Phoenix Point: Behemoth Edition – Recensione dell’RPG tattico di Snapshot Games

Phoenix Point Behemoth Edition è l'ultima fatica del papà di X-COM e ora siamo finalmente pronti a parlarvene in questa nostra recensione.

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 8 minuti
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Phoenix Point: Behemoth Edition

Come gli appassionati già sapranno, Julian Gallop, produttore e game designer inglese, in questi ultimi anni ha fondato la sua nuova compagnia Snapshot Games in Bulgaria, più precisamente a Sofia, e dalle ceneri della serie X-COM ha così dato vita a un titolo che mira ad essere la rappresentazione innovativa del genere tattico RPG a tema Sci-Fi. Phoenix Point: Behemoth Edition è la versione per console e PC che contiene sia il gioco base – uscito solo in digitale – nel “lontano” 2019 che tutti i vari contenuti aggiuntivi rilasciati successivamente. All’epoca del lancio il gioco venne criticato da più parti, e conseguentemente in molti speravano che quest’edizione definitiva avrebbe in un certo senso limato quegli angoli spigolosi della produzione originale; le speranze dei fan avranno trovato risposta? Per scoprirlo, non dovete far altro che continuare a leggere la nostra recensione di Phoenix Point: Behemoth Edition.

Lovecraft e virus

Sembra un giorno come tanti altri quello in cui la quotidianità della razza umana viene violentemente scossa dal sopraggiungere di un misterioso virus particolarmente contagioso. In diverse parti del globo si manifestano infatti strani comportamenti degli infetti, i quali in una prima fase muoiono senza possibilità di salvezza. Ben presto, però, si scopre che il virus proviene dalle calotte polari e che sembrerebbe essere stato dormiente per migliaia di anni, ma una volta a contatto con il mare, questo è mutato in una densa nebbia che trasforma ogni cosa che tocca in mostri dalle sembianze marine.

Con l’umanità giunta oramai sull’orlo dell’estinzione, uno sparuto gruppo di esseri umani sopravvissuti deciderà infine di dichiarare guerra aperta alle temibili creature utilizzando ogni mezzo a disposizione, l’ultimo baluardo della nostra specie; ovviamente, sarà nostro compito quello di guidare proprio questo gruppo militare. Come avrete capito da queste prime righe della nostra recensione, Phoenix Point: Behemoth Edition mette in mostra un incipit narrativo piuttosto semplice ma comunque piacevole da seguire nella sua linearità. Sebbene la storia abbia infatti dei punti di svolta basati sulle scelte del giocatore, quest’ultime non faranno poi particolare differenza: il finale sarà sempre lo stesso ed è questo il primo neo nel titolo, ovvero che per quanto ci si sforzi, per quanto tattici siamo stati nel corso della partita, il risultato non cambierà.

Fazioni e situazioni

In-game esistono tre fazioni distinte: una mira alla coesistenza con gli esseri generati dalla nebbia, un altra punta alla distruzione di questi esseri mantenendo l’egemonia umana e la terza sembra essere totalmente impazzita, arrivando a identificarsi come un culto d’adorazione di questi mostri. In questo contesto, il giocatore dovrà fare buon viso a cattivo gioco e sviluppare un rapporto di coesistenza con queste fazioni in modo da accedere alla loro tecnologia, che di volta in volta sarà differente rispetto alle altre. Esistono diverse basi specifiche sparse per il globo e starà a noi decidere cosa fare con questi centri di controllo, quale potenziare e perché. Il combattimento in Phoenix Point: Behemoth Edition è analogo a quello di X-COM 2, al punto che se si osservassero piccoli video del titolo, sarebbe alquanto difficile distinguere a quale dei due stiamo giocando.

Intendiamoci, il sistema era validissimo già nel titolo precedente, per cui non ci lamentiamo tanto di questo, quanto piuttosto del fatto che non sembrano essere presenti particolari miglioramenti, se non per qualche piccolo dettaglio quale la possibilità di cambiare arma senza utilizzare alcun punto azione o una migliore agilità per i soldati armati d’armi leggere. Una delle maggiori novità della produzione risiede nel poter scegliere di mirare su un arto o su un punto specifico del nemico, entrando in una modalità di “fuoco libero”: ogni parte del corpo avversario presenta un suo livello di armatura e dei punti ferita specifici, novità che introduce interessanti scelte tattiche al comparto ludico. Peccato solo che il gioco generi mappe quasi sempre uguali con pochissime differenze l’una dall’altra, di fatto rendendo ogni scontro come una sorta di Déjà-Vu che stonerà non poco agli occhi attenti di chi gioca titoli tattici.

Una guerra insensata

Non vogliamo girarci troppo attorno, Phoenix Point: Behemoth Edition è un disastro. Sfortunatamente i punti a favore del titolo crollano rovinosamente sotto il peso specifico dei problemi che il gioco presenta. Andiamo con ordine: nella mappa principale, una volta superato il tutorial, scopriremo che ogni luogo d’interesse sarà abitato, con tanto d’informazioni sul numero di abitanti presenti, percentuale d’influenza di una delle fazioni, quantità di risorse a disposizione e molto altro ancora. Tutto molto interessante, peccato solo che a livello ludico il dover gestire tutte queste informazioni che appariranno costantemente sulla  mappa andrà generando un senso di frustrazione a dir poco papabile, con il giocatore costretto a doversi impratichire in una gestione strategica delle basi – stringendo rapporti con le fazioni, combattendo nemici e facendo sostanzialmente da balia alla popolazione – di cui, semplicemente, non se ne sentiva il bisogno.

Altro difetto risiede nel sistema di combattimento che seppur buono è minato da un’IA avversaria particolarmente deficitaria, con nemici che nemmeno ad alti livelli di difficoltà sembrano avere una vera capacità di giudizio, finendo con il compiere delle scelte davvero insensate a livello tattico, magari caricandoci senza sfruttare minimamente il terreno e finendo spesso davanti ai nostri cannoni, senza difese, pronti per essere crivellati. Le tre fazioni non mostrano veri e propri comportamenti tattici e non simulano veri giocatori che prendono parte alle partite: paiono più che altro come dei negozi pronti a offrire le proprie tecnologie nel caso in cui il giocatore dovesse soddisfare determinati prerequisiti. In sede di recensione ci teniamo a specificare che Phoenix Point: Behemoth Edition presenta degli exploit interessanti ed esteticamente appare convincente, ma l’intera esperienza è purtroppo minata da quanto descritto sopra; dulcis in fundo, ovviamente le percentuali di hit del nemico non sono mai reali, quindi preparatevi a vedere soldati che, pur con un 99% di probabilità di colpire il bersaglio, lo mancheranno clamorosamente. Infine, al sopraggiungere del gioco su PC non ha purtroppo fatto seguito una buona mappatura dei tasti sul controller, rivelatosi conseguentemente piuttosto scomodo da usare.

Phoenix Point: Behemoth Edition
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Voto 6
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.