Pandoria – Recensione del nuovo tile placement in uscita a Essen 2018

Lorenzo Natalini
Di Lorenzo Natalini Recensioni Lettura da 5 minuti
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Pandoria
Andiamo oggi a parlarvi di Pandoria, gioco creato da Jeffrey D. Allers e Bernd Eisenstein che prevede dai due a quattro giocatori e che farà il suo debutto in concomitanza con l’Essen Spiel 2018. Ho avuto la possibilità di provare quest’opera in anteprima in una partita a tre e, dopo averne analizzato le meccaniche, posso parlarvene con cognizione di causa.

Illustrazione della scatola del gioco

Ambientazione di Pandoria

Nonostante il nome fuorviante, in Pandoria non ci occuperemo della vendita di dolci tradizionali natalizi in una catena di gioiellerie, circondati da ciondoli per braccialetti e vasi contenenti i mali del mondo.
Saremo invece alla guida di una delle cinque fazioni disponibili (umani, elfi, nani, maghi, halfling), chiamati a esplorare un territorio, accumulare risorse, costruire edifici e lanciare magie.
Un’ambientazione abbastanza scontata, che i materiali del gioco (come vedremo) rendono purtroppo ancora più inconsistente.

Meccaniche

La dinamica principale del titolo è il piazzamento delle tessere: a ogni turno il giocatore dovrà posizionare sul tabellone una tessera paesaggio adiacente a un’altra tessera già piazzata, eventualmente collocandoci sopra un proprio meeple.
Tutto ciò ricorda molto Carcassonne, ma ci sono alcune differenze. Qui, per esempio, non abbiamo restrizioni sul piazzamento: i lati adiacenti infatti non devono combaciare (es: lato strada con lato strada in Carcassonne), e ciò ci garantisce una scelta molto più ampia, soprattutto a partita inoltrata.
Inoltre, il nostro meeple non andrà posizionato SOPRA la risorsa che vogliamo raccogliere, ma sull’elemento adiacente. Quando un’area viene chiusa, infatti, i meeple su quella zona vengono rimossi, e non sono conteggiati; otterremo invece le risorse prodotte grazie ai meeple rimasti accanto alla zona completata.
L’oro fornito dalle miniere ci consentirà di acquistare una carta dal mercato quando un’area viene chiusa. Ogni carta è divisa a metà: la parte alta rappresenta una magia che possiamo lanciare spendendo cristalli, la metà inferiore un edificio che possiamo costruire spendendo legna. L’ultimo tipo di risorsa sono le corone, ovvero punti vittoria diretti.
Gli edifici offrono bonus permanenti alla raccolta, sconti sulla costruzione di altri edifici o sul lancio di magie. Le magie invece hanno un effetto una tantum, e consistono perlopiù in possibilità alternative di piazzamento dei meeple.

Pedine in legno e tessere di Pandoria

Materiali ed ergonomia

I materiali non sono sempre all’altezza: sebbene le tessere siano di cartoncino spesso e di buona qualità, le plance dei giocatori sono molto sottili. Ciò è un peccato, dato che risulta difficile posizionare le carte sotto di esse, come prevedono le regole. Inoltre, se il colpo d’occhio della board a fine partita è notevole, grazie ai colori sgargianti delle tessere, le plance personali sono tristi, sbiadite, e con illustrazioni che oscillano tra l’amatoriale e il grottesco.
Pessima anche la grafica delle carte: quelli che dovrebbero essere edifici e magie, non rappresentano niente di tutto ciò. Ad eccezione dei monumenti (che non sono carte, ma tessere), si tratta di carte completamente prive di illustrazioni, raffiguranti soltanto gli effetti tramite una simbologia non sempre azzeccata.
I simboli infatti non sono completamente comprensibili a prima vista, e richiedono almeno una spiegazione (o una lettura delle regole) quando una carta viene rilevata. Ciò per fortuna non rappresenta un grave problema, dato che gli effetti sono molto semplici e tendono a ripetersi su più carte.

Situazione a fine partita della board personale

Considerazioni

La mia partita a Pandoria è stata piacevole, il titolo non è complesso ma la sua breve durata si adatta bene alla scarsa profondità. Non sono tuttavia completamente soddisfatto, e devo ammettere che mi aspettavo qualcosa di più dagli autori di Citrus e Peloponnes.
Le maggiori perplessità sono sorte con le carte: gli effetti di edifici e magie, infatti, non hanno nulla di originale e sono già visti e rivisti in decine di altri giochi.
Il piazzamento invece offre alcuni spunti tattici innovativi, anche grazie alla possibilità di rimuovere un meeple avversario prima di fargli ottenere una risorsa, chiudendo l’area in cui si trova.

Soltanto a metà della prima partita si impara a collocare le tessere in maniera ottimale. La particolare meccanica di piazzamento, unita alla curiosità di provare la versione avanzata con i poteri delle razze, mi ha lasciato la voglia di fare una seconda partita, per cui non mi sento di bocciare il titolo, ma neppure di consigliarne l’acquisto a prezzo pieno.

Pandoria
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Voto 6
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