Pokémon GO: la community si infuria per un (fastidioso) cambiamento

Quasi settantacinquemila allenatori protestano contro il cambiamento annunciato per Pokémon GO: la community insorge con una petizione.

Alessandro Bozzi
Di Alessandro Bozzi News Lettura da 3 minuti

Il fermento della community di Pokémon GO è tangibile, ma di certo non in modo positivo visto il cambiamento che comportano le novità annunciate da Niantic. Avevamo già alluso a quanto il ritorno alla normalità sarebbe stato visto da molti come “la fine della pacchia”, e le risposte non hanno tardato ad arrivare.

Sì, il team di sviluppo non vedeva l’ora che la pandemia si affievolisse quanto basta da rendere di nuovo indispensabile la prossimità ai Pokéstop per l’interazione. La distribuzione delle nuove normative in-game, così come l’immunità di gregge di ogni Paese, sarà scaglionata e variabile.

Il vento di cambiamento si è però tradotto subito in bufera per la community di Pokémon GO, che è subito insorta con una petizione di change.org. La raccolta di firme si è prefissata un traguardo di 75.000, e i rischi dell’assembramento hanno già portato oltre 66.400 giocatori ad aderire.

Stando al testo della petizione, l’aumento della distanza minima per interagire con Pokéstop e Palestre è «uno dei cambiamenti migliori» mai apportati al gioco. Vista la notorietà che il gioco ha saputo accumulare a causa dei giocatori più incauti, la «maggior sicurezza» non consiste solo nel rischio ridotto di contagio.

Niantic is REMOVING increased PokeStop and Gym interaction distance. Let them know how removing one of the best features they have ever added is a massive mistake.
byu/Amazon_UK inpokemongo

Non sappiamo se la rapidità con cui 75.000 giocatori (e non, viste le invasioni involontarie di proprietà privata verificatesi con il gioco nella sua infanzia) hanno aderito alla causa sia sufficiente a convincere Niantic, ma dubitiamo che bonus succosi come quello che premia chi nutre i Pokémon in palestra siano intesi per essere sfruttati da tutti.

Quel che sappiamo è che, dopo l’imminente Pokémon GO Fest che ci intratterrà per due giorni, Niantic intende tornare all’appeal originale dietro l’app: uscire di casa e mantenersi in forma. I raid da remoto sarebbero “qui per restare” stando al team di sviluppo, ma in linea di massima l’intenzione è sempre quella di tirarci fuori dalle mura domestiche.

Potremmo interpretare in molti modi diversi quanto sta per avvenire nel gioco, ma con l’iniziativa di The Pokémon Company di sfruttare il gioco per spingere il turismo giapponese è palese che il tempo del gioco da remoto, salvo inganni al GPS che lasciano il tempo che trovano, sia ormai agli sgoccioli.

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Classe 1989, viene introdotto ai videogiochi dal padre durante l'età prescolare con DuckTales: The Quest for Gold su DOS (dopo essersi innamorato dell'omonima serie animata) in veste di spettatore. Inizia a giocare con Boulder Dash con un polveroso Commodore 64. Al decimo compleanno esordisce nel gaming moderno con Crash Bandicoot 3: Warped, per poi perdersi nel mondo Nintendo con Pokémon Versione Oro. La ricerca di uno sbocco professionale per la sua passione videoludica lo ha portato su GameLegends.