I Peccatori (Sinners) Recensione: l’opera di Ryan Coogler in cui scorrono sangue e blues

Abbiamo visto "I Peccatori" (Sinners), il nuovo film di Ryan Coogler con protagonista Michael B. Jordan, in un doppio ruolo. Ecco la nostra recensione!

Giorgio Maria Aloi
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Recensioni
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8 Ottimo
I Peccatori (Sinners)

I Peccatori (Sinners) è un film del 2025 scritto e diretto da Ryan Coogler e ha come protagonista Michael B. Jordan, in un doppio ruolo. Oltre lui, ci sono anche Hailee Steinfeld, Miles Caton, Jack O’Connell ed altri. Si tratta di un vampire movie ambientato nel profondo Sud degli Stati Uniti, nel periodo in cui erano in vigore le leggi di segregazione razziale Jim Crow. Due fratelli gemelli (interpretati entrambi da Michael B. Jordan) provano a lasciarsi alle spalle le loro vite travagliate, tornando nella loro città natale per ricominciare. Una volta giunti, però, scoprono che un male ancora più grande li sta aspettando…

Tra sangue, blues, e vari generi cinematografici

Ryan Coogler è noto per aver preso parte a franchise come Rocky, realizzando lo spin-off Creed (interpretato da Michael B. Jordan), e i due film di Black Panther (dove Jordan interpreta il villain). In entrambi il regista sembrava volesse anche mettere in evidenza certe tematiche che gli stanno particolarmente a cuore, e che hanno a che fare con i suoi compaesani o antenati. Stavolta, ha voluto realizzare un film totalmente autoriale, e a nostro avviso dovrebbe farne di più, perché quando ha totalmente carta bianca e ha la possibilità di raccontare una storia ideata da lui, il risultato è più che soddisfacente. Si vede che l’impegno è stato maggiore, e ha voluto realizzare un film che è una commistione di generi, fondendo drammaticità, un pizzico di commedia, l’horror, l’azione, il musical e con tanti riferimenti storici e politici.

Tra tutti questi generi, il regista di Black Panther ha voluto rendere omaggio al blues e c’è pure una colonna sonora fenomenale e composta dalle musiche di Ludwig Göransson. Giunti alla terza collaborazione tra il regista e il compositore, quest’ultimo ha realizzato una colonna sonora così monumentale, che sembra un personaggio a parte ed è capace di entrare dentro lo spettatore. Per chi ama il blues, è un vero e proprio omaggio e le musiche sono divenute delle colonne importanti del film.

Il bilanciamento tra tutti questi generi è “giusto” e c’è spazio anche per la parte culturale, messa in scena in modo abbastanza comprensibile. Coogler voleva raccontarla per bene, in maniera dettagliata. Voleva infatti mostrare tutti gli aspetti di quel periodo storico, cosa subivano gli abitanti del Mississippi negli anni 30, e la privazione della loro libertà, anche per colpa del Ku Klux Klan. Ma ecco che subentra un aspetto che apparentemente sembrava decontestualizzato, ma che in realtà ha un significato profondo: il vampirismo.

Non è solo la rappresentazione del lato oscuro, ma una vera e propria diffusione delle idee che volevano imporre a quelle persone, creando una “falsa” inclusione e una “falsa” libertà. Ma non è così, perché il vampirismo presente nel film è una metafora dell’inclusività forzata. In altre parole, sottomette sempre quel popolo e più che includerli, impone tutti ad agire allo stesso modo e ad andare contro la vera libertà di essere sé stessi (è anche un forte messaggio alla propaganda forzata dell’inclusività attuale?).

Michael B Jordan re del cast, ma gli altri?

Un altro elemento vincente del film è il cast. Però se c’è il giusto bilanciamento dei generi, diametralmente c’è uno sbilanciamento della scrittura dei personaggi. Il problema sta nel mancato approfondimento di alcuni di essi, come ad esempio quello interpretato da Hailee Steinfeld (Kate di Hawkeye). Altri per fortuna hanno avuto il loro giusto spazio, come Sammie “Preacher Boy” Moore (interpretato da Miles Caton).

Ma ovviamente l’attore che spicca più di tutti è Michael B. Jordan, stavolta in un doppio ruolo. L’interprete di Adonis Creed ha sempre dimostrato di essere un valido attore, ma nella quinta collaborazione con Coogler si è nettamente superato. Ha interpretato due fratelli gemelli ed è riuscito a dare una caratterizzazione differente ad entrambi, tanto che sembra di vedere due persone diverse interpretare i due gemelli. Il meglio della sua interpretazione è stata quando uno dei due è passato al lato oscuro, e hanno combattuto contro l’altro, tanto che più che una lotta tra due fratelli sembrava una lotta all’interno di un uomo (in un certo senso, una lotta tra la luce e l’oscurità presente in ogni individuo).

Tra ritmo e difetti

Purtroppo, non si ha davanti un capolavoro perfetto, e ovviamente il film presenta anche i suoi difettucci. Oltre al mancato approfondimento dei personaggi e conseguente bilanciamento tra di essi, c’è un ritmo discontinuo tra le due parti della pellicola. La prima parte della trama, scorre con un ritmo narrativo lento e sembra che non abbia una direzione precisa, tranne mostrare le tematiche sopracitate. La seconda, invece, mette la marcia più alta e schiaccia l’acceleratore, sfrecciando con una velocità narrativa e in alcuni momenti, la storia è divenuta confusionaria e non ha reso chiari un paio di passaggi. Tuttavia, tralasciando questi difetti citati, “I Peccatori” è il miglior film ideato dal regista di Black Panther, cosa che ci fa desiderare che Coogler abbia carta bianca più spesso.

I Peccatori (Sinners)
Ottimo 8
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