Ieri è stato presentato per la prima volta il tanto atteso Nintendo Switch. Questa nuova console strizza l’occhio al futuro con un’idea davvero semplice quanto geniale: creare una home console che permetta agli utenti di giocare con i loro titoli preferiti anche quando non sono in casa. Il design accattivante e la possibilità di staccare dallo schermo i comandi collegati che diventano due pad distinti per potervi divertire con i vostri amici, sono intuizioni geniali che, se sfruttate a dovere, porteranno davvero una rivoluzione all’interno del panorama videoludico. Proporre una piattaforma innovativa però spesso non basta se non è seguita a dovere da quello che vogliono i giocatori, ovvero i titoli.
La storia di Nintendo è lunga e tortuosa poiché è passata da leader del settore ad essere considerata come una casa per bambini. Qual è stato il percorso che l’ha fatta diventare tale? Noi non staremo qui per ripercorrere tutte le vicende dell’azienda, ma è anche giusto fare delle piccole osservazioni poiché sembra che a volte il passato si ripeta. Wii U, come ben sappiamo, non è stata sicuramente la miglior console in termini di popolarità. Questo è stato un danno davvero grande per il gruppo, poiché non ha ricevuto la fiducia necessaria da parte delle società esterne per far sì che i loro titoli venissero rilasciati su questa piattaforma. Il numero di giochi di terze parti è il più basso della storia per quanto riguarda le console dell’industria nipponica, addirittura inferiore a quanto proposto su Wii. Il discorso finalmente è cambiato drasticamente con l’arrivo di Nintendo Switch, poiché la casa di Kyoto promette un corposo supporto dalle third parties. Ma come verrà sfruttato? Quando nel 1992 uscì in Europa il Super Nintendo, vennero riproposti titoli già pubblicati sulle dirette concorrenti e, addirittura, opere come Mortal Kombact furono censurate togliendo sangue e fatality, restando così coerenti con i valori aziendali.
Nintendo Switch sfrutterà tantissime case di sviluppo esterne, ma quali giochi metteranno a disposizione per questa console? Facciamo un esempio più pratico: se From Software proponesse una remastered dei vari Souls sulla nuova piattaforma, probabilmente non sarebbe la mossa più azzeccata di tutte, poiché sono titoli che sono stati giocati da svariati utenti ormai da molto tempo. E’ anche vero che i tanti fedelissimi Nintendo non hanno mai giocato a questo determinato genere di titoli, e sarebbe una grande occasione per recuperarli, ma la domanda sorge spontanea: quanto ancora può resistere quello che in gergo viene chiamato lo zoccolo duro di Nintendo? Aprirsi alla massa e sviluppare nuove IP sarebbe il modo migliore per far crescere le entrate e sfruttare al massimo tutto il potenziale, oltre a riproporre gli eterni classici come Mario e Zelda. Questa tesi sembra essere avvalorata ancora di più dalle parole di Satoru Shibata, Presidente di Nintendo Europe:
Con questa anteprima di Nintendo Switch spero che i giocatori stiano già immaginando tutte le possibilità offerte dalla libertà di giocare quando, dove e come vogliono. I nostri team di Nintendo, così come molti altri sviluppatori, stanno lavorando con grande impegno per creare esperienze completamente nuove e originali e non vediamo l’ora di mostrarvi di più.
Per quanto sia un ibrido, c’è da tener sempre presente che Nintendo Switch è comunque una home console, e la possibilità di trasformarla in portatile non ne fa il suo utilizzo primario. Dover alimentare schermo e hardware sarà certamente un’impresa titanica, ed è ragionevole presumere che con dimensioni simili la durata della carica non possa andare molto oltre le 3 ore. Confermato anche il ritorno delle immortali cartucce che, in un certo senso, danno un velo nostalgico che si colloca tra il passato ed il futuro. Le innovazioni ci sono tutte se aggiungiamo a quelle già elencate in precedenza anche la possibilità di connettere due console e divertirsi in quattro. Come nel più classico stile Nintendo, l’interazione tra persone viene incentivata anche nel videogioco e, in virtù di questa geniale intuizione, dimostra di essere un passo avanti rispetto alla concorrenza, mantenendo quello che fin dal principio è stato il mantra della società, la tanto ripetuta e acclamata Nintendo Difference.
Ma in tutto questo mare di novità, è davvero andato tutto liscio? Nonostante il successo riscosso dal pubblico e dagli accordi con collaboratori esterni, la console non sembra aver convinto gli investitori, tanto che le azioni della casa della grande N sono calate del 6,55%. Secondo quanto emerso, Amir Anvarzadeh, addetto alle vendite azionarie giapponesi presso BGC Partner, ha espresso il suo parere in merito alla nuova piattaforma, dicendo che quest’ultima offrirebbe un’esperienza più simile a quella vista negli smartphone moderni:
E’ una console deludente. Non migliora l’esperienza di gioco rispetto a quella disponibile con il proprio smartphone.
Anche Daniel Ahmad, analista presso Niko Partners, ha esposto il suo pensiero:
Hanno di certo trovato il loro posto nel mercato, si tratta di una scelta più logica per Nintendo. Per poter giocare in multiplayer su mobile bisogna possedere due smartphone separati, mentre Switch sembra offrire un’esperienza più inclusiva: una buona mossa da parte dell’azienda giapponese.
Come potete intuire da queste dichiarazioni non tutti sono rimasti entusiasmati da Nintendo Switch e, forse, non hanno nemmeno capito la vera natura della console, ma se pensiamo alla possibilità di portare i vostri giochi preferiti comodamente in giro con voi, capiamo immediatamente le potenzialità del tutto. Se la società riuscirà a mantenere costante il supporto di giochi relativo alle terze parti, strappare qualche nuova esclusiva ed IP, potrebbe tranquillamente riprendere la concorrenza o addirittura superarla, perché, per quanto gli si voglia dire, a Nintendo non si chiude mai la porta definitivamente e, sotto sotto, tutti noi speriamo nella risalita della casa che prima e più di tutti ha fatto la storia dei videogiochi.