Uno dei settori che più di tutti sta subendo gli effetti del Coronavirus è senza ombra di dubbio il turismo, e il Giappone in tal senso è una delle delle vittime principali. Luoghi come il Museo dello Studio Ghibli, infatti, stanno soffrendo sul fronte economico ed è per questo che l’azienda ha appena lanciato una grande raccolta fondi al fine di salvare il museo dalla chiusura.
Secondo un nuovo report dal Giappone, il Museo Ghibli sta infatti lottando per scongiurare lo scenario di una possibile chiusura definitiva. Questo è ancora aperto nonostante il recente aumento dei casi di Covid nel paese, ma la mancanza di clientela, e quindi di ricavi, ha spinto Mitaka City a lanciare una campagna di donazioni per il luogo turistico.
La città vuole raccogliere almeno 10 milioni di yen (ovvero 74 mila euro circa) per il Museo Ghibli e ha analizzato come verranno utilizzati tali soldi soldi. 8.340.000 yen (62 mila euro) saranno dati al museo per il supporto operativo e le riparazioni e 1.660.000 yen (12 mila euro) per le spese d’ufficio e gli stipendi.
Mitaka City utilizzerà anche 655.000 yen (12 mila euro) dei soldi della città per sfruttare il personaggio di Pom Poko come mascotte della campagna creando sfondi, appendendo poster nelle biblioteche locali e altro materiale educativo.
Per coloro che doneranno, infatti, Mitaka City invierà un esclusivo biglietto di ringraziamento con protagonista Pom Poko. La città utilizza già il personaggio su uno speciale asciugamano attraverso il programma Furusato Nozei, anche se i nuovi prodotti, che saranno disponibili da fine giugno, aiuteranno direttamente il Museo Ghibli.
Questa raccolta fondi dovrebbe mantenere il museo in funzione nonostante la diminuzione dei profitti, ma darà anche allo Studio Ghibli fondi extra per la manutenzione durante tutto il resto dell’anno.
Per quanto riguarda il Covid in Giappone, la media dei nuovi casi degli ultimi sette giorni è di poco superiore a 3.800. Per fermare sul nascere possibili nuove ondate, il paese ha appena ampliato i suoi mandati sullo stato di emergenza per otto aree metropolitane tra cui Tokyo.