Mufasa: Il Re Leone Recensione, la storia prequel tra passato e presente

Ecco la nostra recensione di Mufasa: Il Re Leone, prequel del remake uscito nel 2019 e storia inedita che esplora le origini di Mufasa. È un buon film o no?

Giorgio Maria Aloi
Di Giorgio Maria Aloi - Contributor Recensioni Lettura da 10 minuti
7.5 Buono
Mufasa - Il Re Leone

Mufasa – Il Re Leone è il prequel de “Il Re Leone“, remake del lungometraggio d’animazione del 1994. Questo nuovo film è diretto da Barry Jenkins ci porterà in una zona narrativa che fino ad oggi non era mai stata esplorata.

È passato del tempo dagli eventi del primo film, che ha visto Simba divenire il nuovo re, nelle Terre del Branco della Tanzania. Lui e Nala hanno dato alla luce una piccola leonessa di nome Kiara e ora ne stanno per avere un altro. Mentre Simba e Nala si allontanano dal regno per dare alla luce il loro secondo figlio, la piccola Kiara sente la mancanza dei suoi genitori ed ha anche paura dei temporali. Per fortuna però non è sola, e gode della compagnia del mandrillo Rafiki e di Timon e Pumba. Mentre sono al riparo in una caverna, Rafiki decide di raccontare a Kiara la storia del nonno Mufasa e di come ebbe tutto e come sia diventato re, mentre Timon e Pumba aggiungono commenti e scenette comiche al racconto.

Il cucciolo Mufasa

La storia inizia con Mufasa che è ancora un cucciolo inesperto ed era accanto ai suoi genitori, Masego e Afia. I tre erano alla ricerca della mitica Milele, la terra dell’abbondanza dove troverebbero rifugio dalla siccità e anche molto cibo, ma durante il giorno di pioggia il piccolo leoncino rimane coinvolto in una straripamento di un fiume e si perde, allontanandosi dai suoi genitori.

Il piccolo Mufasa resta solo, fino a quando non viene trovato da un cucciolo di nome Taka (il principe che è divenuto poi Scar) e viene adottato poi dal branco, nonostante il capo Obasi sia restio all’adozione di un “randagio”. Obasi mette in guardia il piccolo Taka da un’eventuale tradimento di Mufasa, ma il principe è contento di avere un fratello e non pensa assolutamente al fatto che possa essere tradito da lui.

Il piccolo Mufasa cresce con loro, ma ben presto dovrà vedersela con un gruppo di leoni bianchi, gli Emarginati, guidati dal perfido Kiros, dopo che ha ucciso il figlio di quest’ultimo in una lotta mentre cercava di proteggere la madre. Kiros è assettato di vendetta e allora Mufasa e Taka fuggono e si mettono alla ricerca di Milele, assieme alla giovane Sarabi, al giovane Rafiki e al bucero Zazu.

Un prequel interessante…

Il nuovo Live-Action Disney si presenta come una storia totalmente autoriale con l’intento di esplorare le origini di un personaggio che è entrato nel cuore di tutti (e che ha anche lasciato un trauma, chi ha visto Il Re Leone lo ricorderà benissimo) e si è rivelata un’occasione interessante. Effettivamente, non si sapeva nulla delle origini di Mufasa (fino ad oggi) e invece di riproporre “l’ennesimo Classico Disney” già conosciuto in salsa Live-Action, hanno voluto aggiungere una storia inedita (rimanendo comunque in Live-Action) ad un Classico tanto amato, ritornando ed esplorando nuovi angoli nel “Cerchio Della Vita”. Attenzione però, più che un Live-Action è giusto definirlo un film d’animazione a tutti gli effetti, con protagonisti animali realistici nati dalla CGI (una tecnica moderna e ben consolidata ormai in questi tempi).

Mufasa – Il Re Leone si presenta inizialmente come un sequel, dove tiene conto degli eventi avvenuti ne “Il Re Leone” (la versione uscita nel 2019), e mentre l’attuale Re si allontana dal regno, la piccola Kiara ascolta il racconto di Rafiki. Da qui il film prosegue con un montaggio che comprende diversi passaggi tra passato e presente: la prima linea temporale fa il suo dovere di narrare le gesta di Mufasa, mentre la seconda viene tenuta viva dal racconto di Rafiki, l’entusiasmo della piccola Kiara e dalle gag di Timon e Pumba, che hanno ricoperto il ruolo di simpatici disturbatori per non rimanere nella seriosità costante.

…a volte troppo veloce

Le origini di Mufasa si dimostrano totalmente inedite ed esplorano le sue paure, il suo destino, le sue lotte, il suo rapporto con Taka (il futuro Scar) e altri comprimari e la sua ascesa come Re. La sceneggiatura è stata curata e ha rappresentato tutti i passaggi fondamentali della crescita del futuro Re Leone, riuscendo ad intrattenere per tutto il tempo, nonostante si conosca già il finale. In alcuni momenti, però, sembra che si abbia fretta di arrivare al dunque e quindi, come un leone che corre veloce per catturare le sue prede, nel ritmo del film si percepisce troppa rapidità nel mostrare alcuni elementi narrativi, dei quali si è vista una leggera superficialità e dove è mancato un po’ di approfondimento.

Tuttavia, non si può dire che la storia non possa intrattenere il pubblico, e si incastra perfettamente con quella originale. Se non ci fosse stata un’accelerazione non richiesta e al suo posto, un leggero approfondimento di qualche passaggio, sarebbe stato quasi perfetto.

Il comparto tecnico, tra alti e bassi

Per quanto riguarda il comparto tecnico, ci sono stati dei grandi miglioramenti rispetto al Remake del 2019. Nonostante il successo commerciale, il film uscito cinque anni fa aveva commesso alcuni errori, di cui però si è fatto tesoro, e sono stati fatti degli upgrade importanti. Mufasa può vantare una buona fotografia e delle buone inquadrature che mettono bene a fuoco il Cerchio Della Vita, regalando così un buono spettacolo cinematografico, a livello visivo. Inoltre c’è anche un montaggio piuttosto lineare, che comprende le due linee temporali, che si intrecciano in maniera sincronizzata.

L’upgrade piuttosto evidente che fa piacere vedere è stato quello di aver reso gli animali molto più espressivi, a volte al limite del cartoonesco, ma anche più ballerini e più vivi nelle canzoni e nelle coreografie, elementi risultati piuttosto contestualizzati e mai ingombranti. Però il comparto tecnico è lontano dalla perfezione e ha anche fatto qualche passo indietro: ad esempio in qualche pecca nella CGI e nella regia.

Si vede che Barry Jenkins si è ritrovato un po’ spaesato dall’uscita della sua “zona di comfort” (da film come “Moonlight”) e non si è trovato tanto a suo agio nel dirigere questo film d’animazione, a differenza di Jon Favreau che nel 2019 ci ha messo tutto sé stesso. Però, se si sta attenti, si possono cogliere anche dei sottili riferimenti politici e questo rientra nello stile di Jenkins.

I personaggi e il doppiaggio

I protagonisti del film sono più o meno quasi tutti ben caratterizzati e si possono vedere i rapporti che si creano tra loro, ma il mancato approfondimento di alcuni passaggi narrativi non rende qualche volta chiaro il cambiamento improvviso di tali rapporti. Anche la crescita di Mufasa stesso manca di qualche leggero approfondimento, e non si notano più di tanto i suoi dubbi esistenziali e le sue paure, che poi supera nel corso del film per arrivare al finale prevedibile e noto.

Per quanto riguarda il doppiaggio, fatto di ritorni di chi ha lavorato al film precedente e di new entry, si presenta piuttosto oscillante e comprende chi si è dimostrato convincente e chi, invece, non è stato il massimo. Luca Marinelli, per essere la sua prima esperienza di doppiatore, si è dimostrato all’altezza nel prestare la voce al giovane Mufasa, ma non si può dire lo stesso di Elodie (Sarabi). Se si deve fare ancora le ossa o se non fa per lei, lo si vedrà in futuro, perché effettivamente è stata la prima volta anche per lei.

Quelli che sono stati più convincenti sono stati i ritorni, in primis Edoardo Leo e Stefano Fresi che con il prestito delle loro voci ai simpatici Timon e Pumbasono entrati talmente tanto nei personaggi, che sembra di vedere delle simpatiche versioni animalesche di loro stessi. Per quel poco che si è sentito, anche Marco Mengoni ed Elisa se la sono cavata nel doppiaggio di Simba e Nala.

Anche se non è perfetto e si poteva osare di più su alcuni elementi, Mufasa – Il Re Leone resta sempre e comunque un buon film da vedere per grandi e piccoli in queste festività natalizie, e riesce a mantenere lo spirito del franchise, mandando dei bei messaggi per tutti, che potranno trovarlo grazioso, capace di divertire ed emozionare.

Mufasa - Il Re Leone
Buono 7.5
Voto 7.5
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