Dopo avervene parlato qualche mese fa in un’anteprima, torniamo ora ad analizzare l’interessante Pacer, questa volta nella sua versione completa. Il racing game arcade di R8 Games è infatti finalmente arrivato sul mercato portando con sé tutta la dinamicità e il divertimento delle corse futuristiche “alla Wipeout”. Quest’ultimo è stato di sicuro una fonte di ispirazione per il titolo, i cui sviluppatori, o almeno una parte di essi, hanno lavorato precedentemente proprio in Psygnosis. Vediamo insieme se sono riusciti a creare un’esperienza soddisfacente per i fan del genere.
Corse futuristiche anti-gravità
Nonostante richieda un po’ di pratica per essere padroneggiato, fin dalle prime gare si può avvertire come Pacer riesca bene nell’obiettivo di divertire con il suo gameplay. Si tratta infatti di un’esperienza adatta a tutti, sia a chi vuole magari trovare semplicemente uno sfogo nella velocità, sia a chi cerca una sfida che richieda abilità e riflessi da parte del giocatore. Questo è possibile grazie all’ottima personalizzazione che l’opera permette in quanto a modalità di gioco. In questo senso, il primo elemento di cui parlare è chiaramente la possibilità di variare la difficoltà e di conseguenza la velocità dei veicoli in pista. Se F3000 è una modalità accessibile e utile anche a conoscere meglio i tracciati, F1000 ed Elite risultano invece particolarmente ostiche e perfette per chi ha già padroneggiato il gameplay.
Altra possibilità che consente Pacer, anche se non in tutte le tipologie di corsa, è quella di decidere se abilitare o meno le collisioni tra veicoli, o se disabilitare invece le armi. In questo modo l’esperienza risulta così abbastanza personalizzabile in base alle proprie esigenze. Decidendo di giocare anche con le armi, è possibile scegliere tra vari tipi di abilità di natura offensiva e difensiva, utili quindi sia a contrastare gli avversari sia a difendersi dagli impatti. In caso però la propria salute cali a causa di attacchi nemici, è necessario ottenere i caricatori dello scudo presenti all’interno dei tracciati. Sia questi ultimi sia collisioni e i colpi subiti o inferti sono però ostacolati qualitativamente da un feedback sonoro e visivo non molto soddisfacente, che non riesce quindi a donare appagamento al giocatore.
In ogni caso, forte anche degli ottimi quattordici tracciati che propone e delle loro varianti, Pacer sa divertire e intrattenere il fruitore grazie al suo gameplay frenetico. Una volta padroneggiato il controllo del veicolo e conosciuti i tracciati, scendere in pista a tutta velocità regala sempre buone sensazioni, soprattutto quando si riesce agilmente a superare più di qualche curva evitando spiacevoli scontri.
Modalità e personalizzazione del veicolo
Giocabile sia in singolo che online, Pacer include otto differenti modalità, le quali cambiano decisamente l’obiettivo principale della corsa. Tralasciando quelle più classiche, abbiamo trovato particolarmente interessanti “Eliminazione”, in cui si deve far di tutto per non restare ultimi per evitare di essere eliminati in un certo lasso di tempo, “Flowmentum”, dove è necessario fare quanti più chilometri possibile passando attraverso punti sparsi nel tracciato che aumentano la propria velocità massima, e “Tempesta”. In quest’ultima modalità, un po’ come in un battle royale, è importante rimanere sempre all’interno di una zona sicura, la quale andrà a rimpicciolirsi sempre di più con il tempo che passa. Ovviamente restare fuori da questa zona provoca danni ingenti e costanti che causano presto la distruzione del proprio veicolo.
Altro elemento fondamentale che varia le corse è la profonda personalizzazione del veicolo. Spendendo i crediti ottenuti dal completamento delle gare è possibile acquistare armi e relativi potenziamenti, nonché parti che modificano prestazioni ed aspetto del mezzo. Se quest’ultimo ha chiaramente un valore solo estetico, cambiare le prestazioni permette di migliorare il veicolo negli elementi da noi desiderati, tra maneggevolezza, difesa, frenata e altro.
Le modifiche da noi create potranno poi essere registrate e apportate al mezzo prima di ogni gara, e saranno vantaggiose anche quando si andrà a gareggiare all’interno della campagna. Quest’ultima permette di far parte di vari team e di ottenere ricompense come varianti dei tracciati e modifiche estetiche. I momenti in cui la campagna dà il meglio di sé è quando fa affrontare sfide particolari e uniche, ad esempio limitando la possibilità di sterzare o consentendo il solo utilizzo di mine come arma. In generale però si poteva osare di più in questa modalità, che non riesce a coinvolgere come potrebbe nonostante le buone intenzioni.
Tecnicamente Pacer non ha difetti che alterino l’esperienza, se non il feedback sonoro di cui abbiamo parlato in precedenza. Anzi, le ambientazioni e gli scenari, già gradevoli da un punto di vista artistico, vengono esaltati da effetti, luci e riflessi ben realizzati. Ultima nota positiva da sottolineare è la colonna sonora, la quale accompagna le corse con un gran numero di tracce. Queste sono state composte da vari artisti, tra cui CoLD SToRAGE, che ha già lavorato a Wipeout, Ed Harrison, che si è occupato in passato di Deus Ex: Mankind Divided e altri ancora.