Pokémon Scarlatto e Violetto sono stati probabilmente i videogiochi più discussi (e messi in discussione) dell’intera serie. Una coppia di titoli flagellata da moltissimi problemi tecnici che doveva rispondere presente perlomeno con i contenuti, ecco quindi spiegato come mai molti fan “aspettassero al varco” Game Freak per il primo dei due DLC di Scarlatto e Violetto: La Maschera Turchese. Saranno riusciti i padri e le madri di Pokémon a farsi perdonare? Vediamolo insieme!

Com’è il primo DLC di Pokémon Scarlatto e Violetto?

Una volta scaricato il DLC e riavviato Pokémon Scarlatto e Violetto, il gioco si riapre con una telefonata. A chiamarci è il prof. Zim che ci comunica di essere stati selezionati per una sorta di gita scolastica assieme ad altri alunni. Zim ci presenta Rea, un’insegnate dell’Istituto Mirtillo che a detta sua si trova ad Unima, linea di dialogo che ha ovviamente incendiato le congetture su degli imminenti remake dei giochi di quinta generazione, ma non è l’unica chicca di lore del DLC e la prossima la tratteremo tra non molto.

Tornando agli eventi di trama, ci rechiamo a Nordiviva e facciamo la conoscenza di una coppia di fratelli: Rubra e Riber. Rubra, la sorella maggiore, è un’allenatrice smaliziata e dal carattere molto forte, mentre Riber, il fratellino più piccolo, è un ragazzino abbastanza timido e praticamente opposto alla sorella come personalità. Entrambi i personaggi hanno una buona evoluzione nel corso del DLC con molte sfumature, alcune potenzialmente inaspettate. Sarà con loro che scopriremo la verità sulla leggenda relativa ai tre Beniamici e all’orco Ogerpon, ossia i 4 Pokémon principali attorno ai quali ruota gran parte della narrativa di questa prima parte di DLC. La Maschera Turchese però non è solo ciò che racconta, ma anche ciò che offre, e su questo punto si potrebbe aprire un discorso decisamente lungo.

Pokemon Scarlatto e Violetto DLC la Maschera Turchese artwork

Partiamo con una premessa: La Maschera Turchese si può giocare in qualsiasi momento dell’avventura, anche parallelamente al gioco principale, e di conseguenza Nordiviva si adatta ai progressi del giocatore nell’avventura a Paldea. Se si dovesse però aver finito il gioco, come è plausibile si sia fatto se si possiede il gioco dal day 1, cosa succede? Tendenzialmente il livello di Pokémon selvatici e allenatori sarà alto ma non poi così tanto alto, anzi. I livelli in questione partono da poco sotto il 60 per poi finire poco sopra il 70, questo vuol dire che se si possiede una buona squadra al livello 100 si passa sopra al DLC come un rullo compressore. Sarebbe stato il caso di mettere un ulteriore livello di scalabilità? Forse sì, ma come?

Pokémon Scarlatto e Violetto hanno come ultima boss fight di trama una lotta contro un team al livello 66 per 5/6 e con un Pokémon signature al 67 come sesto membro, quindi si suppone che il giocatore, se ha fatto un minimo di post game, abbia un team perlomeno al 70-75 se non anche all’80. Partire attorno al livello 60 sarebbe oggettivamente poco a prescindere, anche se si arrivasse lì al 68-70, quindi perché non alzare un minimo il tiro? Del resto anche se ci fossero 2-3 livelli di scarto a sfavore, ma anche se fossero 6, di certo non mancherebbero i mezzi per colmare il gap e mettersi in carreggiata, tra Caramelle Rare/XP e metodi per livellare velocemente la squadra. La Maschera Turchese quindi rischia di essere relativamente poco in termini di difficoltà e, cosa che vale anche per il gioco principale, se lo si vuole prendere per senso di sfida semplicemente si sta facendo l’investimento sbagliato, a meno che non siate novizi del gioco. Il vero succo del gameplay è anche in questo caso lo scovarli e catturarli tutti,  che rimane il punto di forza della serie e anche ovviamente di Pokémon Scarlatto e Violetto, ma in questo capitolo forse un pochino di più.

Esattamente come successo con il gioco principale, anche nel DLC La Maschera Turchese l’avere i Pokémon nell’overworld può aggiungere moltissimo al senso di piacere nello scoprire quali saranno catturabili. I Pokémon poi sono curati molto a livello di comportamento, e hanno delle abitudini proprie della tipologia alla quale appartengono. Dettagli già presenti nell’avventura principale, come i Pokémon Acqua che a volte stanno a terra e a volte si fanno una nuotata, o come i Volanti che si poggiano sui tetti come dei veri volatili, che aumentano spaventosamente l’immersione, la quale è purtroppo flagellata dal comparto tecnico, che valuteremo più in là.

A livello di attività di gioco non ci sono poi molti contenuti, potremmo dire che il grosso sia affidato alla storyline principale del DLC. L’unica vera attività secondaria è una quest affidataci da Litha, una fotografa che afferma di discendere dagli Hisuiani. Se avete giocato Leggende Pokémon Arceus saprete che si tratta del popolo di Hisui, ossia la versione “antica” della regione di Sinnoh quando ancora non si chiamava così. Effettivamente la ragazza è davvero molto simile a Damon, il Reggente del Team Diamante in Leggende, ed è quasi certo che la discendenza della quale parla si colleghi proprio all’albero genealogico di Damon.

Litha Pokemon Scarlatto e Violetto La Maschera Turchese DLC

Litha ha al seguito anche un Growlithe di Hisui e a primo impatto fa quasi impressione vederlo, in teoria dovrebbero essersi estinti, eppure ne ha uno con sé (anzi due, l’altro ci viene consegnato a fine quest). Non è nemmeno l’unico Pokémon di Hisui sopravvissuto fino a quel momento, ma non entreremo nello specifico per evitare spoiler. Vi basti pensare che Litha vuole riuscire a scovarlo ma che vorrebbe il nostro aiuto. Per avviare la quest di Litha bisogna aver registrato nel Pokédex di Nordiviva almeno 150 specie, ma non necessariamente si partirà da zero. Un discreto numero di Pokémon presenti a Nordiviva sono anche nativi di Paldea, quindi se avvierete il DLC La Maschera Turchese dopo aver finito il gioco probabilmente molti (se non tutti) dei nativi di Paldea li avrete già registrati, potendovi quindi concentrare sull’arrivare a 150 coi restanti.

Badate bene, 150 non corrisponde all’intero Dex di Nordiviva, quindi non è richiesto il “100%” per completare la quest di Litha. Infine è stato inserito un piccolo minigioco nel quale, in groppa al proprio Miraidon/Koraidon, bisogna raccogliere in tempo un determinato numero di Mochi, al termine del quale riceveremo un quantitativo diverso di questi ultimi in base alla nostra performance. I Mochi servono per aggiungere EVs ai propri Pokémon (chi gioca competitivo capirà) e uno in particolare invece li azzera completamente a tutte le statistiche, e Dio solo sa quanto di quest’ultimo in particolare si sentisse un gran bisogno.

 

Un altro punto a favore del primo DLC di Pokémon Scarlatto e Violetto è anche un sensibile miglioramento per quanto riguarda il Level Design. Nulla che faccia gridare al miracolo, tendenzialmente è sempre una mappa abbastanza basilare e leggermente meno anonima rispetto a Paldea, però il Monte Orco è una buonissima idea, sia all’esterno che soprattutto all’interno. Riesce a caratterizzare molto bene Nordiviva, ma anche al netto della sua presenza è lecito aspettarsi qualcosa di più.

 

Purtroppo non ci sono i margini per sperare in un ulteriore miglioramento nel secondo DLC, anzi le clip mostrate finora sembrano testimoniare una terraformazione molto simile a quella di Paldea, però è presto per giudicarla. Ci ha fatto però sorridere una chicca presente nella mappa, ma non vi anticipiamo nulla. Una piccola nota in chiusura è proprio quella sul completamento del Dex, e si collega appieno con quanto detto sul bilanciamento. Tendenzialmente è molto facile evitare catture complicate su Pokémon allo stadio finale, come Vikavolt, catturando semplicemente gli stage evolutivi precedenti e facendoli evolvere con un paio di caramelle, dato che appunto si trovano tutti dal 57-58 circa in sù. Un altro problema, l’ennesimo, se fosse stata messa maggiore attenzione sul bilanciamento di gioco, magari lasciando i Pokémon stage base selvatici a livelli comunque bassi per perlomeno far nascere il dubbio al giocatore, sul quanto fosse più conveniente catturare anche l’evoluzione o se convenisse di più allenare lo stage precedente. Così come stanno ora le cose, non abbiamo letteralmente motivo di considerare catture difficili, ed è veramente un peccato. L’unica cattura leggermente più difficile arriva solo alla fine, ma il concetto rimane: si poteva e doveva fare di più.

Il comparto tecnico è praticamente come prima

Dal momento che si tratta di un DLC di Pokémon Scarlatto e Violetto è lecito che la grafica sia la stessa, nel bene e nel male è comunque lo stesso gioco. Era però auspicabile un miglioramento nelle performance, miglioramento assolutamente non pervenuto e che rovina l’immersione a volte in maniera leggere e a volte in maniera veramente pesante. I cali di framerate abbondano per quanto i glitch e i bug siano molti di meno rispetto al gioco base al day 1 (e meno male, ndr) comunque non possiamo ignorare che persino in una mappa ancora più piccola di Paldea e con meno contenuti ci siano certi problemi, che i titoli fatichino moltissimo a tenere un framerate stabile. Purtroppo a questo punto temiamo che questo problema non verrà mai risolto davvero, salvo miracoli.

Sono state migliorate non poco invece le Lotte PvP, con una regia dinamica molto più curata e piacevole. Resta il problema dell’inquadratura che a volte non prende tutti i Pokémon presenti in campo se le dimensioni non lo consentono, e si spera che il prima possibile si trovi una soluzione anche a quello, però l’esperienza di gioco nelle lotte contro altri giocatori è migliorata.

Personalmente parlando – me ne sono reso conto allo Special Championship Event di Barcellona – avere qualche soluzione di regia in più ha reso meno monotoni e pesanti visivamente tutti quei round. Migliorati moltissimo anche i Raid Teracristal, che al netto di qualche problemino residuo non sono quasi difettosi come prima. Il sync tra le varie mosse, e nel susseguirsi dei turni, è migliorato parecchio, ma appunto qualche piccola incertezza è rimasta, anni luce avanti rispetto a come erano prima ma comunque non perfetti al 100%.

Queste migliorie tecniche, che ci tenevamo a segnalare per onor di completezza, sono comunque parte dell’aggiornamento base del gioco e non serve comprare il DLC per usufruirne, anche per evitare spiacevoli fraintendimenti.

In definitiva il primo DLC di Pokémon Scarlatto e Violetto, La Maschera Turchese, vale la pena? Se vi è piaciuto il gioco base apprezzerete anche questo DLC, e riteniamo che soprattutto a livello narrativo – ancor più che nel resto – Game Freak stia andando nella direzione giusta. Molto simile alle migliori puntate dell’anime per tanti versi, una narrazione un pelo più matura per altri, ma comunque è solo una parte di ciò che viene offerto.

Il resto è molto altalenante, bilanciamento non adeguato, un level design sì ben fatto ma a tratti ancora troppo basilare, poca varietà di contenuti in aggiunta a quelli esistenti, e sempre i soliti gravi problemi tecnici. Contando che La Maschera Turchese fa davvero tanta leva su lore e narrazione, e che i punti di forza sono effettivamente quelli, allora si può dire che lo scopo viene raggiunto discretamente, ma nulla di più. Non resta che attendere l’uscita del secondo e ultimo DLC, sperando che verranno anche risolti quanti più problemi possibili tra quelli restanti (e non sono pochi).

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Pokémon Scarlatto e Violetto: La Maschera Turchese

6.7

Il primo DLC di Pokémon Scarlatto e Violetto, La Maschera Turchese, non è né deludente né sorprendente. Si mantiene in linea con il livello qualitativo dei titoli base, ossia diverse belle idee (soprattutto narrative) unite però a una qualità realizzativa decisamente rivedibile per non dire altro. Se vi sono piaciuti i titoli di non generazione apprezzerete molto anche La Maschera Turchese, in caso contrario non aspettatevi stravolgimenti. Al netto di qualche leggero miglioramento qua e là, apprezzabile anche col solo aggiornamento, sono sempre Scarlatto e Violetto sia nel bene che nel male.

PRO
  • Narrazione ben realizzata, che ricorda i migliori episodi dell'anime
  • Senso di scoperta potenzialmente molto forte
CONTRO
  • I contenuti aggiuntivi rispetto al gioco base scarseggiano
Alessio Fuscà
Sono un game designer di professione ma videogiocatore incallito nel cuore. Tra le mie altre attività, oltre quella da redattore, c'è anche quella di player competitivo nel circuito torneistico ufficiale di Pokémon, la cui serie è stata una dei motivi per i quali ho iniziato a videogiocare quasi 20 anni fa.

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