Atlus è pronto a rilasciare il remake completo del terzo episodio della serie Persona, da molti definito come il migliore: stiamo parlando di Persona 3. Con Persona 3 Reload si è attuata un’operazione di restyling niente male, al punto di rispolverare un classico per farlo conoscere (anche) alle nuove generazioni di giocatori.

Pubblicato per la prima volta diciotto anni fa su PlayStation 2 (per poi tornare anche su PSP), Atlus ha ora deciso di modernizzare Persona 3 grazie a un netto “boost” donato da Persona 5 ma lasciando intatti personaggi, tematiche sociali e meccaniche, andando di pari passo a un comparto tecnico e un combat system sopraffini.

Bentornati alla Gekkoukan High School

La storia, di base, è la stessa vista nel gioco originale: vestiremo i panni di uno studente del primo anno appena trasferitosi alla Gekkoukan High, liceo dell’immaginaria cittadina di Tatsumi, una tranquilla provincia giapponese che però parrebbe nascondere loschi segreti. Gli esseri viventi di questa “ridente” cittadina si trasformano infatti in bare, e le Ombre vagano libere nel Tartaro, un dungeon a torre che compare nei pressi della scuola. Persona 3 ci fa quindi vestire i panni di un liceale che scoprirà sentimenti come l’amore, l’amicizia e il senso di responsabilità.

Il ragazzo viene presto attaccato dagli Shadows, creature che si muovono di notte e si nutrono delle menti delle loro vittime, il cui attacco risveglia in lui il potere della sua Persona, Orpheus. Ma non è tutto: anche altri suoi compagni di scuola, tra cui Mitsuru, Akihiko e Yukari, condividono con lui questo potere, entrando a far parte dello Specialized Extracurricular Execution Squad (noto anche come SEES), un gruppo che decide di intraprendere una lotta contro le creature misteriose che hanno invaso la città.

Oltre a riproporre uno dei migliori sistemi di combattimento a turni di sempre, il remake Atlus ha riveduto e corretto gli scontri di Persona 3 per renderli ancora più appassionanti e fluidi, proprio come Persona 5. I duelli nel Tartaro sono infatti più rapidi – incluse le sfide contro i boss – anche se la difficoltà è stata palesemente ritoccata verso il basso.

La possibilità di controllare tutti i membri del party, a differenza di quanto accadeva nell’uscita originale e in Persona 3 FES, rende il sistema di gioco sempre fresco e mai noioso, sebbene le fasi all’interno del Tartaro sono forse quelle che risentono maggiormente del peso degli anni, per via di una certa ripetitività di fondo.

Da notare anche la Teurgia, una tecnica molto simile alle Limit Break di Final Fantasy, grazie alla quale una barra si carica differentemente a seconda del personaggio e in grado di sprigionare un quantitativo di danni sostanziale e non solo. I dialoghi coi vari NPC sono un altro punto chiave di Persona 3 Reload, sebbene dare una risposta sbagliata non rovinerà (quasi) mai un rapporto con un determinato personaggio. Le chiacchierate con gli abitanti di Tatsumi fanno capire di essere partecipi di un mondo che ha tantissimo da dire e da offrire, tanto che sorprende la quantità di caratteri e personalità diverse che il nostro protagonista incontrerà nel corso della sua avventura.

Lato tecnico, il remake di Persona 3 è stato totalmente ammodernato, ma senza travolgere l’estetica originale: il blu è ancora una volta il colore predominante (così come il rosso è il predominante del quinto), con l’Unreal Engine 4 che – seppur a tratti vecchiotto – riesce ancora a dare le sue soddisfazioni, grazie anche e soprattutto a una direzione artistica sopra le righe. Personaggi e nemici sono infatti stati quasi totalmente ridisegnati, così come alcune scene di intermezzo inedite in stile anime si adattano benissimo al contesto. Ultima ma non meno importante, la nuova interfaccia utente, la quale risulta assolutamente puntuale e mai confusionaria.

Non chiamatelo remaster

Il rifacimento vanta quindi un sistema di illuminazione paragonabile a quello di Persona 5, oltre a una telecamera posizionata alle spalle del protagonista. Quanto messo in piedi da Shigenori Soejima e il resto del team è quindi assolutamente in linea con ciò che i fan si aspetterebbero di giocare. Abbiamo provato il gioco su Xbox Series X, con 60 fotogrammi al secondo (contro i 30 dell’originale) e una risoluzione 4K. Ogni area che abbiamo esplorato era sempre affollata da un gran numero di personaggi non giocanti, e tutti i difetti grafici della vecchia versione sono spariti.

A livello di colonna sonora e parlato, sia le musiche che i dialoghi (disponibili sia in giapponese che in lingua inglese), faranno la gioia degli appassionati storici, così come non mancano i sottotitoli in italiano, i quali aiuteranno maggiormente nella comprensione della ricca e corposa trama del gioco (essendo ottimamente scritti e tradotti nel nostro idioma).

Insomma, Persona 3 Reload è l’edizione definitiva di un capolavoro, con piccole – piccolissime – sbavature sul fronte narrativo e contenutistico. La decisione di non includere “The Answer (ossia un capitolo inedito di storia della durata di oltre 30 ore e collocato subito dopo la conclusione della campagna principale) potrebbe fare storcere il naso a qualcuno, così come la scelta di tagliare fuori la protagonista femminile di Persona 3 Portable non trova il plauso dei fan più sfegatati.

Del resto, considerando l’enorme quantità di contenuti, dialoghi e battaglie, con questo remake Atlus ha fatto un regalo imperdibile sia ai fan di Persona 3, sia a coloro che ci si avvicineranno per la prima volta a questo classico JRPG senza tempo. E poco non è, potete scommetterci.

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Persona 3 Reload

8.8

Con Persona 3 Reload Atlus non ha solamente rispolverato un grande classico, ma gli ha dato nuova vita: tutto ciò che ha reso memorabile il gioco originale c'è, così come le aggiunte strutturali non intaccano il fascino del titolo base. A ciò aggiungeteci un comparto tecnico riveduto e corretto e alcune "limature" qua e là, e capirete come Persona 3 Reload sia il miglior ritorno a Tatsumi che i fan potessero mai sperare di vivere.

PRO
  • Trama e personaggi di livello assoluto
  • Tecnicamente sa il fatto suo
  • Lungo e corposo
CONTRO
  • Le fasi nel Tartaro sono piuttosto ripettive
  • Contenuto "The Answer" completamente assente
Alessandro Ferri
Trentenne, vero appassionato di videogiochi, adora scrivere di videogiochi come se ne stesse parlando con gli amici al bar. Nostalgico dei classici anni '90 come Super Mario 64, non disprezza al brivido dei titoli moderni.

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