Marc Forster torna in cabina di regia per la Columbia Picture e mette davanti alla telecamera un eccezionale Tom Hanks, che vediamo per la prima volta nei panni di un uomo alla fine della sua esistenza, se non fisica, morale. Non Così Vicino ci è stato venduto come una commedia all’americana nella quale un vicino di casa burbero cambierà modo di vedere le cose grazie ai suoi dirimpettai, fortunatamente le cose sono andate in maniera del tutto diversa e la pellicola che poteva risultare scialba, in qualche modo “già vista”, ha invece sorpreso tutti noi che eravamo in sala.
La ronda di Otto
Otto Anderson è un uomo di 60 anni circa che vive la sua vita in un mondo che non sente più tanto suo, soprattutto dopo la dipartita della moglie Sonya. Otto abita in una casa a schiera con strada privata, e si inalbera sia con i vicini che non rispettano la raccolta differenziata, sia con l’agenzia immobiliare che tenta in tutti i modi di convincere i proprietari a vendere pur di ricavare spazio per l’ennesimo condominio senz’anima. L’ira di Otto non risparmia nemmeno i corrieri che, stando alle regole, dovrebbero parcheggiare fuori dalla strada privata ma invece fanno come più gli aggrada.
Otto è stanco di tutto questo, stanco di un mondo che non è più “a colori” dopo la scomparsa di Sonya, e per questo decide di farla finita, organizzando il suo suicidio. Otto viene interrotto dall’arrivo di Marisol, una donna di origini messicane in stato interessante che si trasferisce con il marito Tommy e le due figlie nella casa di fronte. Il rapporto tra la famiglia di Marisol e Otto diventa da subito coinvolgente e, sebbene lui sia un fulgido esempio di durezza e “cattiverie gratuite”, l’anima pura della donna messicana riesce a guardare oltre quella coltre di nebbia che infesta gli occhi del nostro protagonista, relegando il suo comportamento al bisogno d’affetto anziché d’abbandono.
Nessuno può farcela da solo
Marc Forster ci porta per mano in Non Così Vicino (che nella versione originale prende il nome di A Man Called Otto), facendoci vivere un vero rollercoaster di emozioni, passando dalle risate spontanee alle lacrime più profonde con una semplicità disarmante, semplice e diretta. La colonna sonora aiuta in questa messa in opera, andando a parlare allo spettatore mentre gli attori tacciono, e ci mostrano dolore o ilarità a seconda dei casi. Tom Hanks porta sullo schermo un Otto Anderson, un uomo che tenta il suicidio ma che al contempo non può smettere di preoccuparsi per gli altri, sebbene creda che gli altri abbiano smesso da tempo di occuparsi di lui.
Marisol, interpretata da Mariana Treviño è un vulcano: solare, sempre viva e davvero esilarante (quando serve), per il resto la donna che passa quasi tutta la pellicola in stato interessante è quanto di più simile ad una figlia per Otto, personaggio che lei stessa collega al padre. In Non Così Vicino si vive la vita così com’è: senza fronzoli e con semplicità. Accadono cose semplici che chiunque di noi può trovare nel proprio quotidiano, ad esempio l’arrivo di un gatto inatteso, la caduta dalle scale di un vicino di casa, o la noncuranza delle persone a rispettare una banale raccolta differenziata.
Non così Vicino parla allo spettatore con una forza disarmante, mettendo a nudo l’anima delle persone senza chiedergli di farlo, senza pretendere nulla ma con la certezza di tale evento. Il film ricorda molto Gran Torino di e con Clint Eastwood, ma lo fa in chiave Tom Hanks che riesce a restituire a Otto Anderson dei panni comodi e scomodi allo stesso tempo, imparando che nessuno riesce nelle cose da solo, ma che le persone servono perché uniti si esce dalla solitudine, dall’apatia e perfino dalle malattie più oscure.
Questa si che è vita!
Non Così Vicino è semplicemente travolgente. Con la sua semplicità il film arriva dritto al cuore, facendoci scoprire il senso della vita narrando la semplicità della vita stessa che è poi l’essenza di quest’ultima. Trovare un lavoro, comprare un’auto, andare all’ospedale o semplicemente fare da babysitter: semplice ma non banale, men che meno scontato.
L’armatura di Otto si sgretola poco a poco grazie al sorriso (ed ai piatti gustosi!) di Marisol, capace di rompere quella corazza come una trivella. Non Così Vicino è uno di quei film che non ti aspetti, che probabilmente vedresti al cinema pensando di andare a vedere una commedia leggera ed invece ti sorprende, ti aiuta a comprendere quanto la sofferenza possa indurre al suicidio e come sia possibile uscire dalla spirale auto distruttiva, ergo dà risposte senza pretendere una ragione, dando modo allo spettatore di vivere da solo l’esperienza, di trarre le proprie conclusioni da solo. Bello oltre ogni idea che ci si possa essere fatti, superiore ai pregiudizi, un film come non se ne vedevano da tempo.