Come leggerete in questa nostra recensione, NIS Classics Vol 1 è un ottimo modo per rigiocare o recuperare alcuni dei titoli più importanti pubblicati da NIS nel corso della sua lunga storia. La collezione, composta da due titoli, è uscita il 31 agosto per Nintendo Switch e comprende opere facenti parti del genere JRPG, da sempre particolarmente apprezzato in Giappone, ovvero Phantom Brave e Soul Nomad & the World Eaters. Purtroppo, tra i due titoli c’è un’enorme differenza in termini di qualità, ma ora basta perderci in ulteriori fronzoli, è giunto il momento di tuffarci in un mare di ricordi.
Phantom Brave è l’allievo preferito
Il primo titolo che potremo toccar con mano grazie alla NIS Classics Vol. 1 è Phantom Brave. Ovviamente, al lancio del software è possibile selezionare quale tra le due produzioni disponibili si vuole avviare, ma questo è il primo gioco proposto dalla casa di sviluppo Nippon Ichi Software. Phantom Brave sembra aver ricevuto una sorta di “trattamento di favore” rispetto al secondo titolo, ovvero Soul Nomad & the World Eater; questo poiché il team si è adoperata per inserire la versione definitiva di Phantom Brave, la quale include quindi sia The Hermuda Triangle che We Meet Again. Un fattore che strizza l’occhio agli appassionati e a chi ha vissuto l’epoca pre 16:9, è la possibilità di poter mettere lo schermo in 4:3,, un modo simpatico per rivivere al cento percento l’esperienza proposta nel 2004.
L’avventura ha inizio nel peggiore dei modi, ovvero con una missione fallita durante la quale il nostro party verrà decimato. Un personaggio, però, riuscirà a sopravvivere, seppur in forma di Phantom. Ed è per questo motivo che si prenderà cura della giovane ragazza rimasta orfana a causa di quella missione, tale Marona. Phantom Brave “prende in prestito” ciò che da sempre contraddistingue i JRPG più datati, ovvero la struttura a turni, presentando un’esperienza apparentemente semplice ma che, in realtà, con il passare delle ore andrà facendosi sempre più complessa e articolata, in particolare poiché non tutte le meccaniche ludiche ci verranno spiegate e sarà nostro compito scoprirle. Parliamo di una scelta che potrebbe sembrare bizzarra agli occhi dei più giovani, ma in realtà si tratta di un classico per tutti quei titoli che hanno più anni sulle spalle, i quali dovevano letteralmente essere scoperti sia per la trama che per il gameplay. Ovviamente, con il porting sarebbe stato meglio aggiungere alcuni messaggi nel tutorial, ma alla fine si è preferito offrire una produzione il quanto più fedele possibile all’originale.
Un trattamento immeritato
La seconda produzione che va a comporre NIS Classics Vol 1 è Soul Nomad & the Wold Eaters. Questo titolo si caratterizza per un’idea davvero grandiosa, ma che a causa di una cripticità di fondo piuttosto marcata, potrebbe diventare a dir poco frustrante. Infatti i giocatori avranno l’opportunità di utilizzare una spada che ha al suo interno l’anima di Gig, il Signore della Morte, potendo inoltre scegliere di diventare un vero e proprio involucro per quest’anima potentissima, così da poter sconfiggere facilmente i propri nemici. Ciò, in linea teorica, ci renderebbe virtualmente invincibili, visto che in-game saremo liberi di usare la sua anima quando e come vorremo, ma la realtà dei fatti è un po’ più complessa. In caso di abuso, infatti, il gioco finirà poiché il Signore della Morte avrà ottenuto un potere tale da poter distruggere tutto il creato. Come si fa a capire questa cosa? Solo sbagliando, e l’assenza di qualsiasi indicazione su questa meccanica potrebbe rendere complicato per molti anche solo capire come mai sia sopraggiunto il Game-Over.
Dal punto di vista ludico, però, vogliamo specificare in sede di recensione che questo secondo titolo di NIS Classics Vol 1 si fa davvero sentire: è possibile giocare con il party quanto e come vi pare, sperimentando nuove opzioni da poter usare sul campo di battaglia. Inoltre, è possibile realizzare una serie di party da richiamare in partita al fine ultimo di poter gestire meglio il combattimento contro grossi gruppi di nemici. Inoltre, come facilmente intuibile dalla sua struttura, Soul Nomad & the World Eaters presenterà diversi finali legati alle scelte che prenderete. Quindi, perché è stato “trattato male” dagli sviluppatori? Beh, sostanzialmente poiché questa versione del gioco non è stata minimamente svecchiata dal team, a differenza di Phantom Brave, che ha invece potuto contare su evidenti miglioramenti grafici; addirittura la risoluzione è rimasta la stessa dell’originale, seppur fortunatamente gli asset siano stati upscalati.
Durante la nostra prova non abbiamo notato nessun tipo di problema tecnico. Certo, si parla di un prodotto particolarmente leggero e possiamo sicuramente affermare che è molto poco user-friendly, visto che non è stata aggiunta alcuna opzione per rendere più chiare alcune meccaniche, come già spiegato poco sopra. NIS Classics Vol 1 è un titolo nato e progettato per coloro che conoscono i titoli in questione e che vogliono recuperarli senza dover tirare fuori dal cassetto le proprie console, preferendo puntare alla propria nicchia di riferimento. In altre parole, l’esperienza è letteralmente in scala uno a uno, rivelandosi conseguentemente un ottimo modo per recuperare due JRPG molto diversi tra loro e che possono far contenti tipi diversi di giocatori. Detto ciò, vale quindi la pena acquistare una simile produzione? Beh, tutto dipende dal tipo di giocatore che siete: i divoratori di JRPG che volessero recuperare due classici senza tempo non dovrebbero lasciarselo scappare, ma tutti i nuovi arrivati e poco avvezzi al genere dovrebbero ponderare con molta più attenzione l’acquisto.