenti, come il rallentamento del tempo o le vite extra, che permettono degli attimi di respiro nel gioco. Insomma, una struttura di gameplay non proprio originale ma che offre delle buone dinamiche da puzzle game. Ovviamente non possono mancare collezionabili e aree segrete, in modo da offrire quell’ulteriore spruzzata di sfida per raggiungere il famoso 100%. Il tutto si unisce in una struttura che risulta ben congegnata per tutta la durata dell’avventura, aiutata perfino dalla continua introduzione di nuove meccaniche in quasi ogni livello. Un modo sicuramente non semplice per tenere alto l’interesse dl giocatore, diminuendo perfino la possibile sensazione di ripetitività. Ci complimentiamo, infine, per la semplicità e intuitività dei comandi di gioco, con l’approccio con mouse e tastiera genuino e comprensibile. Attenzione, questo non significa che il gioco sia semplice.

La libertà offerte nella scalabilità del gameplay di PomPom, poi, ci hanno sorpreso all’interno di questa recensione. Infatti, dal menù delle opzioni è possibile cambiare diverse meccaniche di gioco, come la quantità di checkpoint disponibili, il numero di vite utilizzabili all’interno di ogni stage o la presenza o meno di determinati aiuti nei livelli. Piccole variazioni che determinano, però, l’approccio del giocatore nell’affrontare l’intera avventura, aumentando così il grado di rigiocabilità, oltre alla tentazione di mettere alla prova le proprie capacità. Allo stesso tempo permette un’adeguata sfida per tutti, cercando di non escludere l’utente che ricerca un prodotto più rilassato, oppure quello che vuole mettere alla prova le proprie capacità. Infine, nel lato dell’ottimizzazione non abbiamo da lamentarci, anche se durante i test pe la nostra recensione di PomPom ci siamo imbattuti in un bug che ha cancellato per intero i nostri salvataggi. L’importante è che lo sviluppatore corregga questo errore su PC, in tempo per il futuro arrivo del prodotto su console.

 

PomPom: The Great Space Rescue

7.5

PomPom è una esperienza senza grosse pretese, che utilizza uno stile di gioco semplice e immediato unendolo a un level design ingegnoso e ben calibrato. Una scarsa originalità generale e una colonna sonora dimenticabile completano un prodotto che magari non è un capolavoro, ma dimostra una grande passione e un approccio al videogioco che tendiamo ormai a dimenticare.;s

Giona Corucci
Io vivo e corro con il vento, ma la mia passione per la cultura pop è rimasta ancorata sin da quando ho ricordo. Ne è passato di dai tempi delle demo nelle merendine, e sono diventato un appassionato di molti settori di questo mondo: dai videogiochi al cinema, fino all'animazione e perfino la letteratura. In questo periodo della mia vita, spero di portare contenuti di qualità all'interno di Game Legends.

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