PlayStation 5 e Xbox Series: tutti le vogliono, nessuno le usa

La grande corsa per accaparrarsi una PlayStation 5 o un'Xbox Series X continua imperterrita, ma alla fine ne vale davvero la pena?

Luca Di Carlo
Di Luca Di Carlo GL Originals Lettura da 11 minuti

I passaggi generazionali hanno sempre rappresentato un momento particolarmente importante per il popolo videoludico, questo lo sappiamo molto bene. Componentistiche hardware di ultima generazione, infatti, non solo significano nuove produzioni pensate proprio per convincerci a muoverci verso una o l’altra macchina, ma rappresentano anche un importante passo in avanti per l’industria stessa che, grazie alle tecnologie adottate, potrà spingere con ancor più forza sull’acceleratore del realismo, ponendo sul piatto della bilancia idee ludiche ritenute inarrivabili fino a pochi anni prima. Certo, questo senso di cambiamento è andato particolarmente mutando nel corso dei decenni, in parte a causa di console sempre più alla stregua di PC – con tanto di versioni migliorate giunte a metà del proprio ciclo vitale –, in parte a causa di un’attenzione generale degli addetti ai lavori maggiormente focalizzata sul mero aspetto visivo dei propri prodotti. Dopotutto, è molto più facile vendere un open-world caratterizzato da un comparto tecnico fotorealistico piuttosto che da un’intelligenza artificiale realmente capace di mettere in difficoltà il videogiocatore di turno. Nonostante ciò, comunque, la bellezza insita nell’arrivo sul mercato di una nuova console non è mai venuta meno e, come facilmente immaginabile, anche con il sopraggiungere di PlayStation 5 e Xbox Series X/S la musica non è cambiata.

Xbox Series X

Lunghi e agonizzanti mesi di attesa, svariati eventi ricchi di nuove produzioni e tante promesse altisonanti, eccovi serviti i tre ingredienti segreti per assicurarvi l’isteria di massa del pubblico, pronto a sfidare le intemperie, gli ostacoli e (nei casi più eclatanti) anche le forze dell’ordine pur di potersi assicurare una console in breve tempo. Eppure, una volta giunti alla spasmodica realizzazione del proprio “sogno proibito”, ecco che l’adrenalina viene meno e le prime domande sbucano dai più oscuri meandri della nostra mente, pronte a caricarci di dubbi; alla fin fine, ne sarà valsa davvero la pena?

La grande (e futile) corsa

Inutile girarci tanto attorno, io rientro perfettamente nella nutrita categoria di giocatori poco sopra descritta, uomini e donne incapaci di resistere ai propri istinti più animaleschi quando le grandi major del settore svelano le proprie novità su scintillanti vassoi d’argento dai quale è possibile avvertire un soave profumo che preannuncia un’abbuffata da sceicchi. In parole povere, ero pronto a tutto pur di potermi accaparrare entrambe le console al Day One; e ironicamente ci riuscii senza dover neanche sudare più di tanto. Per la prima volta in vita mia, la fortuna mi arrise, e mentre Sony e Microsoft confermavano le difficoltà incontrate in termini di distribuzione – difficoltà che in verità non sono purtroppo ancora venute meno –, io già pregustavo le incredibili avventure che mi sarei potuto godere in tutta tranquillità. Arrivati al 10 novembre 2020, è il turno di Microsoft. Corro in negozio, ritiro la mia Xbox Series X fiammante, giungo a casa e monto tutto.

I primi minuti esplorativi sono pura poesia, mi muovo tra i menù, studio la dashbord, mi lancio sul Game Pass e inizio a scaricare qualche gioco… ed è proprio qui che la magia in qualche modo viene meno. Sì, poiché a fronte del nuovo hardware, mi ritrovo a giocare quegli stessi titoli che già erano presenti sulla vecchia console. Per carità, splendido Yakuza 7, magnifico Ori and the Will of the Wisps, spettacolare Gears 5, ma parliamo di una lunga serie di produzione – dall’indubbio valore, chiariamolo – che mi sarei potuto giocare tranquillamente anche su una vetusta Xbox One. Infatti, è purtroppo evidente quanto Microsoft, nonostante tutte le promesse fatte, abbia assai faticato nel creare una line-up sufficientemente forte per il lancio delle sue nuove console. Con un’idea nelle basi similare a quanto visto con Nintendo Switch, Halo Infinite si sarebbe dovuto dimostrare come il proverbiale Breath of the Wild del momento, l’opera magna che da sola avrebbe potuto (e dovuto) trainare le vendite d’Xbox Series X/S per interi mesi… e chissà, magari la strategia si sarebbe rivelata vincente, se non fosse stato per il fatto che l’intero progetto, a causa di evidenti difficoltà in fase di sviluppo, è stato posticipato a fine 2021, un amaro boccone per tutti i fan Microsoft.

Xbox Game Pass Ultimate

Voliamo però ora al 19 novembre 2020, giorno in cui anche PlayStation 5 ha infine fatto la sua apparizione sul mercato italiano. Nei fatti, l’iter che seguo è molto similare a quello vissuto con Xbox Series X, se non per due dettagli. Da un lato, la line-up PlayStation 5 seppe rivelarsi più varia rispetto alla rivale, con due produzioni esclusive per la console (di cui una offerta anche gratuitamente a tutti gli interessati) seguite da alcune nuove produzioni cross-gen; sicuramente nulla di trascendentale, ma sicuramente un paio di passi in avanti rispetto a Series X. Dall’altra parte, invece, dovetti fare i conti con uno dei software più instabili che avessi mai visto in vita mia, un vero e proprio colabrodo che nascondeva problemi a ogni menù, al punto tale che al mio primo avvio mi ritrovai con una console che non leggeva i dischi di gioco; inutile dire che quelle furono ore di puro terrore vissute con il cuore in gola.

Uno sguardo verso il futuro di PlayStation 5 e Series X/S

A ben poco serve però lamentarsi di un lancio che già sapevamo non sarebbe stato particolarmente entusiasmante, a maggior ragione se si pensa che nessuna generazione videoludica è mai sbocciata fin dal primo giorno. Le speranze di molti erano infatti rivolte ai mesi che avrebbero dovuto seguire il Day One delle console, a un 2021 che i piani alti di Sony e Microsoft ci assicurarono sarebbe stato incredibile. I titoli erano stati presentati, le dichiarazioni furono fatte e le speranze erano alle stelle… e da lì, ecco calare il silenzio. Se dovessi descrivere questi primi sei mesi in compagnia di PlayStation 5 e Xbox Series X, li potrei definire abbastanza desolanti, settimane su settimane contraddistinte da poche sorprese, postici in rapida sequenza e svariate remastered. Nioh, Devil May Cry V, Maneater, questi sono solo alcuni dei tanti titoli tornati sulla scena in forma smagliante, tra texture migliorate, frame-rate più stabili, ray tracing e altro ancora. Parliamo sicuramente di titoli meritevoli d’attenzione, ma comunque restano tutte produzione che abbiamo già potuto vedere in passato, senza dimenticare poi le tante esperienze cross-gen da poco uscite o in arrivo nel corso dei prossimi mesi; ancora una volta, tutti giochi che non avrebbero richiesto l’acquisto di una nuova console.

https://www.youtube.com/watch?v=t12x7k_oecc

Chiariamoci, parliamo di due ottime console che in un prossimo futuro potranno contare su produzioni esclusive di gran pregio, ma che al momento stanno mantenendo un bassissimo profilo, per molti salvate solo dalle opzioni di retrocompatibilità che hanno permesso al pubblico di recuperare tutte quelle opere Old-Gen lasciate a prendere polvere nel proprio backlog personale. La situazione è insomma attualmente parecchio magra e non sembra essere destinata a cambiare in breve tempo, al punto tale che un flebile ma presente strato di polvere già adorna le mie PlayStation 5 e Xbox Series X. Arriveranno giorni migliori, quei fatidici momenti in cui divoreremo grandi produzioni in rapida sequenza con un sorriso stampato in faccia, splendidi anni come quelli che abbiamo potuto vivere in compagnia di PlayStation 4 e Xbox One, ma quei giorni sono ancora lontani. Oggi semplicemente non vale la pena scannarsi per ottenere una console venduta su eBay al doppio del prezzo da qualche bagarino – magari senza neanche ricevere lo scontrino d’acquisto e rischiando di ritrovarsi in futuro con una macchina da gioco difettosa – e che, al netto di un paio d’opere effettivamente Next-Gen, vi porterebbe semplicemente a riprendere quegli stessi identici titoli che già vi stavate godendo sulla vecchia generazione.

PlayStation 5

L’hype generatosi dietro alle console Sony e Microsoft è comprensibile, in parte legato ai meccanismi propri di qualsiasi nuovo prodotto di consumo, in parte ricollegabile proprio alla difficile reperibilità delle stesse, ma al contempo totalmente ingiustificato se si tiene conto del parco titoli attualmente disponibile sul mercato. L’interezza di questo editoriale è quindi interamente finalizzato a un singolo consiglio; per quanto possa apparire difficile (e credetemi, da videogiocatore lo capisco molto bene), abbiate pazienza, attendete che i problemi di scorte per PlayStation 5 e Xbox Series X/S vengano meno, quello sarà il momento giusto per lanciarsi alla volta della Next-Gen. Ad aspettarvi troverete infatti macchine più stabili sotto il profilo software, una libreria videoludica ben più ricca, un mercato maggiormente focalizzato verso la nuova generazione di console e, con un pizzico di fortuna, anche qualche leggero ma sicuramente apprezzabile taglio sul prezzo. Alla fine, i primi a guadagnarci sarete proprio voi giocatori.

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Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.